Capitolo 1

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Il sole sorgeva all’orizzonte. Mille tonalità di rosso riempivano il cielo e una leggera brezza mattutina scuoteva dolcemente le chiome degli alberi riempiendomi i polmoni d’aria fresca.

Amavo guardare l’alba dalla mia terrazza ogni volta che dovevo svegliarmi presto per andare a caccia insieme a Sauron. A volte mi svegliavo nel cuore della notte e aspettavo l’alba, ma capitava molto di rado.

Chiusi gli occhi e mi lasciai cullare dal vento. Non so per quanto tempo rimasi così.

Sentii qualcuno entrare nella mia camera.

- Mia signora, suo fratello la sta aspettando all’ingresso. Faccio preparare il vostro cavallo?

Era la mia ancella, Kaeliee. Lei era la mia migliore amica fin da quando eravamo entrambe bambine e a lei confidavo tutti i miei segreti e i miei pensieri più profondi. A volte essere parte della famiglia reale mi faceva sentite sola, ma con lei le giornate passavano in fretta e in allegria.  Kaeliee era considerata una delle più belle ragazze del regno, e quasi la invidiavo. Gli occhi erano color dell’oro, così come i suoi lunghi capelli raccolti in una treccia. Indossava un semplice abito monospalla color porpora, in parte coperto da un velo serico, che metteva in evidenza le sue forme longinee.

- Grazie per avermi informata Kaeliee. Si certo avvisa lo stalliere.

- Sarà fatto. Avete bisogno di me?

- No grazie, puoi andare.

Dopo aver fatto un piccolo inchino con il capo, Kaeliee lasciò la mia stanza. Decisi non far aspettare ancora Sauron e cominciai a prepararmi per la battuta di caccia. Scelsi dall’armadio dei semplici pantaloni con ginocchiere in cuoio e una maglietta coperta  da una leggera cotta di maglia dorata. Infine mi legai i miei lunghi capelli color mogano scuro in una coda alta, rendendo più voluminosi i boccoli e mettendo in evidenza le miei piccole orecchie a punta decorate con alcuni orecchini ad anello in oro bianco.

Uscii velocemente dalla mia stanza dirigendomi in armeria per prendere arco e frecce. Tutte le donne del mio popolo sapevano combattere con ogni tipo di arma e la mia preferita era l’arco regalatomi da mio padre quando ero bambina. Era fatto in legno di quercia decorato con alcune scritte dorate che narravano la storia delle donne guerriere della nostra stirpe.

Dopo aver controllato di aver abbastanza frecce, andai all’ingresso del palazzo che in realtà era come un giardino interno con al centro una fontana in marmo bianco.

Ed era lì che mi stava aspettando. Come se avesse percepito la mia presenza a metri di distanza mi disse borbottando:

- Era ora principessina! Se continui così dovrò scegliermi una nuova compagna di caccia prima di diventare come quella statua!

- Eddai sono in ritardo solo di qualche minuto … e poi ti ho già detto mille volte di non chiamarmi principessina.- Gli risposi facendo finta di essere offesa.

- Ahahah stavo scherzando sorellona.-   Mi rispose lui facendomi un grande sorriso. Quanto adoravo quel sorriso…

- Forza andiamo prima che i cervi raggiungano i pascoli oltre le montagne.

E così lo seguii alle scuderie dove prendemmo i nostri cavalli per poi uscire dal palazzo e immergerci nella fitta foresta di Dormor. 

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