Capitolo 8

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Sentivo le orecchie fischiare. Qualcuno mi teneva stretta contro il suo petto, e il suo calore mi infondeva sicurezza. Aprii piano gli occhi e mi mossi.

"Ehi, stai bene?" mi chiese Harry con tono basso. Cosí la sua voce risultava essere ancora più roca.

"C-credo di si." sussurrai a disagio. Ero seduta sulle sue gambe e le sue braccia erano intorno a me. Mi guardai intorno e aggrottai le sopracciglia.

"Dove siamo? E perchè stiamo sussurrando?" non riuscivo a riconoscere il posto dov'eravamo.

Mi fece segno di stare zitta e cosí feci. Subito mi venne in mente che il boato che avevamo sentito era uno sparo e mi agitai iniziando a controllare il mio corpo alla ricerca di qualche ferita da arma da fuoco.

"Sta buona. Non ci hanno colpiti! Il colpo è stato sparato qualche casa più in fondo. Sei svenuta per lo shock, credo." sussurrò sporgendo la testa dal vicolo in cui eravamo.

Feci per parlare di nuovo ma mi tappò la bocca. Aggrottai le sopracciglia e cercai di togliere la sua mano. Delle voci riempirono il silenzio e io mi congelai.

All'inizio sentii solo dei mormorii. Così mi sporsi per sentire meglio.

"No! Siamo riusciti a passare ed io non ci torno più Brad, ficcattelo in quella testa del cazzo che ti ritrovi." disse un uomo di cui intravedevo solo l'ombra, vicino ad una casa qualche metro più in fondo.

"Dobbiamo tornarci, Josè. Siamo venuti qui solo per un motivo." disse l'altro uomo, Brad, con tono pacato.

"Ce la faranno anche senza di noi." continuò Josè nervosamente. Mi distrassi un attimo per guardare Harry. Aveva le sopracciglia aggrottate e guardava la scena quasi sconcertato.

"Io all'alba ritorno li. Rimani qui a tuo rischio e pericolo." disse Brad iniziando a camminare nella direzione opposta.

"Quali pericoli? Non mi troverà." disse Josè lasciandosi andare ad una risata.

"Lui trova tutti." disse Brad senza girarsi, alzando la mano per salutarlo. Josè entrò nella casa sbattendo la porta, mentre Brad continuò a camminare lungo la strada e quando svoltò l'angolo tirai un sospiro di sollievo.

"Di cosa stavano parlando?" chiesi ad Harry mantenendo il tono di voce basso. Lui puntò gli occhi su di me e si morse il labbro scuotendo la testa.

"Niente." mormorò alzandosi da terra e portandomi con se.

"Harry, p-posso camminare." balbettai nervosamente per la sua vicinanza. Il suo viso era a pochi centimetri dal mio e sentivo il mio cuore battere velocemente.

"Come vuoi." disse mettendomi delicatamente a terra. Camminammo lungo la strada silenziosamente, e quando passammo davanti quella casa cercammo di mantenere un profilo basso. Quando finalmente svoltammo l'angolo sapevo che ci trovavamo in una strada più sicura e tirai un sospiro di sollievo. Camminammo non so per quanto tempo, ma quando vidi casa mia in lontananza sentii la tensione abbandonarmi.

"Vuoi rimanere da me?" chiesi nervosamente quando arrivammo davanti la porta. Mio padre sarebbe stato via tutta la notte per pattugliare il perimetro ed io non volevo passare un'altra notte da sola.

"Certo." disse lui semplicemente. La sua espressione era impassibile, non sorrise, ma non aveva neanche una faccia disgustata.

Entrammo in casa ed io andai dritta verso le scale, nella mia camera da letto.

"Aspettami qui." dissi stupidamente entrando in bagno e chiudendomi la porta alle spalle. Che cosa stupida, dove poteva mai andarsene?

Mi cambiai i vestiti e misi il pigiama. In realtà era una semplice canottiera e il pantalone di qualche pigiama comprato ai grandi magazzini. Mi lavai il viso e i denti ed uscii. Lui era disteso su un lato del letto, sotto le coperte e aveva gli occhi chiusi. Ai piedi del letto c'erano i suoi pantaloni ed arrossii terribilmente al pensiero di dovermi sdraiare accanto a lui, che era mezzo nudo.

River Valley || h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora