La rivelazione di Niall mi aveva completamente spiazzata. Non volevo che le cose cambiassero tra di noi. Odiavo i cambiamenti.
Avevo bisogno che tutto nella mia vita fosse in perfetto ordine, che io potessi avere il controllo su quello che succedeva e che niente cambiasse. Solo in questo modo riuscivo a stare bene con me stessa, solo se ogni cosa nella mia vita era al suo posto.
Mi sedetti sugli scalini e alzai lo sguardo, perdendomi a guardare le milioni di stelle che ricoprivano il cielo notturno. Era strano sapere che alcune di quelle stelle che stavo osservando erano già morte, ma che nonostante ciò la loro luce avrebbe avuto un posto nel cielo per altri milioni di anni.
Iniziai a contarle, una per una, con l'intento di rilassarmi e svuotare la mente. Quando arrivai al numero 102 mi resi conto che stavo tremando e che forse sarei dovuta rientrare. Ma al solo pensiero di dover affrontare Niall iniziai a tremare ancora di più.
Mi alzai da terra e mi avviai verso casa mia. Era una lunga camminata, ma non avevo intenzione di tornare al ballo e questa sembrava essere l'unica opzione valida al momento. La mia pelle si ricoprii presto di brividi mentre camminavo lungo il marciapiede. Era una serata particolarmente fredda, segno che l'autunno stava per finire.
Non avevo paura di camminare sola per le strade di San Diego. Mi ero resa conto che c'erano posti più pericolosi nel mondo, e uno di questi era proprio al di là del muro. Cosí vicino eppure così lontano.
Speravo che mio padre fosse già a casa ad aspettarmi. Avevo così tanta paura che gli fosse successo qualcosa. Mi era rimasto solo lui e mi rifiutavo di pensare che avrei potuto perderlo. Avevo giá perso metà del mio cuore quando mia madre morí.
Il rombo di un'auto mi fece sobbalzare e venni accecata dalle sue luci. Accostò vicino al marciapiede e, prima che potessi realizzare cosa stava succedendo, si aprì la portiera.
"Heaven, che fai in giro di notte tutta sola?" mi chiese Liam venendomi incontro. Tirai un sospiro di sollievo nel vedere il suo volto familiare.
"Ciao Liam. Stavo tornando a casa a piedi." dissi mordendomi il labbro in imbarazzo.
"Vestita così? Sei appena tornata da una festa?" mi chiese con un piccolo sorriso.
"In realtà sono scappata." dissi abbassando lo sguardo.
"Cos'è successo? Qualcuno ti ha picchiata? Ti hanno fatto del male? Come stai?" chiese preoccupato, avvicinandosi a me.
"Sto male. Non fisicamente, ma psicologicamente." dissi scuotendo la testa quando le parole di Niall risuonarono nella mia testa.
"Ti dò un passaggio a casa." disse dolcemente vedendomi così turbata. Mi aprì lo sportello e salii nella sua auto costosa. Il riscaldamento era acceso e i brividi andarono via. Riuscii a rilassarmi contro il sedile mentre lui guidava verso casa mia.
"Come mai non hai la scorta?" chiesi incuriosita.
"Non mi piace avere la scorta." disse con una smorfia.
"E tuo padre ti lascia uscire senza?" chiesi un po' scettica.
"Non sa che sono uscito." disse con un sorrisetto, facendo sorridere anche me.
"Allora sei proprio un ribelle." dissi prendendolo in giro.
"Si, lo sono." disse con un sorriso ancora più grande.
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River Valley || h.s.
FanfictionUn mondo diviso dalla guerra, un'umanità avida e impassibile di fronte ai vinti, un emisfero pieno di disperazione e dolore. Un raggio di sole che cerca di condividere la sua luce con gli altri.© copertina: crediti a @mels_18