Capitolo 30

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-Sei stupenda con questo abito ...

-Dove mi stai portando?

-In un luogo dove potremo parlare in tutta tranquillità.-mi rispose Sauron.

Stavamo percorrendo una lunga scala a chiocciola, con un tappeto scuro che ricopriva i gradini in pietra e che attutiva il suono dei nostri passi. Ci ritrovammo in un ampio salone, simile alla sala da pranzo, ma al posto del tavolo vi erano due divanetti di pelle nera, uno di fronte all'altro, con al centro un tavolino in ebano sul quale erano posti due calici ripieni di vino rosso.

Lui prese posto su uno dei due divani, accavallò le gambe e prese in mano uno dei due calici.

-Prego, accomodati.

Mi fece posto di fianco a lui, ma preferii sedermi sul divanetto opposto.

-Di cosa volevi parlare?-chiesi.

-Devo farti una proposta, mia cara Belthil.

-Ti ascolto.

-Come ben sai, tu sei essenziale per me e non lascerò più che tu ti allontani dalla tua vera casa . In questi anni ho dovuto patire la sofferenza della tua distanza e vederti qui con me è ... è come se finalmente si fosse tolto un macigno sul mio cuore. Tu sei parte di me.

Feci un respiro profondo, mentre Sauron bevve un sorso di vino, per poi posare  il calice sul tavolino e alzarsi in piedi.

-Diventa la mia regina, sii la signora di Mordor, ciò che da sempre sei destinata ad essere.

-C-cosa?

-Sposami, Belthil.

In un attimo fu accanto a me. Mi prese una mano e se la portò al petto.

-Senti i battiti del mio cuore? Sono per te; tu sei la mia forza. Se accetti di sposarmi sarò finalmente in pace con me stesso, perché tu mi renderai completo.

Ero immobilizzata. Sposarlo?

Il solo pensiero mi dava i brividi. Io non lo amavo, non era lui il mio Melamin, ne ero sicura.

Lui si faceva sempre più vicino, fino a quando i nostri volti furono poco distanti. Conoscevo le sue intenzioni.

Mi alzai di scatto, facendogli perdere l'equilibrio.

-No.

-Che cosa hai detto?!

-No!

In un battito di ciglia fu di nuovo accanto a me.

Era furioso.

Mi strinse le braccia, facendomi male, e mi guardò negli occhi.

-Tu ... dimmi chi è!

-Di cosa stai parlando?

Mi afferrò la gola e con una sola mano mi sollevò leggermente da terra. Non riuscivo più a respirare, mi stava soffocando.

-Tu sei MIA! Nessun altro può averti!

Mi fece sbattere la schiena contro una parete e mi schiacciò contro di essa con il suo corpo. Mollò la presa sul mio collo, mi prese le mani con foga e me le sollevò sopra la testa, stringendomi i polsi.

-S-Sauron basta ... mi stai facendo male ... lasciami ...

-Tu sei mia ...

Era come fuori di sé. Cominciò a baciarmi con foga prima il collo, poi gli zigomi, avvicinandosi sempre di più alla bocca.

-N-no ... - tentai più volte di allontanarlo ma era tutto inutile, lui era troppo forte.

Mi morse il labbro inferiore e per il dolore emisi un piccolo grido. Lui ne approfittò e fece scivolare la sua lingua nella mia bocca.

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