Capitolo 9

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Sentivo il mio corpo bruciare. Ogni mia singola cellula era come in fiamme. Mi contorcevo dal dolore lanciando urla strazianti.

“Che cosa mi ha fatto?!”

Continuavo a ripetermelo. Sentivo che il mio corpo stava cominciando a cedere e affannavo per respirare. Quello che mi stava bruciando dall’interno non era un normale fuoco. Sentivo che era qualcosa di molto più potente e antico, qualcosa legato alla stirpe di Varda.

Dovevo resistere, dovevo continuare a vivere per sapere cos’era successo a mio fratello. Lo dovevo fare per lui, per tutto quello che aveva fatto per me, per l’incredibile persona che era. Quindi serrai i denti e continuai a resistere. I ricordi cominciarono ad affollarmi la mente.

-Mammaaa Sauron mi ha dato un pizzicotto!

-Non è vero, è stata lei a cominciare!

Eravamo a tavola e io e Sauron eravamo seduti vicini. Lui aveva sette anni mentre io ne avevo dieci. Come ogni fratello e sorella fanno, ci stavamo facendo i dispetti a vicenda. Mi piaceva un sacco farlo arrabbiare e vederlo diventare rosso come un peperone : era buffissimo. Mia madre alzò gli occhi al cielo in segno di disapprovazione mentre mio padre rideva sotto i baffi. Era una scena abbastanza comica. Avevamo pezzi di cibo tra i capelli e sulla faccia ed eravamo pronti a cominciare un’altra battaglia di cibo.

-Adesso basta! Belthil piantala di dare fastidio a Sauron e tu non la provocare! Guardate come avete ridotto la tavola!

Ora era mia madre a essere rossa come peperone. Allora mio padre, cercando di soffocare una risata, cercò di farla calmare.

-Suvvia Ris sono solo bambini. Non essere sempre così rigida, lasciati andare almeno quando sei con la tua famiglia. Vedrai che poi sistemeranno tutto, vero bambini?

Mio-padre-era-un-vero-mito.

-Si papii- rispondemmo in coro.

Quanto vorrei ritornare indietro …”

Le mie forze cominciavano a diminuire sempre di più, come se quel fuoco mi stesse prosciugando le energie. Mi sentivo molto stanca ma ero determinata a non cedere e continuavo a ripetermi il nome di mio fratello.

All’improvviso sentii una stretta al cuore che mi fece smettere di respirare per qualche secondo. Quel fuoco era troppo potente, non sapevo per quanto ancora avrei saputo resistere.

Sentii la voce di Varda nella mia testa:

Non combatterlo, lascia che diventi parte di te … ce la puoi fare Belthil, ho fiducia in te …

Le sue parole mi diedero qualche secondo di pace, poi il dolore ricominciò.

Mi aveva detto di lasciarmi andare, ma se lo avrei fatto ero sicura che sarei morta. In quel momento la fiducia in lei cominciò a vacillare e il fuco diventò più ardente. E fu allora che capii.

“ Devo avere fiducia. Più avrò fiducia e meno questo fuoco mi  brucerà.”

Cercai di fare un respiro profondo e mi lasciai andare.

All’inizio fu molto doloroso, poi sentii che le mie forze stavano ritornando più forti di prima. Dal cuore si espanse un piacevole calore in tutto il corpo e finalmente tutto il dolore che avevo provato scomparì, lasciandomi respirare normalmente.

Alla fine mi sentivo più che bene, come se fossi … rinata.

Pian piano il piacevole calore lasciò spazio alla stanchezza e caddi addormentata .

Sognai il fuoco. Un fuoco potente e impetuoso dal quale proveniva una voce profonda che mi riempì la testa con le sue parole:

“Da ora in poi tu sei la mia custode, per l’eternità.”

//

-Belthil … Belthil … BELTHIL !!

Varda. Mi stava urlando nelle orecchie. D’istinto mi girai dall’altra parte ma lei continuava a chiamarmi, così mi stiracchiai e aprii gli occhi.

Mi trovavo tra soffici coperte in un comodo letto fatto in abete bianco. Il bianco e il blu erano i colori predominanti di quella stanza. Infatti tutti i tessuti presenti (coperte e tende) erano blu scuro, mentre i mobili erano fatti dello stesso materiale dell’enorme letto in cui mi trovavo. Dalle tende filtravano i raggi del sole che illuminavano ancora di più l’ambiente.

Sentii il tocco di una mano sulla mia spalla e mi voltai. Spalancai gli occhi appena vidi il vero aspetto di Varda: era bellissima, una vera dea.

I lunghi capelli neri, perfettamente lisci, le arrivavano fino alla fine della schiena, nonostante erano legati in uno chignon intrecciato dietro la nuca, impreziosito da alcune perle. Due lunghe ciocche le incorniciavano il viso pallido a cuore. Solo gli zigomi erano leggermente rosati ed erano molto evidenti. Quello che mi stupì più di tutto fu il suo sguardo, così gentile ma alla stesso tempo autoritario. I suoi occhi riflettevano tutta la luce dell’universo: aveva le stelle nei suoi occhi.

 Indossava un lungo vestito blu con piccoli diamanti che lo rendevano prezioso e faceva risaltare il suo fisico a grissino ma abbastanza muscoloso da avere delle belle curve. Sul capo aveva una tiara tempestata di diamanti e zaffiri che emanava pura luce stellare.

Rimasi a fissarla per un po’ ma fu lei a interrompere quel silenzio.

-Vedo che ti stai riprendendo in fretta mia cara. Hai appena superato la tua prima prova con notevole successo e tra poco sarai in grado di rialzarti e cominciare ad allenarti.

-Quale prova?- chiesi.

-Quella di avere fiducia. Solo avendo fiducia in me potevi uscire dal limbo e diventare la Custode.

-Custode di cosa esattamente?!- cominciavo a preoccuparmi.

-Da oggi sei la Custode della Fiamma Imperitura, lo spirito divino che anima tutte le creature viventi ed essenza divina di  Eru Ilúvatar, creatore degli Ainur, mio padre.

ANGOLO DELL’AUTRICE

Ho cercato di aggiornare oggi visto che questa settimana non potrò farlo : ( (maledette verifiche).

Più di 400 visualizzazioni e 130 voti … WOW grazie mille vi adoro <3

Bacioni

Giulia :3

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