2 | 𝑸𝒖𝒆𝒍𝒍𝒊 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒏𝒐𝒊

194 18 13
                                    

La sera in cui Hailey scoprì la verità su se stessa e su una realtà celata al resto dell'umanità, fu solo la prima di una serie di strane giornate ma malgrado le informazioni che acquisì quella notte, la ragazza non rimase particolarmente sconvolta, come se inconsciamente avesse sempre avuto insita dentro di se quella spaventosa realtà.

L'uomo di cui Hailey ancora non sapeva il nome, le dava le spalle, chino su un tavolino colmo di alcolici, mentre si riempiva un bicchiere, strofinandosi la tempia sinistra con la mano libera. La ragazza era seduta in quella che doveva essere una specie di sala da pranzo. Un lunghissimo tavolo di legno scuro tagliava a metà una grande sala illuminata da dei candelabri posti sui muri e su qualche ripiano. Le pareti erano decorate talmente tanto minuziosamente da perdere la vista e dei grossi pilastri scuri reggevano un soffitto di legno altrettanto intagliato e decorato. I ragazzi che l'avevano portata lì stavano alle spalle della rossa e guardavano la scena in disparte.

L'uomo si girò e con sguardo pensieroso si appoggiò al tavolo portandosi il bicchiere alle labbra mentre Hailey lo guardava dal basso della sedia su cui era seduta.

"Quanti..." l'uomo prese un altro sorso di quel liquido ambrato "quanti anni hai?".

Hailey non capiva cosa stesse succedendo. 'Perchè mi fa una domanda del genere' si chiese lei aggrottando le copracciglia. La mano dell'uomo tremava, Hailey l'aveva notato; e più passava il tempo più l'ansia della giovane aumentava, sotto gli occhi di tutti.

"Vent'uno" rispose lei.

"E dove hai detto di-"

"Con tutto il rispetto, signore" la rossa lo fermò subito con voce tremante ma decisa "Credo di essere io ad aver bisogno di risposte". Aveva tenuto quella frase sulla punta della lingua per tutto il tempo senza avere il coraggio di parlare ma aveva raggiunto il limite di sopportazione. Aveva il diritto di sapere dove fosse e cosa stesse succedendo. Lui annuì guardando davanti a se, per poi finire il bicchiere e lasciarlo sul ripiano di legno scuro, pronto a parlare.

"Non sono io ad occuparmi di queste cose normalmente" disse lui girandosi verso il gruppo di ragazzi vestiti di nero "Non è facile spiegare una cosa del genere". I giovani silenziosi erano incuriositi, era la prima volta che assistevano ad una situazione del genere.

"Può iniziare dicendomi cosa mi ha attacata meno di un'ora fa nel bosco" Hailey era esasperata, stanca e confusa. Una combo pericolosa che le stava facendo perdere la pazienza.

"Un demone" disse l'uomo con voce ferma "Un demone piuttosto debole oltretutto".

Hailey non si sconvolse più di tanto alla risposta, dopo aver visto quella cosa nel bosco era pronta a credere a tutto.

"Dal momento che tu sei riuscito a vederlo e lui è riuscito a toccarti, ne deduco che tu abbia quello che noi chiamiamo il dono".

"Cosa vuol dire?"

"Vuol dire che hai la capacità di vedere le entità maligne, che tu puoi vedere loro e loro ti percepiscono come pericolo, per questo sei stata attaccata" disse sedendosi su una delle sedie dall'altra parte del tavolo. Hailey lo guardava impallidita e sempre più cofusa.

"Era la prima volta che ne vedevi uno?".

La giovane annuì solamente con la testa, fissa a guardare un punto indefinito del tavolo.

"Sei stata parecchio fortunata" disse lui mentre sfilava una sigaretta da un pacchetto appoggiato sul legno scuro "Hai vissuto tutta la vita senza protezioni, senza mai avere problemi".

"Protezioni?"

"Come questa villa" disse faticando ad accendere la sigaretta tra le sue labbra, litigando con un vecchio accendino quasi esaurito "Questa villa è protetta, come tutte le basi dove quelli come noi vivono e lavorano".

𝐷𝐸𝑀𝑂𝑁𝑆 | AteezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora