Capitolo 12

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Vic aveva il radar per gli obiettivi, per i video dei paparazzi o solamente per quelli dei curiosi. Anche quella sera durante l'afterparty, quando Damiano aveva cercato di attirarla a sé per parlarle, lei si era negata, scostando subito la mano da quella di lui. Solo allora si era girato e lo aveva scorto: un cazzo di smartphone puntato su di loro e pronto a catturare ogni secondo della loro privacy. Ma cosa avevano poi da nascondere? Erano in mezzo a tutti i loro amici, persino le loro fidanzate stavano assistendo alla scena. Damiano aveva chiamato a sé Thomas, così che li nascondesse alla vista del curioso e aveva cercato un suo sguardo ma Vic ormai aveva indossato la sua armatura, quella inossidabile, che teneva lontano tutte le persone così vicine al suo cuore da poter essere compromesse.
Avevano parlato raramente di quell'aspetto così complesso della loro vita: era assurdo come sul palco potessero fare scintille insieme mentre nella quotidianità si costringessero a mantenere le distanze. Per Damiano era frustrante a volte ma anche fondamentale: si sentiva sempre sotto l'occhio indagatore della gente, come se tutti cercassero di sviscerare il segreto di tanta affinità ed era assurdo pensare che, se un tempo si nascondeva per non dare in pasto alla stampa la sua relazione con Giulia, ora lo dovesse fare con Vic. Era come se il desiderio e la curiosità dei fans li avessero schiacciati fin dall'inizio, obbligandoli a rimanere eternamente divisi. Ma come potevano scappare da loro stessi e da un destino, che minacciava di intrappolarli di nuovo? Una cazzo di congiunzione astrale l'aveva definita una volta suo fratello e lui aveva quasi sempre ragione. Avevano tentato di evitarsi, di mantenere la promessa fatta sulla spiaggia all'inizio dell'estate ma era stato tutto vano.
Quella sera però era diverso, Vic gli era rimasta lontana, l'aveva quasi sempre evitato e se n'era andata con Joy, Gaia e sua sorella. Da allora non l'aveva più vista, si erano imbarcati su due voli differenti ed ora cercavano di sopravvivere al caldo cittadino, recuperando le forze dopo i live di quei giorni. Ma quanto cazzo era stato bello?
Prese tra le mani il telefono, Giulia era impegnata a registrare qualcuno dei suoi blog infiniti e non lo avrebbe di sicuro scoperto.
D: Me sei mancata oggi
Lo inviò senza nemmeno pensarci troppo. Se lo avesse fatto, avrebbe trovato mille scuse per rinunciare. Se la immaginò in piscina con le amiche o magari al lago con Chili e Joy e per un attimo desiderò essere con lei.
V: Ma se ci siamo visti ieri
D: Sì ma poco
V: Tutto il giorno
D: Vorrai dire che non m'hai cagato per tutto il giorno...
V: Non incominciare
D: Che c'hai? Sei con lei?
V: No, sto a casa. J sta lavorando nel suo studio.
D: Riusciamo a vederci prima di partire?
V: no.
D: Perché no? Partiamo tra tre giorni? Potremmo provare un po'
V: Tu non vuoi provare
D: Perché tu sì? 😈
Due spunte blu e poi il silenzio più assoluto. Si buttò sul divano, cercando di guardare qualcuna delle sue serie preferite ma nemmeno quello riusciva a fargli distogliere il pensiero da lei. Com'era bella su quel fottuto palco? E com'era stato difficile dosare il contatto e le parole, controllare gli sguardi e l'alchimia, che lo portava a cercarla sempre. Lei la faceva così semplice, se ne andava saltellando per lo stage, riservando tutte le sue attenzioni a Thomas, per snobbarlo quasi sempre. Un tempo erano complici sotto ai riflettori come nella vita di tutti i giorni. Un tempo più semplice, in cui erano meno sotto pressione, in cui riuscivano a tenere sotto controllo l'attrazione reciproca, giocandoci senza il timore di scottarsi e di far soffrire altre persone.
Sorrise, ripercorrendo gli ultimi live: l'adrenalina, il sudore, la carica sessuale, tutte quelle mani. E lei, la faccia che aveva fatto quando l'aveva presentata come la bassista migliore del mondo. Stava esagerando certo, ma in che altro modo poteva dimostrarle la stima e l'ammirazione che aveva per lei? Le scriveva canzoni, era quello che gli riusciva meglio ma lei non avrebbe mai capito di essere la sua musa. Vic non capiva mai, o forse faceva solo finta di non capire. Era brava a nascondersi, brava a dissimulare e a non prendere gli applausi, era brava a cambiare argomento, a dribblare situazioni scomode. Forse anche quella era una dote ma Damiano iniziava a sentirsi frustrato da tutta quella situazione. Si amavano, scopavano da dio e poi componevano musica assurda insieme, si completavano e si facevano anche così male a vicenda. A volte Damiano aveva la sensazione che lei fosse la sua anima gemella ed il suo più grande nemico. Non poteva vivere senza di lei ma non poteva nemmeno averla.
Era davvero un amore tossico il loro? Un amore di quelli che creano dipendenza ma fanno male dentro?
La ragazza lo ripeteva spesso: era una relazione impossibile. Impossibile.
E allora perché lui avrebbe solo voluto gridarlo ai quattro venti? Dire che lei era sua e sua soltanto? Che l'avrebbe amata e protetta da tutto e da tutti da lì all'eternità?
Perché non era ciò che lei voleva, ecco il perché. Victoria non voleva essere imbrigliata in un'etichetta, in una relazione, lei non era un cazzo di trofeo da esporre in bacheca. Spesso Damiano aveva la sensazione che scappasse da lui, che gli sfuggisse come acqua dalle mani e lui poteva berne soltanto un sorso di quell'acqua fresca, prima che lei scivolasse lontano. Viveva quella tresca come voleva lei, alla giornata, alternando momenti di euforia a momenti di sconforto, a quelli di gelosia ma mai, mai aveva pensato di chiudere. Perché ne aveva bisogno, anche se sapeva che era sbagliato, anche se la sua coscienza gli metteva di fronte il conto ogni fottuto giorno. Amava troppo quella pelle e la sensazione che gli dava quando si univa alla sua. Era come una reazione chimica e avveniva ogni fottuta volta.
Controllò di nuovo il telefono ma Vic non gli aveva risposto. Probabilmente non lo avrebbe fatto, perché lei era così, lei non avrebbe affrontato il problema e non si sarebbe lasciata andare, nonostante avesse voglia di vederlo quanto lui.
A volte aveva l'impressione di giocare a parti invertite in quella relazione così fuori dalle regole comuni: era lui la parte femminile, quello che rispecchiava di più lo stereotipo del partner affettuoso, in cerca di conferme per il futuro, quello più attento ai particolari, a volte persino paranoico. Lei no, Vic era quella più dura dei due, quella che prendeva l'iniziativa e saltava volentieri i preliminari, quella che non faceva attenzione ai piccoli gesti o almeno non lo dava a vedere. Era lei che lo coccolava e lo proteggeva, che lo lasciava sfogare quando ne aveva bisogno e rimaneva lì quando tornava indietro per chiederle scusa. Era la roccia sulla quale contare, la casa alla quale tornare, il leader, al quale chiedere di sistemare i problemi. Di sicuro Damiano non si sentiva sminuito nella sua mascolinità, era sicuro di se stesso e grazie a lei aveva imparato a sperimentare e ad entrare in confidenza con la propria parte più debole, che di debole non aveva proprio nulla. Forse alcuni avevano storto il naso ma lui non avrebbe mai smesso di esserle grato.
L'ultima volta che avevano fatto l'amore quando, ancora stretti nel letto di una stanza d'hotel, contavano i minuti prima di una nuova partenza, Vic gli aveva detto che stava pensando di parlare con Joy di ciò che stava accadendo. Non che la biasimasse, in fondo la loro storia stava diventando qualcosa di serio e forse la ragazza era abbastanza aperta da accettare quel genere di situazione.
Ma lui? Lui avrebbe mai potuto parlarne con Giulia? Certo che no. Il tradimento non era ammissibile, nemmeno se con un'anima gemella.
Giulia lo avrebbe lasciato di certo e lui sarebbe diventato uno stronzo agli occhi del mondo intero ma soprattutto quali conseguenze avrebbe avuto su Victoria? Sarebbe passata per quella che non era, la gente l'avrebbe attaccata, l'avrebbe definita una troia, una rovinafamiglie e cosa ancora peggiore, l'opinione personale dei fan avrebbe avuto ripercussioni sul loro lavoro. No, nemmeno Vic lo avrebbe mai perdonato!
E allora che fare? Lasciare Giulia e continuare a nascondersi con Vic? Aveva senso, poteva averlo perlomeno se la stampa e i fan non fossero stati così tremendamente bravi a scoprire tutti i suoi movimenti.
Ma come sarebbe stata la vita senza la fidanzata? Con lei aveva trovato una nuova dimensione casalinga, questo senso di casa e di quotidianità, che male si sposava con la vita on the road di Vic. Alcuni amici gli avevano detto che era diventato palloso da quando si era accasato e forse avevano anche ragione. Il fatto era che la sola idea di mettere il naso fuori casa per farsi una bevuta e un giro a qualche party, gli dava il voltastomaco. Non ricordava nemmeno più i tempi in cui si faceva trascinare da un locale all'altro, senza mai smettere di bere e di fumare. Non era l'anima della festa, tutto qui. Di sicuro non era come Vic e Thom, con i loro balletti stupidi e i loro cocktail rovesciati sui vestiti. Forse era stato l'effetto lockdown o solo le condizioni di salute della sua fidanzata, che lo avevano frenato e gli avevano fatto capire l'importanza di altre cose oltre al semplice divertimento.
Ora se fosse stato davvero sincero con sé stesso, avrebbe ammesso che forse questo ultimo punto era il vero motivo, per il quale aveva così paura di parlare. Giulia si fidava di lui, si era aperta in tutte le sue fragilità e lui le aveva promesso che le sarebbe rimasto accanto sempre, anche quando le cose si sarebbero messe male. Perché con lei anche le difficoltà diventavano semplici e tutto sembrava così normale e rassicurante. Damiano era l'uomo forte, presente, quello che la consolava e la trattava come una regina. Poteva veramente tradire la sua fiducia per una relazione strampalata senza sbocco alcuno? Victoria non avrebbe mai ceduto, lei era il boss e non si sarebbe mai impegnata con lui, che faceva tanto il progressista ma che in fondo amava le storie tradizionali. Lei non lo avrebbe mai gratificato come faceva Giulia, non gli avrebbe mai detto che era orgogliosa di lui e che lo amava alla follia. E allora perché si sentiva un fottuto re quando Victoria lo guardava? Ah cazzo... stava diventando matto. Forse doveva solo chiudere una volta per tutte quella relazione clandestina ma non poteva fare a meno di pensare alle date successive, al poterla sentire, rivedere, respirare e al poter costruire nuovi ricordi insieme a lei.
"Amore?! Ma non ti sei ancora preparato? Dovevamo uscire con Giada e Mauro per l'aperitivo, non ricordi?"
Lo sguardo confuso che le restituì era più eloquente di qualsiasi altra risposta. No, non solo non lo ricordava ma avrebbe preferito una visita dal dentista che un aperitivo con loro. Non gli stavano proprio sul cazzo, odiava però l'idea di dover essere sempre schierato, pronto alla polemica e al dibattito politico.
"Che hai? Non ne hai voglia?!" Chiese lei con quell'espressione da cucciolo indifeso che lo fregava ogni volta.
"No dai, non è che non mi va... è che sono un po' stanco... e poi non mi va di dovermi guardare le spalle, tutto qua..." Fece spallucce, ben sapendo che non erano scuse plausibili.
"Appunto che sei appena tornato e poi ripartirai subito. Non ci vediamo praticamente più e anche quando succede siamo sempre con i tuoi amici. Non abbiamo mai occasione di uscire insieme, tu ed io... Proprio adesso che lo sanno tutti, tu continui a volerti nascondere!"
"Pensavo fossi d'accordo con me nel mantenere un certo riserbo?"
"Certo che lo sono, non pretendo che mi baci in pubblico... vorrei solo un po' di quelle cose normali che fanno tutte le coppie. Sai... andare a fare compere, uscire con altre coppie, bere qualcosa in compagnia..."
L'uomo alzò gli occhi al cielo, pur riconoscendo che aveva ragione lei. Era proprio per quello che non voleva uscire allo scoperto, perché non voleva essere scrutinato dall'esterno. Era un bravo compagno? Era abbastanza premuroso, romantico, attento, innamorato? Odiava profondamente scorgere gli obiettivi e gli sguardi dei curiosi e pensare a quale outfit indossare, a quanto credibile sembrare... Si bloccò un attimo: beh, non era esattamente un discorso alla Vic quello?
Raccolse la felpa grigia, che aveva abbandonato sulla spalliera del divano e si decise.
"Ok dai, andiamo..."

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"Non credo che si parli abbastanza della sensibilizzazione su un tema tanto delicato... forse dovreste impegnarvi in qualche campagna dedicata... ho dei contatti importanti con professionisti del campo, ai quali farebbe comodo un po' di visibilità e al momento siete nella posizione migliore per sfruttarla... voglio dire, potreste veicolare qualsiasi messaggio in questo momento..."
Damiano non stava ascoltando. Rigirava la cannuccia nel suo cocktail ormai annacquato dal ghiaccio, senza riuscire a prestare alcuna attenzione alle parole del ragazzo. Carino Mauro, brillante, attivo nel sociale, il figlio che ogni madre avrebbe voluto... ma che due enormi, infinite palle che faceva venire!
La sua attenzione fu distratta dal display del telefono: una notifica.
Thomas lo aveva appena taggato in un video stupidissimo, nel quale lui e Vic si destreggiavano in una delle loro pessime interpretazioni canore, scherzando sul fatto che lo avrebbero rimpiazzato a breve. Erano ridicoli, Thomas con quella camiciona a fiori molto anni settanta e gli occhialini da divo e Vic con una delle sue giacche oversize d'ordinanza, dalla quale sbucava un reggiseno supersexy. Stavano bevendo in un locale con alcuni amici e sembrava che si divertissero un botto.
Sorrise, nonostante l'audio fosse completamente abbassato e non riuscisse a sentire le loro voci sguaiate. Forse c'era stato un tempo in cui le feste non gli facevano poi così schifo. Un tempo in cui amava bere in compagnia e ballare fino all'alba e fare video stupidi proprio come quello. Forse stava solo invecchiando? Magari era quella la famosa maturità, che si aspetta per tutta la giovinezza? O forse era solo la sua nuova vita che lo faceva sentire un estraneo persino a se stesso.
"Tutto bene, amore mio?" La voce di Giulia lo riportò alla realtà.
"Sì, sì certo... solo Thomas che fa il coglione..." Cercò di rilassarsi e di non guardare nessuno negli occhi per non farsi sgamare. La verità era che non si sentiva a proprio agio in quel contesto; si sentiva triste, depresso. Voleva solo prendere la macchina e raggiungere gli amici, dovunque essi fossero. E portare Vic al bar della spiaggia a prendere qualsiasi cosa volesse bere anche lei, per ballare canzoni coatte e guardare le stelle come quella notte che l'aveva portata al mare. Voleva accompagnarla in bagno e fare finta di essere il suo amico gay e tenerle la borsetta mentre si sistemava il trucco. E poi starle accanto, prenderla in giro, sollevarla ed abbracciarla e guardarla ridere per sentirsi meglio.
"Quindi, che t'hanno detto?"
La domanda di Mauro lo colse del tutto impreparato.
"Chi? Thomas? Scusa non... non ero..."
"No! Quel medico dello sponsor..."
Damiano cercò di concentrarsi e ripose il telefonino. Non poteva fare sempre ciò che voleva.
"Eh... Che m'ha detto...?"

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