Extra 3. Feel the moment slip into the past.

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Song Chapter Extra 3: One day too late- Skillet.

(Tick-tock, hear the clock count down, Wish the minute hand could be rewound)

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(Tick-tock, hear the clock count down, Wish the minute hand could be rewound)

Europa, Inghilterra. 2849.

L'Inghilterra gli sembrava un paese fantasma.

Kim Seokjin aveva vissuto abbastanza a lungo da essere stato nel paese Britannico ancor prima che il clima cambiasse, portando la terribile malattia che distrusse completamente l'umanità e, un tempo l'Inghilterra era stata verde, luminosa anche quando la pioggia cadeva incessantemente, viva, adesso era nient'altro che un'ombra di sè stessa.

Così come lo era diventato lui.

Le città erano diroccate, lasciate a s'è: edere fitte coprivano la maggior parte dei palazzi e non importava se questi fossero abitati o non, quegli edifici spesso non avevano nemmeno le porte o le finestre.
Dopo l'Apocalisse, la maggior parte della popolazione era morta e, le poche rimaste erano nascoste, ben rifugiate, perché avevano paura dei nuovi imperatori del pianeta.

Seokjin non sapeva come l'Inghilterra fosse organizzata, né sapeva se da qualche parte c'era una Città Falsa, circondata da alte mura, a dividere la popolazione umana rimasta dentro ad essa. O meglio, a controllare.
Non sarebbe mai nemmeno voluto tornare nella buffa città che chiamano Inghilterra ed, in un certo senso, si sentiva come se stesse tradendo i suoi princìpi, sé stesso, Rosalie.

Tuttavia eccolo lì.

Seduto in un parco abbandonato, con la schiena premuto contro quella che era una navetta spaziale per bambini, il mantello nero sulle spalle e lo sguardo fisso sul fuoco crepitante davanti a lui. Aveva dovuto rompere un cavalluccio a dondolo, per quel falò improvvisato.

Jin avrebbe anche potuto evitare di riposare, visto che aveva fatto il pieno prima di partire, ma tutto ad un tratto si sentiva sopraffatto: quasi mille anni di passato gli tornavano di peso sulle spalle, come un grande ed enorme macigno, angoscia solo, opprimendolo - facendogli tornare a galla emozioni che Jin aveva ben volentieri sepolto.

Non gli piaceva, l'Inghilterra. Non più.

Socchiuse le palpebre lasciando che  un profondo respiro scivolasse tra le sue labbra carnose, schiuse appena.

Sebbene il clima, la situazione e il tempo fossero completamente diversi, Seokjin sentiva ancora il suo odore in quella città; il suo ultimo respiro esalato nel suo orecchio, i suoi occhi azzurri che lo fissavano nel suo sguardo particolare, enigmatico ma dolce, la sua bocca a cuore che si schiudeva appena, educatamente, in un sorriso. La sua graziosa personalità come una dama dell'ottocento e il suo essere elegante e bellissima come la luna anche mentre ricuciva tagli e ferite aperte.

Era la terra. Dove era iniziato qualcosa ed era finito con qualcosa di peggio.
Dove Jin aveva scoperto cosa significava veramente vivere ed amare e di come, con rapidità come un battito di ciglia, aveva perso tutto quello.

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