𝐷𝐸𝑀𝑂𝑁𝑆 | Ateez

8 | 𝑷𝒂𝒖𝒓𝒂

HAILEY'S POV:

Correvo. Le gambe minacciavano di cedere ad ogni passo ma correvo guardando avanti, senza fermarmi. Coi polpacci in fiamme, la faccia congelata e i polmoni affaticati correvo come Yunho mi aveva detto di fare, tutto attorno alla villa. Non sapevo a che giro fossi, avevo smesso di contarli nel momento in cui ero quasi caduta a terra dalla fatica. Speravo solo che Yunho, seduto sui gradini dell'entrata della villa, ad un certo punto mi fermasse. Piovigginava leggermente in quella grigia mattina di primavera e nonostante fossero solo le otto e mezza i ragazzi avevano già finito il loro lungo allenamento mattutino. Ora toccava a me. Iniziare correndo non sembrava una cosa così complicata, mi ritenevo abbastanza atletica: ero solita lavorare tutto il giorno e durante i fine settimana andavo da sola nei boschi e camminavo a lungo. Ma chiaramente non bastava per reggere un ritmo del genere. Mi stavo sentendo male ma ogni volta che passavo davanti a Yunho mi ricomponevo fingendo serenità. Dopo aver insistito così tanto non volevo fare la figura della incapace. Avrei corso fino allo sfinimento, avrei fatto tutto fino al mio limite e oltre, non potevo cedere. Non avevo ancora nemmeno iniziato.

La sera prima, in cui Jiho mi aveva dato quella che, per me, era sicuramente una bella notizia, mi aveva però anche molto scossa. Non volevo che la reazione dei ragazzi fosse quella. Non volevo ammetterlo ma avevo bisogno di approvazione da parte loro e dopo le urla di Yunho e le facce confuse degli altri mi sentivo in imbarazzo. Yunho mi spaventava un po' con i suoi sguardi di ghiaccio e la sua aurea cupa ma mi ero fissata un obiettivo e volevo raggiungerlo. Nemmeno io riuscivo ancora a capire a pieno per quale motivo io fossi così determinata nella mia decisione, eppure ero sempre più convinta di star facendo la cosa giusta. Volevo sentirmi importante, volevo finalmente avere uno scopo e fare parte di qualcosa, sentivo di poterlo fare. Così, passando davanti a lui, ripresi un ritmo regolare senza far notare la sofferenza che stavo provando.

Era ormai passato molto tempo dall'inizio del mio allenamento ma non sapevo con esattezza quanto. Mezz'ora? Un'ora? Avevo corso senza mai fermarmi un secondo e sentivo che avrei potuto sputare il cuore da un momento all'altro. Batteva talmente tanto forte che lo sentivo pulsare in ogni centimetro del mio corpo.

Quando vidi la mano di Yunho alzarsi per fermarmi mi sentii in paradiso. Rallentai e le mie gambe cedettero, troppo deboli per reggere il mio peso. Caddi in avanti con le ginocchia a terra. Mi ressi con i palmi delle mani sulla ghiaia appuntita e bagnata mentre sentivo Yunho camminare verso di me.

"Alzati" disse solo. E così feci.

Respirando profondamente e cercando di calmarmi, mi alzai e lo seguii traballante verso la sala degli allenamenti, nel piano interrato della villa.

***

Yunho diceva solo lo stretto necessario per l'allenamento, al contrario di Wooyoung che quando mi allenava a tirare con l'arco parlava in continuazione di qualsiasi cosa. Il cupo giovane alto e silenzioso invece parlava quasi solo a monosillabi. Non sembrava ne arrabbiato ne scocciato, semplicemente apatico. Indecifrabile. E questo per certi versi era anche peggio.

"Voglio vedere quanto sei veloce" queste erano state le sue parole. Dopo quella frase, con i muscoli che ancora mi bruciavano dalla corsa di prima, mi ritrovai a dover schivare goffamente dei suoi colpi. Non gli importava come lo facessi, l'importante era che non mi facessi toccare da lui. Durai pochi secondi. Lui era forte, veloce e fisicamente troppo grande rispetto a me. Intenta a schivare il suo braccio che arrivava da destra non mi accorsi del suo piede che mi colpì le gambe, facendomi cadere all'indietro e facendomi picchiare la schiena sul pavimento nero di gomma dura.

Credetti seriamente di non riuscire più a rialzarmi da lì ma quando aprii gli occhi lui mi guardò cupo. Mi girai di lato per reggermi meglio sulle braccia e mi rialzai. Andammo avanti così per un po'.