Epilogo

366 27 13
                                    

CALEN'S POV

Oscurità e tenebre erano tutto ciò che riuscivo a vedere. Freddo e dolore, erano le sole sensazioni che percepivo. Non sapevo dove mi trovassi e non avevo neanche le forze di aprire gli occhi.

La testa sembrava sul punto di scoppiare, come se qualcosa la stesse martellando dall'interno. Era un dolore insopportabile. Ma il dolore proveniva anche dalla gamba destra, lacerante e profondo.

Anche il più piccolo movimento mi provocava dolore. Ero disteso su una superficie piatta e gelida, l'aria era umida e sapeva di chiuso.

All'improvviso sentii delle voci che si avvicinavano sempre di più. Qualcuno infilò delle chiavi in una porta, le fece scattare tre volte, e sentii una brezza gelida proveniente dall'esterno che mi fece venire i brividi.

-Ve l'ho già detto mille volte, non posso svegliarlo: è troppo debole ...

-Il Padrone vuole parlargli al più presto, e non c'è bisogno di ricordarti che a lui non piace aspettare ...

-Non so con esattezza quanto siano gravi le sue ferite, potrei ucciderlo!

-Il Padrone si fida di te, sa che non lo deluderai. Sveglialo.

"Non azzardarti a toccarmi, chiunque tu sia!"

Sentii dei piccoli passi avvicinarsi a me e cercai di divincolarmi ma con scarsi risultati, sia per il dolore sia perché delle catene mi bloccavano i polsi e le caviglie. Ero in trappola.

Qualcuno appoggiò le dita sulle mie tempie e iniziò a sussurrare qualcosa in una lingua che non capii, come se fosse una specie di preghiera.

All'improvviso sentii uno strano calore provenire dalle sue dita, piacevole e intenso. Cominciò a diffondersi nella mia testa, per poi raggiungere tutto il resto del corpo. Sentii ritornarmi le forze e il dolore scomparve.

Aprii gli occhi.

All'inizio fu tutto sfocato, poi cominciò ad essere più nitido.

Mi trovavo in una specie di cella sotterranea, illuminata solamente da una torcia appesa alla parete di fianco alle sbarre della cella. I muri erano di pietra e ragnatele pendevano dal soffitto,

Di fronte a me vi era il viso di un uomo solcato da innumerevoli rughe. Gli occhi grigi erano fissi su di me, i lunghi capelli grigi gli coprivano parte delle spalle ed indossava una tunica malridotta e logora, con diverse pezze a coprirne i buchi più evidenti.

-Dove ... dove sono?

-Sei in luogo sicuro, non preoccuparti. Adesso ti libero così potrò medicarti meglio ...

Le catene si aprirono con uno scatto metallico e potei finalmente muovermi. I polsi e le caviglie erano intorpidite ed ero ancora stordito per il forte mal di testa che fino a poco prima mi stava facendo scoppiare la testa.

Cercai di alzarmi aiutandomi con i gomiti mentre l'uomo mi aiutava sorreggendomi la schiena.

Mi guardai intorno e qualcosa attirò subito la mia attenzione.

-E quello che diamine è?!

Dietro all'uomo vi era una creatura grottesca e deforme, dalla pelle verdastra, gli occhi rossi, le orecchie appuntite e perforate ai lati, la bocca con zanne sporgenti. Era coperto da una rozza armatura sotto alla quale spuntava fuori una tunica madida di sudore, mentre sul fianco vi era una spada primitiva.

-Tranquillo, non ti farà del male fino a quando non gli darai una ragione per farlo ... - mi rispose l'uomo mentre la creatura farfugliò qualcosa che non riuscii a comprendere.

|Belthil|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora