5 | 𝑭𝒓𝒆𝒄𝒄𝒊𝒂 𝒆 𝒑𝒖𝒈𝒏𝒂𝒍𝒆

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La mattina seguente, mentre Hailey era nelle cucine per metter qualcosa sotto ai denti dopo ore di digiuno, un uomo distinto e dalla faccia imbronciata fece il suo ingresso alla villa, accolto da Jiho. Una pila di scartoffie fu appoggiata davanti alla rossa, seduta sola al grande tavolo con il piatto di noodles accanto. Hailey guardò con angoscia i fogli posizionati dall'uomo in giacca e cravatta ma la cosa fu molto veloce. Si trattava del patto di segretezza che tutti i possessori del dono e i famigliari a conoscenza della verità dovevano firmare. La pena per divulgazione di informazioni era severissima e Hailey tremò nel leggere gli anni di galera che la gente si poteva fare lasciandosi solo scappare qualche parola di troppo. L'uomo perennemente imbronciato guardò attentamente la ragazza firmare ogni foglio nelle apposite caselle e, a cose fatte, si rivolse direttamente a Jiho, in disparte.

"Posso parlare in privato con lei?" chiese l'uomo. Jiho annuì serenamente ed invitò l'altro a seguirlo nell'atrio, lasciando una pensierosa Hailey al suo primo pasto dopo giorni.

"Quindi lei conferma che si tratta di sua nipote?".

"Senza dubbio, le carte dell'orfanotrofio parlano chiaro: è la figlia di Cassie Ronan".

"Tuttavia non ci sono prove che sia figlia di suo fratello" ribattè l'uomo.

"La somiglianza è innegabile. Inoltre la ragazza ha il dono a differenza della madre e Cassie Ronan nel 1999 stava con mio fratello Lee Jongkook, non credo ci siano dubbi al riguardo".

L'uomo squadrò Jiho da capo a piedi e per la prima volta mostrò un sorriso, ben poco rassicurante: "Mi stupisce la naturalezza con cui parla di due persone morte in un incidente che ha causato lei".

Per Jiho fu come una pagnalata al cuore ma non si mosse di un millimetro, rimanendo apparentemente impassibile.

"Non osi mai più dire una cosa del genere in casa mia". La voce di Jiho era bassa e spaventosamente calma, come il silenzio che precede un tuono che fa tremare le pareti. L'uomo si ricompose, facendo un passo indietro e sistemandosi la giacca.

"Quindi lei intende tenere la ragazza qui alla villa con lei e la squara 1?".

"Esatto".

"Signor Lee, questo è il luogo più importante per la sicurezza di Seoul e la base più importante del paese".

"Lo so" Jiho sorrise fingendo gentilezza "Io ci vivo e ci lavoro".

"Questo non è il posto adatto ad una ragazzina che ha appena scoperto di possedere il dono e che sa a mala pena cosa sia un demone".

"E immagino che una 'ragazzina' innocente sia molto pericolosa per gli affari della villa".

Jiho guardava l'uomo con un sorriso palesemente falso ed entrambi ne erano consapevoli, ma mantenevano comunque quella gentilezza fasulla e di circostanza.

"La ragazza rimarrà qui, essendo il suo unico parente in vita ritengo che sia la cosa giusta da fare" Jiho concluse deciso guardando l'uomo dritto negli occhi. Sapeva che tutta quella resistenza al riguardo era solamente dettata dall'odio che i piani alti avevano per lui ma non si sarebbe arreso molto facilmente.

"Se questa sia la cosa giusta da fare lo deciderà la consulta" l'uomo disse solenne per poi riporre le carte nella sua valigetta.

La consulta. Era innegabile che Jiho avesse dei dissapori con loro e finse una tranquillità che però non corrispondeva al suo stato d'animo, sorridendo all'individuo che si stava avviando all'uscita. In quel momento, quando l'uomo si chiuse il portone alle spalle lasciando la villa senza dire nulla, Hongjoong apparve alle spalle del suo mentore.

"Credi che ci saranno dei problemi?" il giovane capitano chiese affiancandolo. Jiho sospirò lasciando andare tutto il nervosismo accumulato negli ultimi minuti. L'aria che prima si poteva tagliare con un colpello da quanto era pesante ora si stava lentamente alleggerendo.

𝐷𝐸𝑀𝑂𝑁𝑆 | AteezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora