Capitolo 20

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Non sapevo da quanto tempo stavamo camminando ormai, ma sentivo le gambe intorpidite e il mio corpo mi urlava di fermarmi anche solo per un attimo. Harry camminava tranquillamente davanti a me ed io certe volte mi perdevo ad osservare la sua figura slanciata. Una cosa che mi piaceva del suo fisico era che aveva le spalle larghe e i fianchi stretti. Era una cosa che mi aveva sempre affascinato in un ragazzo. Poi i suoi capelli, erano così diversi da quelli di tutti i ragazzi che venivano a scuola con me. Era strano e lo trovavo insensato, ma tutti gli adolescenti si ostinavano a mescolarsi con la massa vestendosi come tutti, pettinandosi come tutti e parlando delle stesse cose di cui parlavano tutti. Harry era come una boccata di aria fresca, era diverso e ti incuriosiva. Ti faceva venire voglia di sapere di più su lui e sulla sua vita, era intrigante.

"Heaven!" mi richiama Harry facendomi sobbalzare. Alzai lo sguardo verso di lui e vidi che mi guardava confuso. "Hai sentito quello che ti ho detto?" continuò mentre si formava un cipiglio sul suo viso.

"Scusa, stavo... pensando." mi morsi il labbro nervosamente distogliendo lo sguardo dai suoi occhi verdi.

"Facciamo una sosta qui. Camminiamo già da quattro ore." disse avvicinandosi ad un muretto e togliendosi lo zaino dalle spalle. Dietro ad esso si apriva un vasto prato ed era rigenerante vedere qualcosa che non fosse solo distruzione. Istintivamente presi una boccata d'aria e mi accasciai sul muretto, cercando in qualche modo di sdraiarmici sopra.

"Cosa stai facendo?" disse Harry cercando di nascondere un sorrisetto divertito. Provai a guardarlo ma la luce del sole dietro di lui me lo impediva e creava una strana aura intorno a lui. Sembrava un angelo.

"Sono stanca, voglio distendermi." dissi lasciando penzolare il mio braccio visto che il muretto era troppo stretto.

"Sei una pappamolla." disse avvicinandosi a me. Prese la mia testa fra le sue mani e me la sollevò gentilmente. Fui presa alla sprovvista ma riuscii a mantenere l'equilibrio. Si sedette senza dire una parola e poi poggiò la mia testa sulle sue gambe.

"Grazie." mormorai alzando lo sguardo verso il suo mentre sentivo le guance in fiamme.

"Heaven, se mi dici ancora grazie ti lascio qui." disse frugando nello zaino accanto a lui. Tirò fuori delle barrette energetiche e due banane. Mi porse la mia parte che iniziai a mangiare silenziosamente. Non capivo perchè odiasse così tanto sentirmi dire grazie. Forse lo dicevo troppo spesso, ma non potevo farne a meno quando lui faceva qualcosa di gentile nei miei confronti. Sarebbe potuto sembrare stupido ma a me non piaceva dare le cose per scontato, niente nella vita era dovuto e niente era obbligatorio. Se una persona decideva di spendere alcuni secondi della sua vita per compiere un'azione gentile nei tuoi confronti era giusto ringraziarla e farle capire che avevi apprezzato il suo gesto e che non era passato inosservato.

"Perchè non ti piace sentirmelo dire?" chiesi dopo aver finito di mangiare, facendomi coraggio.

"Mi sembra stupido. Non ti ho fatto un favore, non devi pensare che lo faccia per te e non voglio la tua gratitudine in cambio." disse nervosamente spostando la mia testa dalle sue gambe e alzandosi in piedi.

"Perchè parli come se io non fossi nessuno?" chiesi mettendomi a sedere. Sminuiva sempre tutto e mi faceva sentire insignificante. Era una sensazione terribile.

"Non è così. Dio, Heaven." si portò lo zaino in spalla e si passò nervosamente una mano fra i capelli. "Dobbiamo andare." Mi alzai in piedi alle sue parole e mi fermai di fronte a lui.

"Mi hai fatto molti favori da quando ci conosciamo e lo hai fatto per me, non per un tuo tornaconto personale. Non penso tu fossi molto comodo con la mia testa sulle tue gambe, e dovresti semplicemente imparare ad accettare un grazie invece di comportarti da completo idiota." dissi tutto d'un fiato probabilmente rossa in viso per la rabbia. Lo superai colpendogli una spalla e ripresi a camminare. Lo sentii grugnire a bassa voce e poi i suoi passi dietro di me. Mi superò senza rivolgermi uno sguardo e senza proferire parola. Voleva comportarsi da bambino cocciuto? Bene, potevamo giocare in due a questo gioco.

River Valley || h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora