Capitolo 11

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Mi mossi sul letto in cerca di qualcuno e quando non trovai nessuno accanto a me aggrottai le sopracciglia. Mi sforzai di aprire gli occhi e mi tirai su a sedere perlustrando la stanza.

C'era Harry quando mi addormentai. Cercai di ricordare il perché, e quando quel pensiero arrivò nella mia mente sentii il mio cuore affondare nel petto.

"Oddio." mormorai coprendomi la bocca senza fiato. Maria. Cosa le sarebbe successo?

All'improvviso la porta si aprì e rimasi sorpresa quando vidi Harry arrivare con un bicchiere d'acqua.

Quando si accorse che ero sveglia mi rivolse uno sguardo preoccupato.

"Grazie." dissi quando mi porse il bicchiere. Ne avevo davvero bisogno. Senza dire una parola si sedette accanto a me.

"Quanto ho dormito?" chiesi stropicciandomi gli occhi.

"2 ore." rispose senza aggiungere altro. Si stava comportando in modo così strano. Fino a qualche ora fa era così aperto e premuroso. Forse l'avevo solo impietosito e aveva deciso di darmi una mano. Il pensiero mi fece stranamente male.

Mi portai le ginocchia al petto e poggiai la fronte contro di esse. Il silenzio che si era creato mi infastidiva e non avevo idea di come riempirlo. Sembrava che avessi davanti un altro Harry e non quello che mi aveva aiutato a tornare a casa, che era riuscito a calmarmi e che mi aveva cullato tra le sue braccia fino a farmi addormentare.

"È meglio che vada." mormorò alzandosi dal letto. Portai immediatamente il mio sguardo su di lui.

"C-Cosa è successo? Perché ti stai comportando così?" chiesi confusa, presa del tutto alla sprovvista dalla sua freddezza. Rimasi sorpresa dal fatto che riuscii a trovare il coraggio per dirglielo.

"Niente. Non voglio che tuo padre mi veda qui." disse lanciandomi un'occhiata.

"Sei serio?!" dissi lasciandomi scappare una risata incredula. Lui aggrottò le sopracciglia.

"Puoi dirlo che sei tu a volertene andare. Non c'è bisogno di prendere delle scuse." mormorai sdraiandomi di nuovo sul letto, nascondendo il viso nel cuscino.

Rimase totalmente in silenzio. Non sentii neppure il minimo movimento e sobbalzai quando sentii una sua mano sulla mia schiena.

"Non so come affrontare questa... cosa." disse passandosi una mano fra i capelli. Mi girai in modo da essere faccia a faccia con lui.

"Di cosa stai parlando?" chiesi del tutto confusa. Lui distolse lo sguardo e scosse la testa, passando di nuovo una mano tra i suoi capelli.

"N-Non lo so." balbettò insicuro. "Per questo è meglio che vada." disse alzandosi dal letto. Mi alzai anche io e afferrai il suo braccio. Lui non si girò, così mi posizionai davanti a lui.

"Vuoi spiegarti per favore?" chiesi incrociando le braccia al petto. Lui alzò gli occhi al cielo.

"E perché eri qui a San Diego?" continuai a chiedere mentre vedevo la sua esasperazione crescere.

"Ero.. Ero indeciso se venire da te o meno." disse quasi con fatica, mordendosi il labbro. Spalancai gli occhi per la sorpresa. Forse anche lui sentiva le stesse cose che provavo io.

"Poi ti ho vista arrivare e ti ho osservato." disse grattandosi la nuca. "Il resto della storia la sai già." disse mordendosi di nuovo il labbro. Era a disagio.

"Non hai risposto alla mia prima domanda." dissi assottigliando gli occhi. Lui avanzò verso di me e mi superò urtando la mia spalla. Rimasi paralizzata per un attimo, ma quando realizzai che se ne stava andando mi costrinsi a seguirlo lungo le scale.

River Valley || h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora