Capitolo 5

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Una porta sbatté violentemente facendomi sobbalzare sul letto. Riuscii ad aprire gli occhi con fatica, e mi guardai intorno confusa. Era quel magnifico momento, quell'istante, quella frazione di secondo, subito dopo essersi svegliata, durante il quale il cervello non era ancora riuscito ad elaborare tutto. E ci si sentiva terribilmente bene. Mi stiracchiai nel letto e mi girai.

Gettai un urlo quando vidi un ragazzo sdraiato accanto a me. Ma mi tappai subito la bocca.

"Heaven, va tutto bene?" sentii mio padre urlare dal piano di sotto.

"Si, ho solo visto che è parecchio tardi." cercai di inventare una scusa plausibile.

"Va bene tesoro, io vado a lavorare." continuò ad urlare ed alzai gli occhi al cielo. Odiavo quando mio padre credeva che si potesse comunicare da piani diversi. Sentii la porta d'ingresso sbattere e mi accasciai nuovamente sul letto. Non avevo dormito molto per paura che mio padre potesse entrare in camera da un momento all'altro.

Controllai l'orario e mi resi conto che era davvero tardi. Mi lasciai scappare un gemito quando mi stiracchiai.

"Mmh." mormorò Harry sbattendo le palpebre. "Buongiorno." biascicò con voce bassa e roca. Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata.

"B-Buongiorno." balbettai tirandomi a sedere. Sentivo il suo sguardo assonnato addosso, ma cercavo in tutti i modi di non farmi guardare in faccia. Non ero proprio una rosa appena sveglia.

"Devi andare a scuola?" chiese lentamente. Si sedette sul bordo del letto e si stropicciò gli occhi come un bambino appena sveglio.

"Si, ma prima devo accompagnarti." dissi alzandomi svogliatamente dal letto. Non riuscivo ad aprire del tutto un occhio e l'altro lo tenevo semichiuso perchè la luce mi infastidiva. Inciampai su qualcosa ma continuai la mia strada verso il bagno.

"Scusa vado prima io." disse Harry superandomi e facendomi un sorrisetto prima di chiudersi in bagno.

"Harry!" urlai sbattendo il pugno contro la porta. Adesso ero totalmente sveglia, forse. Non sentii nessuna risposta da parte sua, ma solo lo scrosciare della doccia. Alzai gli occhi al cielo e scesi al piano di sotto battendo i piedi come una bambina a cui era stata negata la sua bambola preferita.

Decisi di preparare la colazione per distrarmi. Mi ero svegliata prima del solito ed era davvero strano avere il tempo di fare tutto con calma. Di solito la mattina era tutto un correre, cadere, rialzarsi e uscire di casa.

Preparai la pastella dei pancake e iniziai a cucinarli. Quando finii di costruire due torri di deliziosi pancake e mi girai per poggiarli sul bancone, trovai Harry in piedi a fissarmi. Arrossii e distolsi lo sguardo concentrandomi su quello che stavo facendo.

Quando lo incontrai a River Valley era così menefreghista, mi rivolgeva a malapena la parola ed evitava sempre di guardarmi negli occhi. Adesso invece, nonostante fosse ancora molto riservato, mi guardava e sembrava che cercasse di leggermi dentro.

Come se fossi un enigma che andava risolto, come se fossi una sfida. Ma si sbagliava tremendamente perchè in me non c'era nulla di misterioso. Esternavo tutte le emozioni che provavo ed era così imbarazzante a volte.

Lo invitai a sedersi davanti a me, e silenziosamente obbedì. Misi lo sciroppo d'acero sulla mia torre e glielo passai. Con un sorrisetto lo afferrò e fece lo stesso sulla sua torre.

Era da così tanto tempo che non facevo colazione con qualcuno. Mio padre era sempre così impegnato con il suo lavoro.

Sentii mugolare e alzando lo sguardo verso Harry lo vidi completamente in estasi. Sembrava che avesse avuto un orgasmo da cibo.

River Valley || h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora