XL. The echo is colorless.

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Song Chapter XL: Blue and Gray- BTS;

(Can you look at me? 'Cause I'm blue and grey.)


L'urlo straziante riempì l'atrio di Villa Bangtan. Agghiacciante, a gran voce. La voce di Chaerin non era mai stata così acuta. I suoi occhi color caffè si scurirono, posandosi sul corpo che reggeva Namjoon, le mani davanti alla bocca, il corpo rigido.

Namjoon avanzò verso di lei, stringendo il corpo marmoreo a sè sul suo petto. La mascella di Namjoon era contratta, perché stava cercando di non piangere - era il leader, dannazione, se crollava lui sarebbero crollati tutti. Poteva sentirlo - poteva sentire il filo su cui stavano in equilibrio Jimin, Yoongi, Alyssa, Taehyung; un filo invisibile su cui camminavano in punta di piedi, pronti a scivolare e cadere giù, frantumandosi le ossa, da un momento all'altro.

Perciò, sebbene facesse male -come morire, anche se lui la morte non la conosceva - e gli bruciasse tanto la gola da urlare e liberare ogni grido disumano che spingeva per uscire - Namjoon si stava trattenendo.

Poggiò con calma il corpo ai piedi di Chaerin - sapeva dell'affetto che l'ex legame di Kai provasse nei suoi confronti e il legame che i due avevano stretto, cullandosi a vicenda - rimanendo inginocchiato davanti ad esso. Non ci volle molto che anche Chaerin cadde sulle ginocchia davanti a lui, dall'altra parte del corpo, singhiozzando.

Tutto intorno era silenzioso, nessuno osava parlare - né lo fece Yoongi mentre posava a terra il corpo svenuto di Taehyung, nè lo aveva fatto Jimin mentre posizionava Yoonah su un lettino improvvisato - Chaerin aveva creato una vera e proprio infermeria nell'atrio, pronta ad attenderli. C'erano soltanto Chaerin e i suoi singhiozzi mentre tastava il corpo di Jin.

«Mi dispiace. » Per non essere riuscito a proteggere Jin come ti avevo promesso, per non aver protetto assolutamente nessuno, per aver continuato ad immergermi in questa guerra. Era dispiaciuto di un sacco di cose, Kim Namjoon, ma non riusciva a dirne nemmeno una ad alta voce.

La vampira davanti a lui non rispose, ma tirò sul col naso, accarezzando il viso grigio e liscio e duro come il marmo del suo amante. «Ti amo. » sussurrò al corpo morto, sottovoce in modo che solo lei - e a malapena Namjoon - potesse sentirlo.

Poi si alzò, scoccando un'occhiata intorno a sè : Kora giaceva su un letto dove alcune domestiche e infermiere sottoposte di Chaerin la stavano medicando - lei e Jungkook erano giunti prima di tutti -, Taehyung sanguinava copiosamente ed era malridotto, ma stava bene. Jimin aveva un fianco ferito, Yoongi alcune ferite superficiali. Gli altri stavano bene - i membri degli altri clan erano tornati ai rispettivi rifugi. Senza dire molto, Chaerin si diresse verso Taehyung, ordinando alle domestiche di metterlo su un lettino e portargli del sangue.

Namjoon si voltò verso Yoongi e vide che il suo sguardo vitreo era fermo su Yoonah. Anche lei non c'era più, ma era ancora possibile salvarla. Ovviamente faceva male, perchè ormai Yoonah era parte della famiglia e del clan ma onestamente aveva più timore per la reazione di Taehyung - era terrorizzato.

Poteva ancora salvarla, ma Namjoon sapeva cosa ne pensava Taehyung al riguardo e faceva ancora più male sapere che si sarebbe distrutto per la sua decisioni almeno per i prossimi cinquecento anni.

Namjoon si sentiva esausto, distrutto, inutile. Come leader del suo clan non era riuscito a fare altro che far soffrire i suoi membri, lui forse non meritava di-

«Yeobo. » la voce calda di Alyssa precedette le sue mani delicate che si posarono sulle sua spalle, stringendolo dolcemente e inginocchiandosi accanto a lui. Almeno lei stava bene - era l'unica cosa che era riuscito a fare, proteggerla. Non che ce ne fosse stato bisogno: Alyssa era una furia ed era fortissima che era riuscita a cavarsela senza problemi. «Andiamo un po' di sopra, okay? »

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