Sentii due voci sussurrare non lontane da me. Continuai a tenere gli occhi chiusi nonostante fossi già sveglia.
"È bella Harry. E non puoi negare che hai un debole per lei." disse Quanita cercando di fare del suo meglio per sussurrare, ma fallendo miseramente. Avrei voluto sorridere per le sue parole, ma rimasi immobile.
"Smettila. Sei già riuscita a farmi incazzare e sono sveglio da soli 5 minuti." la voce roca mattutina di Harry era inconfondibile. "Non c'è nulla fra di noi."
"La respirazione bocca a bocca che hai praticato su di lei ieri sera sembrava dire il contrario." ribatté lei, e la immaginai sorridere furbamente. Sentii le guance andare a fuoco ripensando a quel bacio e a come Quanita ci aveva colti sul fatto.
"Non sono affari tuoi." disse Harry a denti stretti, scandendo ogni parola.
"Stiamo calmi signorino. Quello che succede sotto il mio tetto è anche affar mio."
Avrei tanto voluto ridere, ma cercai di trattenermi il più possibile. Non volevo che mi beccassero ad origliare, sarei morta dalla vergogna e avrei dovuto sopportare il solito sguardo di disapprovazione di Harry per ore.
Non sentendoli più parlare iniziai a muovermi piano.
"So che sei sveglia."
Sobbalzai per lo spavento e sgranai gli occhi. Il viso di Harry era di fronte al mio, mentre lui era accovacciato accanto al divano dove avevo dormito per tutta la notte.
Non sembrava arrabbiato, anzi sembrava quasi divertito.
"M-mi hai spaventata." balbettai imbarazzata.
"Ops." mormorò prima di alzarsi in piedi e uscire dalla stanza.
Sorrisi istintivamente nel vederlo così giocoso. Mi stiracchiai e sospirai fissando il soffitto ammuffito. In quel momento il macigno del perché mi trovavo lì iniziò a gravare sul mio petto.
Sobbalzai quando vidi Harry entrare nella stanza con un piatto.
"Ecco la colazione." disse porgendomelo.
"Grazie." sorrisi nel vedere due fette di pane bianco con sopra burro e marmellata.
"Non sono pancake, però.." scrollò le spalle e distolse lo sguardo.
"Era il mio spuntino preferito. Mia mamma me lo faceva sempre." mormorai rivolgendogli un sorriso. Lui si limitò a fissarmi e così fece finché non diedi l'ultimo morso.
"Alla prima porta sulla destra trovi il bagno. Fai in fretta." disse stropicciandosi la faccia e solo in quel momento vidi quanto il suo giovane viso era segnato dalla stanchezza. Mi avvicinai a lui con lo sguardo corrucciato.
"Cosa ti preoccupa?" chiesi con un filo voce, avvicinandomi a lui.
"Non mi piace andare alle loro riunioni." disse scrollando le spalle per sminuire quello che aveva appena detto.
"Mi dispiace, è colpa mia. Ma devo farlo, lo capisci vero?" gli domandai poggiando una mano sulla sua guancia.
Annuì guardandomi con una tale intensità da farmi tremare le ginocchia.
"Dammi un minuto e andiamo." dissi allontanandomi da lui. Entrai in bagno e mi guardai allo specchio. I capelli erano un disastro ed ero pallidissima, ma non avevo tempo per preoccuparmi di questo.
Mi lavai in fretta e ritornai da Harry che era rimasto nella stessa posizione in cui l'avevo lasciato.
"Sono pronta." dissi con un filo di voce. Annuí semplicemente e si avviò verso la porta. Lo seguii prontamente ed entrambi fummo avvolti dal buio. L'alba era ancora lontana, ma noi avevamo tanta strada da fare. Affrettai il passo per stare al suo fianco e insieme camminammo almeno per non so quanto tempo. Forse per delle ore.
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River Valley || h.s.
FanfictionUn mondo diviso dalla guerra, un'umanità avida e impassibile di fronte ai vinti, un emisfero pieno di disperazione e dolore. Un raggio di sole che cerca di condividere la sua luce con gli altri.© copertina: crediti a @mels_18