Capitolo 29

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"Torniamo da Quanita." mormorò Harry dopo avermi cullata tra le sue braccia per qualche minuto. Annuii in accordo volendo mettere quanta più distanza possibile tra me e Zayn. Mi sfiorai istintivamente il collo, proprio dove si poggiarono le sue mani quando mi afferrò.

Harry mi osservò con attenzione e tornò sul suo volto il solito cipiglio che non lo abbandonava mai. Si abbassò su di me e bació il punto che avevo accarezzato poco prima con le mie dita. Rabbrividii a quel contatto.

"Mi dispiace, non volevo ti facesse male." sussurrò dolcemente. Il mio cuore perse un battito. Non ero abituata a questo Harry, così attento e premuroso.

"Non è colpa tua." sussurrai a mia volta, avvolgendo le braccia attorno al suo collo.

"Dobbiamo davvero andare." disse lasciandosi scappare una piccola risata. Mi beai di quel suono, sentirlo ridere era un'occasione rara.

"Va bene." dissi allontanandomi da lui e uscendo fuori da quella casa. Sentii i suoi passi dietro di me e quando anche lui uscì mi affiancò lungo la strada. Sospirai mentre la mia mente ripercorreva gli eventi che si erano svolti pochi minuti fa.

Zayn era deciso, aveva già un piano, e nonostante avessimo stipulato una sorta di patto sentivo di non potermi fidare di lui. La vita di Liam era ancora potenzialmente in pericolo.

Mi stropicciai il viso e sospirai esasperata. Nonostante i miei sforzi non avevo ottenuto niente di davvero concreto, la parola di Zayn poteva valere meno di zero.

Sobbalzai quando la mano di Harry afferrò saldamente la mia e fece intrecciare le nostre dita. Lo guardai con gli occhi spalancati per la sorpresa, ma il suo sguardo era puntato dritto davanti a lui.

Poggiai la testa sul suo braccio e continuammo a camminare senza proferire parola, mano nella mano.

Arrivammo finalmente da Quanita e i miei occhi riuscivano a malapena a stare aperti. Ero talmente stanca che avrei potuto dormire per giorno interi.

Harry bussò alla porta e Quanita ci fece entrare accogliendoci con un sorriso sollevato.

"Vuoi mangiare?" mi chiese Harry premuroso. Dopotutto era ora di pranzo, ma il mio stomaco non sembrava avere molta fame.

"Preferirei dormire." farfugliai sbadigliando mentre mi sedevo sul divano.

"Tesoro, vieni con me. Non voglio che dormi sul divano." disse Quanita facendomi segno con la mano di seguirla.

"Davvero, non .." cercai di rifiutare, ma lo sguardo che mi rivolse non ammetteva repliche. Mi alzai stancamente dal divano e la seguii lungo il corridoio mentre Harry camminava dietro di me.

"Così almeno riposerai bene." disse Quanita mostrandomi un letto a due piazze. Era così invitante. Le rivolsi un sorriso e mi avvicinai al letto. Mi sedetti sul bordo e con le dita iniziai a tracciare linee immaginarie sulla trapunta.

"Vuoi dormire quindi?" chiese Harry poggiato allo stipite della porta, mentre teneva le braccia incrociate. Quanita era già andata via.

"Si." sussurrai stendendomi sul morbido materasso. Lui rimase fermo a guardarmi e come al solito mi sentii in imbarazzo.

"Perché mi guardi così?" chiesi coraggiosamente.

"Perché sei bella." mormorò senza scomporsi, come se fosse la cosa più ovvia e naturale del mondo. Le sue parole mi fecero arrossire. Non era la prima volta che mi faceva un complimento del genere, ma era raro che fosse sincero e che dicesse tutto ciò che pensava, e questo mi portava ad apprezzare molto di più questi momenti.

"T-tu non vuoi riposarti?" chiesi con voce tremante.

"Certo."

Si avvicinò e si sdraiò sul letto accanto a me. I suoi occhi non smettevano di fissarmi.

River Valley || h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora