Extra 2. Enchanted to meet you

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Song Chapter XIX. Enchanted - Taylor Swift.

(All I can say is it was enchanting to meet you)

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(All I can say is it was enchanting to meet you)


Kwon Hana non aveva ancora capito bene se quel posto le piacesse; se quell'enorme Villa - decisamente troppo grande rispetto allo scantinato buio e umido a cui era abituata - fosse inquietante o accogliente. Che poi, quel termine "accogliente", Hana poteva solo immaginare cosa fosse. Doveva essere qualcosa che ti faceva sentire a tuo agio che emanasse una sorta di... calore? Hana ricordava a malapena anche quella sensazione, da quanto aveva compiuto sei anni e sua mamma era morta non riceveva niente del genere. Ma anche allora, quando sua mamma era viva e viveva con lei nello scantinato, non aveva mai compreso appieno quella parola.

Eppure, era intelligente lei, per i suoi dodici anni, glielo avevano detto sua mamma, gli amici di suo papà che tanto la odiavano - e su quello, Hana non ci era ancora arrivata al perchè, ma forse la sua diversità, la sua essere per metà umana, c'entrava qualcosa. Glielo aveva detto anche suo papà, una volta, che era intelligente e che sarebbe stata una buona figlia, una buona erede dei Big Bang.

Forse, quella era stata l'unica volta che Kwon Hana avesse visto, Kwon Jiyong sorridere.

Hana non capiva se doveva far finta che quelle persone - il  vampiro dai capelli blu, quella bionda e quello dai capelli viola - le piacevano come doveva fare con gli amici di suo papà oppure le piacevano davvero, alla fine. Kora le era piaciuta subito, era una signorina forte, proprio come sua mamma - ma anche come sua mamma l'aveva abbandonata lì, nella Villa cento volte più grande di lei e con sconosciuti.

Comunque non aveva visto più nessuno dei tre; ad Hana era stata data una stanza - una stanz enorme - con un grande letto come quel libro di favole che sua madre le aveva sgraffignato per lei; dalle finestre spesse in un tessuto molto elegante, entrava molta luce e il pavimento, pulito, in legno, era coperto da morbidi tappeti dove Hana poteva camminarci anche senza farsi male.

C'erano delle signore che indossavano dei vestiti tutti uguali - erano cameriere, quelle c'erano anche alla villa di suo papà -  che le avevano dato dei vestiti e delle scarpe. Si era cambiata Hana, ma le scarpe non le aveva indossate, non l'aveva mai fatto. Però erano carine, delle grazione ballerine rosa - un po' consumate ma comunque belle - e decise di metterle nello zainetto nel caso, non si sa mai, avesse incontrato qualcuno in grado di mettergliele.

E così si era avventurata per quell'enorme casa; un po' di paura Kwon Hana ce l'aveva - non era mai uscita da quello scantinato, se non per andare a trovare suo papà o quando era fuggita da lì - ma si fece coraggio perchè aveva dodici anni, era intelligente e- voleva cavarsela.

Onestamente era un po' delusa che nè Kora nè la vampira bionda fossero andate a trovarla, in quei tre giorni - anche il vampiro dai capelli blu e le fossette sembrava gentile, ma-

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