Capitolo 29

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Ero come pietrificata.

Sauron aveva detto la verità. Davvero dentro di me viveva una parte di lui. Io ero come lui.

Perché i Valar me lo avevano tenuto nascosto? Perché mi avevano riempita di menzogne?

Di chi dovevo fidarmi?

Di Sauron o dei Valar?

-Belthil?

Sauron mi teneva ancora stretta tra le sue braccia, come se fossi qualcosa di prezioso da proteggere.

-Loro ... perché ... io ...- non riuscivo a parlare, la gola si era fatta improvvisamente secca.

-Shh, non ti preoccupare, ci sono io con te. Ti puoi fidare di me. Forza, alziamoci dal pavimento.

Mi sollevò per le spalle, senza però mollare la presa su di me. In quel momento era come diventato il mio unico appiglio per non cadere e lasciarmi andare alla disperazione.

Se Varda non mi avesse portata a Valinor i miei genitori sarebbero ancora vivi. Tutti quelli che conoscevo avrebbero potuto continuare la loro vita.

Tutto ciò che era successo in realtà era a causa loro, non di Sauron. Lui aveva reagito in quella maniera solo per vendicarsi.

Dentro di me cominciava a farsi largo la rabbia.

Le gambe cominciavano a cedere di nuovo.

-Da adesso questa torre sarà la tua dimora, potrai andare ovunque tu desideri, tranne che all'esterno, l'aria è troppo contaminata dal fumo. Vieni con me.

Annuii con il capo mentre Sauron mi guidava fuori da quella sala, tenendomi sempre stretta a sé.

Aveva capito che in quel momento avevo bisogno di lui, del suo sostegno.

Attraversammo alcuni corridoi scuri, fino a trovarci di fronte ad una porta in ebano finemente intagliata.

-Queste sono le tue nuove stanze.- disse portandomi all'interno.

Al centro della stanza vi era un enorme letto a baldacchino in legno scuro, rivestito da coperte e cuscini color dell'argento. Ai piedi di esso vi era un baule con il mio nome inciso sul coperchio ed un tappeto in pelliccia nera che copriva parte del pavimento in legno, simile a quello della struttura del letto. Di fronte al letto vi era un'enorme finestra, alta fino a quasi il soffitto a volta; illuminava la stanza con quella strana luce rossastra, e ai lati vi erano pesanti tende argentee.

Da lì si vedeva solamente la desolazione di Mordor ed il Monte Fato.

-Apri il baule.- mi sussurrò Sauron alle mie spalle.

Mi inginocchiai davanti ad esso e feci come mi aveva detto.

Al suo interno vi era un vestito. Guardai stupita Sauron e lui mi fece segno di prenderlo.

Lo sollevai lentamente.

Era un lungo vestito nero. La parte superiore era aderente, a maniche lunghe, ed aveva una profonda scollatura sulla parte posteriore. La gonna invece era di tulle e pizzo.

-Cosa ne pensi? L'ho conservato tutto questo tempo per te, in attesa del tuo ritorno.

-É.. è stupendo ...

-Bene, allora indossalo. I tuoi vestiti sono tutti impolverati e non ti si addicono. Quando sei pronta avvisami, io sono qua fuori. Dobbiamo raccontarci molte cose, voglio recuperare il tempo che abbiamo perso.- e detto questo, mi lasciò sola.

Appoggiai il vestito sul letto e cominciai a spogliarmi. Quando mi tolsi gli stivali, il pugnale che vi avevo messo cadde sul tappeto, senza fare alcun rumore.

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