Capitolo 8

462 58 25
                                    

Non urlai.

Stavo precipitando verso lava incandescente.

Stavo per morire a causa di mio fratello.

Chiusi gli occhi.

Non credevo che il dolore che avrei provato quando il mio corpo sarebbe diventato cenere sarà stato maggiore di quello che provavo dentro di me.

Ricordi di me e Sauron continuavano a passarmi nella mente: quando lo vidi per la prima volta tra le braccia di mia madre; quando eravamo piccoli e giocavamo con piccole spade di legno con lui che scoppiava in lacrime quando le battevo; la nostra prima battuta di caccia; le nostre lunghe chiacchierate davanti al camino sotto le coperte; le nostre risate anche per motivi stupidi.

Cose normali tra fratelli, ma ormai io avevo perso il mio.

A mano a mano che andavo sempre più giù aumentava il calore, divenendo insopportabile.

Era la mia fine.

Non ci avevo mai pensato seriamente alla morte, appartenendo a una stirpe molto longeva : potevamo vivere fino a mille anni. Pensavo che sarei caduta in battaglia, diventando così una leggenda come le mie antenate, non certo in questo modo così orribile.

Avevo fallito come sorella maggiore, non lo avevo protetto, non lo avevo salvato.

Ero quasi alla fine della mia caduta e un’ultima lacrima mi stava rigando il viso.

Contai dentro di me.

“Tre …

Due …

Uno …

Addio …”

//

Non sentii il mio corpo bruciare, non sentii nulla. Era come se mi fossi tuffata in acqua. Niente dolore.

Magari era stata una morte rapida e non me ne ero nemmeno accorta.

Eppure mi sentivo ancora viva. Sentivo ancora battere il mio cuore, i polmoni riempirsi d’aria.

Aprii gli occhi.

Una luce bianca accecante mi investii. Mi strofinai un po’ gli occhi e mi appoggiai sui gomiti. Intorno a me era tutto bianco e il suolo sotto di me era molto morbido. Non vedevo l’orizzonte di quella distesa e notai che c’ero solo io.

“Allora è così il regno dei morti …  Passerò l’eternità tutta sola.” pensai.

Io mi ero aspettata di trovare attorno a me i miei cari antenati ma non c’era nessuno.

Mi alzai lentamente e sentii tutti i muscoli intorpiditi. Decisi di esplorare quella distesa bianca che sembrava infinita. In fondo avevo tutto il tempo del mondo e dovevo trovare un modo per passarlo, altrimenti sarei impazzita. Non ero un tipo tranquillo io.

Non so per quanto camminai, ma a me sembrarono ore. Non mi sentivo per niente stanca, anzi, mi sentivo anche fin troppo bene visto il luogo in cui mi trovavo: l’aldilà. Non avevo né fame né sete.

Non trovai niente, assolutamente niente. Il nulla assoluto.

Ebbi l’impressione che mi sarei annoiata un sacco.

-Ehilà … c’è qualcuno? Vi prego datemi qualcosa da fare! Vi scongiuro non ce la faccio più! Questa è una tortura! Non è che questo è l’inferno? Perché se no, voi dei dovreste rivedere qual cosina a proposito della pace eterna …

Dissi rivolgendomi direttamente agli dei con il naso all’insù.

“Certo che quando servono mai una volta che ti rispondano …”

Borbottai tra me e me. Certo rispettavo gli dei ma in quel momento la mia fede stava vacillando. Volevo solo ritornare a casa, dalla mia famiglia, da mio fratello, da Kaeliee, come se nulla di tutto ciò fosse successo.

All’improvviso comparve una luce azzurrina, che diventava sempre più intensa. Alla fine fui costretta a distogliere lo sguardo, non prima di aver visto una figura emergere da quella luce così pura. Sembrava che era la figura stessa a emanarla.

Cosa diamine sta succedendo?”

-Non temere Belthil, figlia di Aran, sono qui per aiutarti.- il suono di quella voce era gentile e infondeva fiducia.

-Chi … chi sei?

-Io sono Eléntari, ma mi conosci con il nome Varda.

Varda?!”

Lei era la più potente regina dei Valar, i miei dei, la Signora delle Stelle. Davanti a me c’era una dea.

-Non ti spaventare mia dolce Belthil, come ho detto sono qui solo per aiutarti.

-Aiutarmi? Ma io sono morta cadendo nella lava del Monte Fato …

-Ti sbagli, tu non sei morta.

Non riuscivo a crederci. Come era possibile? Mi ricordavo bene che cadevo nella lava, dopo che mio fratello aveva mollato la presa sul mio collo, era impossibile che fossi ancora viva.

-Non … non può essere vero …

-Io ti ho salvata. Ho trasformato lo strato superficiale della lava in un portale, un istante prima che vi cadessi dentro, portandoti nella mia terra. Nessuno poteva accorgersene, nemmeno tu e tanto meno Sauron. Il tuo corpo è ancora debole e tu sei in quello stato che noi chiamiamo limbo.  

-Mi hai salvata … posso chiederti perché?

-Il tuo destino non è ancora compiuto. Per adesso ho solo bisogno che tu ti fidi di me. Quello che sto per fare è pericoloso e sarà molto doloroso per te, ma è l’unico modo …

-L’unico modo? Cosa intendi dire? Ti prego spiegami cosa sta succedendo … - supplicai.

-Lo farò, ma ora dammi la tua fiducia. Dopo ti spiegherò tutto quanto.

Ero così confusa … stava succedendo tutto così in fretta.

“Forse mi dirà cosa è successo a Sauron …”

-Io … mi fido di te … 

Strinsi gli occhi aspettandomi il peggio, che non tardò ad arrivare.

ANGOLO DELL’AUTRICE

Weila J

Non mi ammazzate ma mi piace tenervi sulle spine … (muahahahaha)

Nei prossimi capitoli ci saranno nuovi personaggi che ne combineranno delle belle … cosa succederà alla nostra Belthil? Lo scoprirete solo leggendo…

Grazie mille a chi continua a seguire e a commentare questa storia<3

Bacioni

Giulia :3

|Belthil|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora