29 | 𝑨𝒎𝒐𝒓𝒆 𝒆 𝒓𝒂𝒃𝒃𝒊𝒂

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"Quindi come ti trovi a fare il soldato?" Seonghwa mormorò sporgendosi verso di me col suo bicchiere in mano e la cravatta del completo un po' allentata.

Non avevo mai bevuto così tanto ma mi sentivo ancora abbastanza lucida nonostante l'alcool avesse fatto crollare qualsiasi tipo di muro e filtro dentro di me. Non sentivo più ne paura ne timidezza nello stare in mezzo ad un gruppo diverso dal solito.

Wooyoung, accanto a me, rideva e scherzava con Mingi, Hongjoong e Jade mentre Yeosang e Jongho rimanevano in silenzio ma divertiti dalla conversazione animata e piena di enfasi del compagno.

L'unica cosa che mi mancava in quel momento era Yunho. Avrei tanto voluto averlo accanto a me su quel divano, perchè solo la sua presenza mi bastava a stare bene. Avrei voluto che stesse insieme a noi e sorridesse come a volte faceva con me, ma era impossibile in quel momento. Era impossibile con quelle persone. Forse era proprio lui il motivo per cui stavo buttando giù vino e champagne da ore senza fermarmi.

"Sta andando bene" risposi io al giovane accanto a me, girandomi nella sua direzione per mettermi più comoda mentre gli altri parlavano d'altro "Anche se non sono arrivata in un buon momento a quanto pare..." aggiunsi pensando al disastro inaspettato e misterioso che i demoni stavano facendo oltre le barriere di sicurezza, attorno a Seoul.

"E per quanto riguarda i tuoi poteri...?" chiese lui diretto guardandomi intensamente. Era un po' che l'argomento non usciva e con tutto il caos di quei giorni, le missioni ed il loro arrivo, me ne ero quasi dimenticata. Era assurdo dimenticarsi di una cosa così grande, eppure erano successe talmente tante cose che l'avere delle abilità speciali era passato completamente in secondo piano.

"Non si sa molto al riguardo" risposi "Hanno detto che stanno studiando meglio il mio caso ma al momento si sa solo che ho un eccesso di dono e che riesco in qualche modo ad entrare in contatto con i classe 0".

Lui aggrottò le sopracciglia, pensieroso: "E i demoni maligni?".

"Beh io-" balbettai sorpesa della domanda "Non so cosa potrebbe succedere se entrassi in contatto con un demone maligno...non credo di volerlo sapere in realtà" ridacchiai nervosamente per poi bere.

Lui sorrise: "Sì immagino..." prese un ennesimo sorso dal suo bicchiere "Scusa le domande...sai, il tuo è un caso strano, sono solo curioso".

"Tranquillo, io sono una che fa tante domande..." feci io accennando un sorriso "E a proposito di questo...prima non hai detto nulla, come sei diventato soldato?".

Il suo sorriso si spense e abbassò la testa a guardare il liquido nel calice: "Non c'è molto da dire..." accennò un sorrisetto "Mio nonno fa parte della consulta...mia madre è mentore alla villa di Busan...sono un Park, non esiste che non sia un soldato, tutto qua".

"Senti molta pressione?" chiesi direttamente, priva di filtri che potessero fermarmi e fami notare che potesse essere una domanda strana o scomoda, fatta ad una persona che conoscevo appena. Lui però non si stupì della domanda, probabilmente altrettanto brillo, e rispose immediatamente.

"Sì" ridacchiò nervosamente "Devo essere il soldato perfetto, capisci? Dovrò essere il prossimo mentore e i miei figli saranno soldati, così come i loro figli...".

"E non vuoi essere un mentore?".

Lui alzò la testa e allungò una mano verso di me, dandomi un colpetto sul naso: "Fai tante domande eh?".

Sorrisi: "Ti avevo avvertito".

"Hai atre domande per me, bambolina?" chiese con sguardo un po' malizioso, ma privo di cattiveria, al contrario dei primi giorni.

Quel diminutivo. Ero troppo brilla per dirgli di smetterla di chiamarmi così, e in fondo non mi dava nemmeno così tanto fastidio.

Feci finta di non notare che avesse cambiato discorso, allontanandosi dall'argomento della sua famiglia e del suo ruolo all'interno di essa. Ma non volevo in nessun modo turbarlo, così trovai presto qualcos'altro di cui parlare.

𝐷𝐸𝑀𝑂𝑁𝑆 | AteezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora