Ero arrivata a Milano da qualche ora. Il treno aveva fatto ritardo ed il viaggio in Uber era stato un incubo.
La valigia giaceva già mezza vuota sul pavimento della camera da letto, le scarpe, inutile dirlo, erano state la prima cosa che avevo sfilato appena messo piede in casa.
Stavo rassettando il salotto e, mentre tiravo via la polvere che si era accumulata in mia assenza, avvertivo un forte senso di inquietudine, una sorta di senso di attesa irrisolta, uno stato di allerta che mi segnalava che qualcosa di importante stesse per accadere, oppure non fosse accaduto per tempo. Più probabilmente.Non c'era Lino al centro dei miei pensieri in quel momento. Mi ero messa a pulire casa proprio per non pensare a lui ed a tutto quello che in sospeso avevamo lasciato fra noi... solo per colpa mia.
Sentivo una forte stretta allo stomaco, a cui non riuscivo a dare altra spiegazione se non riconducendola alla tensione dell'essere io la sola responsabile di tutto quel macello che era diventata la mia vita nelle ultime ore.
Magari per una ragione banale.
Avevo sentito spesso dire: "chi ha l'amore ha tutto". Il resto dovrebbe ridursi a banali quisquilie, cose prive di senso. Quanto si sbagliava chi aveva detto quelle parole! Stavo imparando a mie spese che, a volte, anche l'amore più bello, vero, travolgente e leale del mondo può rivelarsi non abbastanza.
Strinsi i denti e continuai a pulire casa, sperando che quella sensazione magicamente scomparisse, proprio come si era presentata.Non fu così. Purtroppo.
Allora, nella speranza di alleviare leggermente quel nodo alla gola, di distrarmi per lo spazio di qualche minuto dai pensieri, telefonai a mia madre, che non sentivo da qualche giorno.
Il telefono squillò una volta sola, poi lei mi rispose.
<< Sara, amore mio, come stai? Non ti sento da un sacco di tempo! Com'è andata in Abruzzo? Come ti sei trovata con i genitori di Lino? E suo fratello? E sua cognata? E il bambino, come sta il bambino? >>.
Una raffica di domande mi paralizzò. Il suo tono era agitato, fremente. Cercai di mantenere la calma, perché, se solo avessi ceduto alle sue insistenze ed alle sue ansie, avrei vomitato tutti i miei problemi, i miei dispiaceri e le mie frustrazioni, annegandoli al telefono con lei in un mare di lacrime.
<< Ciao mamma! Scusa se non mi sono fatta viva, ma sono state delle giornate molto piene. In Abruzzo è andato tutto benissimo. E Paolo Clelio è un bambino speciale >>.
<< E allora perché non mi sembri così entusiasta? C'è qualcosa che non mi stai dicendo, Sara? >>. Insisteva.
Io per tutta risposta rimasi in silenzio, ma mia madre mi conosceva come le sue stesse tasche e sapeva perfettamente quando qualcosa non andava.
<< Nulla, mamma, stai tranquilla... >>. Le lacrime premevano per uscire. Le strinsi in gola e fu proprio in quel punto che si concentrò tutto il mio dolore, in quella salda stretta.
<< Eh no! Io non sono tranquilla per niente! Ti prego, Sara, parlami! >>.
Non volevo preoccuparla inutilmente, anche se ormai era troppo tardi per tornare indietro e fare in modo che quei mille scenari apocalittici che già si erano prospettati nella sua mente scomparissero.
Tale madre, tale figlia del resto.
<< Mamma, ti devo lasciare! Mi stanno chiamando sul telefono aziendale e non posso proprio non rispondere. Domani torno a lavoro. Appena esco dall'ufficio ti chiamo, promesso! >>
<< Mi raccomando, amore di mamma. Non prendere decisioni avventate. Poi te ne penti, lo sai! Io sono qui se hai bisogno! >>.Tutti volevano starmi accanto, ma io respingevo ogni tentativo di avvicinamento. Non volevo nessuno, non volevo parlare con mia madre, e non volevo parlare con Lino, che era la persona che più meritava una mia apertura, una che lo rendesse partecipe dei miei dubbi, delle mie sofferenze.
Eppure quanto avrei voluto che qualcuno fosse lì con me in quel momento, che mi stringesse fra le sue braccia e mi assicurasse che tutto sarebbe andato per il verso giusto. Avevo bisogno di qualcuno che mi asciugasse quelle lacrime che non ne volevano sapere di smetterla di sgorgare dai miei occhi stanchi, finalmente libere di farlo, una volta chiusa la chiamata.
Essere forti non vuol automaticamente dire essere in grado di dimostrarlo in ogni momento.
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Un Lino... è per sempre!
RomanceSara è una giovane donna profondamente delusa dall'amore e sin troppo assorbita dalla carriera. Una telefonata della Lux Vide imprimerà un cambiamento nella sua vita e, grazie al lavoro che la casa di produzione le proporrà, conoscerà lui, Lino Gua...