La melma nera scivolava via dal corpo di San e veniva risucchiata dallo scarico della doccia. Si reggeva alla parete, immobile, mentre lasciva che l'acqua calda lo ripulisse. Si portò una mano alla spalla e strinse i denti dal dolore. Non voleva dirlo a nessuno ma si era fatto male. Aveva preso un forte colpo alla spalla dove la cicatrice era ancora rossa ed in via di guarigione. Ora al tatto faceva male, ma lui era troppo orgoglioso per ammettere di non stare bene.
Si rivestì con una tuta, frizionandosi velocemente i capelli bagnati con un asciugamano ma, scivolando sul pavimento umido del bagno, si resse al lavandino per non cadere, provocandosi una forte fitta alla spalla.
Non riuscì ad evitare il lamento che ne conseguì e finì in ginocchio sul pavimento tenendosi la zona dolorante.
Wooyoung era nel corridoio, diretto alla sua stanza dopo essersi ripulito e sentì il trambusto venire dal bagno. Riconoscendo la voce di San, non bussò nemmeno prima di spalancare la porta con terrore negli occhi. Vedendo il moro a terra si precipitò a soccorrerlo.
"Va tutto bene" fece San cercando di rialzarsi da solo mentre Wooyoung lo teneva stretto per aiutarlo.
"Cos'é? Sei ferito? Qualche demone ti ha toccato?" Wooyoung quasi balbettava con voce tremante mentre cercava di analizzare San in cerca di qualche segno evidente.
Lui scosse la testa: "Solo la cicatrice che fa qualche scherzo" cercò di risultare il più calmo possibile mentre tratteneva un altra smorfia di dolore.
Wooyoung rimase in silenzio a quelle parole e lasciò andare San, che si era rialzato davanti al lavandino e lo guardava. Quella stupida cicatrice. Il senso di colpa lo colpì di nuovo, lo stesso di qualche mese prima era tornato a tormentarlo. Voleva odiare San e voleva non sentirsi in colpa per quella ferita sulla sua spalla, ma come poteva?
San, dall'altra parte, ora riusciva a vedere il dolore del compagno. Non solo ora sentiva emozioni che non aveva mai provato, rimaste bloccate per anni, ma riconosceva quelle di chi gli stava attorno. Sconvolto da queste sensazioni, avrebbe tanto voluto assorbire tutto il dolore di Wooyoung e renderlo suo. Se lo sarebbe meritato.
"Non ti devi sentire in colpa per questa" San ruppe il silenzio, portandosi una mano sulla cicatrice sotto alla maglietta bianca. Wooyoung alzò lo sguardo su di lui.
"Perchè non dovrei? E' stata la mia freccia, del mio arco, scoccata da me...e ti ha trapassato la spalla. Perchè non dovrebbe essere colpa mia?".
"Perchè non l'hai fatto apposta e perchè, con tutto il male che ti ho fatto, questo non è nulla..." San rispose con naturalezza, cercando di non lasciar trapelare troppi sentimenti, ai quali non era abituato, ma volendo essere il più sincero e credibile possibile mentre lo guardava negli occhi.
"Avrei potuto ucciderti..." Wooyoung aggrotto le sopracciglia ed indurì il tono di voce, quasi arrabbiato mentre gli si bagnavano gli occhi. Non voleva piangere davanti a San, facendo la solita figura del debole.
"E non me lo merito?" cercò di sdrammatizzare l'altro vedendo lo sguardo del minore incupirsi, ma non funzionò.
"A che gioco stai giocando?" sbottò Wooyoung "Perchè ora ti comporti così?!".
Non sapendo bene che rispondere, San rimase zitto. Altra cosa per niente da lui.
"Quella volta..." sospirò Wooyoung "dopo l'incidente, ti sei comportato come non fosse successo nulla. Io mi sentivo un mostro e a te sembrava non importare niente...".
"Volevi che me la prendessi con te?" chiese San confuso.
"Sì, San!!" quasi urlò, per poi guardarlo e stringersi forte il labbro trai denti per non piangere "Io volevo..." la voce gli si ruppe "Volevo solo vedere qualche emozione nei miei confronti, anche se negativa, ma tu non provi niente. Io sentivo tutto e tu non senti mai nulla. Non te ne importa niente".
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𝐷𝐸𝑀𝑂𝑁𝑆 | Ateez
ФанфикIN CORSO "Il nostro non è un dono, è una maledizione" L'umanità vive in uno stato di apparente equilibrio. In pochi sanno che, nascosti agli occhi della gente comune, brillanti e coraggiosi giovani in tutto il mondo combattono ogni giorno contro il...