10 | 𝑪𝒐𝒏𝒏𝒆𝒔𝒔𝒊𝒐𝒏𝒆

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Wooyoung sedeva nel corridoio fuori dall'infermeria della villa. I suoi vestiti erano ancora sudici e sporchi del sangue di San. Cercava in tutti i modi di non pensare troppo mentre aspettava di poter entrare. La testa gli faceva male dal tanto rimuginare. Non riusciva a darsi pace mentre si malediceva. Pochi centimetri. Quella era la minuscola porzione di spazio che sarebbe bastata per trasformare quell'incidente in una tragedia. Si era sempre ritenuto imbattibile con l'arco, all'accademia era sempre stato il migliore, non aveva mai sbagliato un colpo. Ma ora, aveva sbagliato nel momento peggiore che c'era per sbagliare.

Non sapeva quale sarebbe stata la reazione di San. Non si erano mai ritrovati in situazioni del genere e San era particolare nei modi di fare, piuttosto imprevedibile nelle reazioni. Litigavano spesso, ma per cose futili, con malizia, per orgoglio...mai per cose serie. Le loro litigate solitamente finivano con una sveltina nei bagni degli spogliatoi e qualche battuta. La verità era che Wooyoung era l'ombra di San, talmente pazzo di lui che avrebbe fatto qualsiasi cosa. Un fantoccio nelle sue mani che per quanto ne fosse consapevole non riusciva a smettere di esserlo. Era sempre stato così, sin dai tempi dell'accademia. Wooyoung si era sempre considerato sicuro, impulsivo e carismatico ma quando conobbe San capì cosa in realtà fosse il vero carisma. San ne aveva fin troppo: era un litro e mezzo di acqua in una bottiglia da un litro, pronta ad esplodere. Wooyoung cascò ai suoi piedi immediatamente, inizialmente ammirandolo per il suo talento, in seguito innamorandosene per il suo fascino.

Per quanto riguarda San, lui non era decifrabile. Nessuno riusciva mai a capire fino in fondo cosa pensasse o cosa volesse. Passava tutto il tempo con Wooyoung e questo al giovane arciere bastava. Non voleva sapere quali fossero i veri sentimenti di San nei suoi confronti. Non voleva rimanere ferito quindi preferiva la situazione ambigua in cui si trovavano, quella in cui stavano sempre insieme, punzecchiandosi, scherzando e finendo a letto qualche volta.

"Ci stiamo divertendo". Quella era stata la risposta di San a una diretta domanda di Jade riguardo alla situazione. Jade non aveva mai riferito a Wooyoung le parole di San e tutti alla villa speravano ingenuamente che quella bolla in cui i due si trovavano non scoppiasse mai. Che Wooyoung non scoppiasse mai.

Jiho uscì dall'infermeria per primo e Wooyoung scattò in piedi. Prima che il giovane potesse aprire bocca, Jiho lo precedette: "Sta bene".

Wooyoung non smise per questo di essere preoccupato. Aspettò che i medici uscissero dalla stanza, non prima di aver ricevuto uno sguardo severo da Jiho. Wooyoung sapeva che più tardi avrebbe dovuto affrontare il mentore sulla questione.

Non sapeva cosa dire o cosa aspettarsi ma entrò nella sala senza pensare a nulla, per poi trovare, tra tutti i letti dell'infermeria vuoti, quello più lontano e vicino alla finestra, illuminato da una piccola luce. San era seduto sul bordo del letto con le gambe a penzoloni, fasciato a più strati sul petto da una garza pulita. Wooyoung lo conosceva abbastanza bene da capire che il compagno si rifiutava di stare sdraiato a letto come un infermo. Era tipico di San mostrarsi forte e sereno in tutte le situazioni. Il ferito guardava a terra con sguardo serio ma aveva sentito l'arciere entrare nell'infermeria.

Wooyoung fece qualche passo senza sapere come comportarsi così, mortificato ed imbarazzato, tastò il terreno: "Dovresti stare a letto".

San alzò lo sguardo ed accennò un sorrisetto "Non ne ho bisogno".

Nel vedere il sorriso di San, Wooyoung accellerò il passo fino a trovarsi davanti al letto. Non era arrabbiato? Triste? Deluso?

"Mi dispiace San" la voce di Wooyoung tremò cercando di non piangere, non l'aveva mai fatto. Non si era mai aperto a tal punto davanti a lui. San lo guardò e ridacchiò divertito.

𝐷𝐸𝑀𝑂𝑁𝑆 | AteezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora