Capitolo 16

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Mio padre mi riportò sulla terra chiamando il mio nome.

"Heaven chiudi la porta e vai a letto che domani hai scuola. Ci penso io a sistemare. Noi parliamo domani." disse portando i piattini in cucina. Sapevo che si riferiva al mio rifiuto della lettera di raccomandazione per Harvard, ma non avrei di certo cambiato idea. Chiusi la porta e corsi al piano di sopra. Harry era sdraiato sul mio letto.

"Cosa non ti è chiaro della frase 'Stai nascosto'?" dissi spazientita. Poteva essere mio padre e lo avrebbe visto comodamente sdraiato sul mio letto.

"Ho sentito i tacchi." disse facendo un cenno con la testa. "Mi sarei nascosto altrimenti." 

Aggrottai le sopracciglia fissando i miei piedi. Aveva ragione, ma ero un po' sconvolta in quel momento. Le parole del signor Payne continuavano a ronzarmi nella testa. Mi tolsi i tacchi e li gettai accanto la scarpiera. Presi il pigiama e mi chiusi in bagno. In meno di due minuti ero di nuovo in camera mia pronta per dormire.

Chiusi la porta a chiave in caso a mio padre fosse venuta la brillante idea di darmi la buonanotte. 

"Puoi indossare la maglietta di mio padre." dissi porgendogliela e mettendomi sotto le coperte. Si alzò senza proferire parole, dandomi le spalle. Si tolse la maglietta mostrandomi la sua schiena nuda e completamente priva di tatuaggi. Aveva le spalle forti ma i fianchi stretti. Si mise la maglietta e si recò in bagno. Dopo neanche due minuti tornò in camera solo con indosso i boxer e la maglietta e si sdraiò sulle coperte.

Lo guardai per qualche secondo con le sopracciglia aggrottate. 

"Che c'è?" mi chiese accorgendosi del mio sguardo su di lui. 

"Puoi metterti sotto le coperte se vuoi." dissi scrollando le spalle. Vidi l'ombra di un sorriso aleggiare sulle sue labbra, ma non ne ero certa. Si mise sotto le coperte insieme a me, ma mantenne una certa distanza. Non sapevo se esserne contenta o dispiaciuta. Dentro di me sentivo che stava avvenendo una battaglia.

"Cosa c'è che non va?" chiese guardandomi negli occhi con uno sguardo preoccupato. Alzai le sopracciglia sorpresa. Non era molto difficile capire quando qualcosa mi turbava, ma non pensavo gli importasse abbastanza da accorgersene.

"Il signor Payne mi ha detto una cosa prima di salire in macchina." sussurrai avvolgendomi di più attorno alle coperte come se, almeno in quel momento, potessero farmi da scudo.

"Cosa ti ha detto?" disse nervosamente. Non capivo bene di che umore fosse, se era preoccupato o arrabbiato. Forse entrambe.

"E' una cosa stupida. Forse la mia mente ha ingigantito la cosa, dopo le cose che mi avevi detto." dissi distogliendo lo sguardo e abbracciando il cuscino.

"Heaven, dimmelo." disse avvicinandosi pericolosamente a me. Il suo respiro sfiorò gentilmente il mio viso e sentii odore di menta nel suo alito.

"Ti sei lavato i denti?" chiesi con un sorrisetto. Allargò gli occhi e capii subito che avevo indovinato.

"Hai usato il mio spazzolino, vero?" chiesi ancora, visto il suo silenzio.

"Adesso non è importante." disse passandosi una mano tra i capelli. "Dimmi cosa ti ha detto." disse seriamente. 

"Mi ha detto 'A presto'." dissi distogliendo lo sguardo per quanto suonava stupido ora che lo avevo detto ad alta voce. "Non è stato quello che ha detto in realtà." dissi cercando di spiegarmi. "Ma come l'ha detto." sussurrai guardandolo negli occhi. 

"Mi ha rivolto questo sorrisetto inquietante e i suoi occhi sembravano più scuri del solito." continuai.

"Sapevo che aveva qualcosa in mente." disse Harry passandosi una mano tra i capelli. Lo fissai mentre si mordeva il labbro per la frustrazione. Non riuscivo a distogliere lo sguardo dalle sue labbra rosee. Erano a forma di cuore. Quando Harry si girò verso di me mi resi conto che eravamo troppo vicini.

River Valley || h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora