11 | 𝑵𝒐𝒏 𝒄𝒐𝒓𝒓𝒆 𝒃𝒖𝒐𝒏 𝒔𝒂𝒏𝒈𝒖𝒆

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Guardavo la strada davanti a noi. L'asfalto illuminato dai fanali del furgone che avanzava lungo una lunga via in mezzo ai boschi. Le mie mani sudate e tremanti non volevano saperne di stare ferme, torturandosi tra di loro.

"Jang-mi" nella mia testa risuonava ancora quel nome, il nome che avevo sentito sussurrare prima che il demone venisse eliminato.

Yunho aveva trapassato il demone con il suo pugnale e mi aveva riportata al furgone trascinandomi per un braccio con non molta cura. Era quasi scocciato mentre io, probabilmente pallida come un fantasma, mi lasciavo riportare al veicolo in uno stato di confusione totale. La mia mente era annebbiata.

"Lo hai immaginato" aveva detto Yunho in tono severo mentre metteva in moto "Eri solo spaventata".

Ma io avevo sentito una voce, proprio davanti a me. Veniva dalla mia testa? Le visioni e le strane sensazioni erano tornate?

"Vuoi smetterla di muoverti?" mi sgridò lui nel momento in cui mi strofinai le mani sudate sui jeans attillati per la decima volta.

"Non l'ho immaginato...i-io ho sentito una voce...mi chiedeva aiuto e mi chiamava Jang-mi" balbettai io in preda ai brividi. Sudavo freddo e potevo ancora sentire la sensazione di ghiaccio all'interno delle mie ossa.

Yunho scosse la testa accennando un sorriso amaro e infastidito.

"Ti prego credimi" esclamai con voce più alta del solito.

"Mi è un po' difficile crederti" ribattè lui guardando la strada. Non dissi nulla, in effetti non potevo biasimarlo se non mi credeva, sapevo che fosse assurdo.

"Insomma, non so nemmeno perchè ne dovremmo discutere" ridacchiò infastidito lui "Faccio questo lavoro da anni, vivo in questo ambiente da quando sono nato e ora tu, che sai di tutto questo da poche settimane, vuoi che io creda al fatto che tu abbia sentito un demone parlarti?".

"Lo so che è impossibile da credere, ma ti giuro che l'ho sentito, non me lo sono immaginata." risposi io girandomi a guardare il suo profilo, dallo sguardo concentrato a guidare e leggermente aggrottato dalla nostra discussione.

"Sai invece cosa credo io?" mi chiese. Un altro sorriso infastidito, cominciavo ad averne abbastanza di quegli sguardi.

Non riposi, aspettai che continuasse ma dal suo tono di voce avevo già capito che qualsiasi cosa avesse detto non mi sarebbe piaciuta.

"Tu non l'hai ne sentito ne immaginato, tu vuoi solo delle dannate attenzioni!".

Faticai ad elaborare la sua frase per i primi secondi, poi realizzai. Non ebbi nemmeno il tempo di rispondere.

"Tu andrai a farneticare da Jiho e dagli altri di come un dannato demone ti ha parlato e allora tutta l'attenzione sarà su di te, così com'è stato da quando sei arrivata!".

"Credi davvero che mi inventerei una cosa così grossa?".

"Non parlarmi come se ti conoscessi! Per quanto ne so io tu sei una ragazzina sola e depressa che vuole un po' di affetto...". Quelle parole suonarono nette e taglienti. Una pugnalata al cuore. Era quello che la gente pensava di me? Era quello che gli altri vedevano?

Non mi interessava nemmeno che Yunho pensasse che mi fossi inventata del demone. Era l'odio nella sua voce che mi aveva colpita. Quelle cose dette ad alta voce facevano male, anche se probabilmente erano le cose che tutti pensavano di me, da sempre. Avevo cambiato radicalmente la mia vita da quando ero arrivata alla villa e per quanto fosse spaventoso e difficile, l'idea di poter eliminare per sempre la vecchia me per far spazio a qualcosa di nuovo mi piaceva tantissimo, mi dava carica. Invece, la percezione che gli altri avevano, a quanto pareva, era sempre la stessa.

𝐷𝐸𝑀𝑂𝑁𝑆 | AteezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora