Extra 4. Chorahae.

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Song Extra 4: The truth Untold - BTS;

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Song Extra 4: The truth Untold - BTS;


(I wear a mask again and go to see you, but I still want you.)


***



Park Jimin apri gli occhi impastati tra loro. Si era addormentato solo per poco tempo, forse una ventina di minuti o giù di lì, ma era bastato per farlo sentire ancora più stanco.

Nonostante le sue ferite fossero lievi e meno gravi del resto del gruppo, Jimin non si era potuto curare finché non era arrivato a casa; Nari era rimasta lì, com'era giusto che fosse, e per fortuna: non si sarebbe mai perdonato se fosse successo qualcosa a lei com'era successo a Yoonah o Jisoo... Ahn Nari, in Park, era delicata, fatta di cristallo...

E l'avrebbe tenuta sotto la sua personale campana di vetro, se sarebbe servito a tenerla al sicuro.
Non che la ragazza fosse così pazza da rischiare, come invece lo erano le altre ragazze all'interno della casa; Jimin sapeva che la sua Nari era riservata, timida e chiusa, troppo per osare anche so uscire dalla sua ala protettrice.

Jimin voltò il capo, muovendo leggermente il corpo indolenzito sul soffice letto, trovando il viso sereno e addormentato della ragazza. I lunghi capelli neri erano sparsi un po' sul cuscino e un po' sul suo viso tondo. Le palpebre erano socchiuse e di tanto in tanto tremolavano, segno che stava sognando qualcosa che la agitava.

Allungò una mano, passandola tra i suoi fili d'ebano e la lasciò lì, tra di essi.

Ricordava ancora la prima volta che aveva visto Ahn Nari, a casa della sua famiglia. Era stato l'unico a volere un legame, Jimin, l'unico oltre Namjoon che si era perdutamente innamorato del suo legame.

Era stato un colpo di fulmine.

Aveva visto l'orrenda madre di Nari, stretta nel suo vestito rattoppato e con numerosi gioielli indosso. Il suo spaventoso padre che la guardava compiaciuto, di chi stava già assaporando il premio finale. E aveva visto l'orribile fratello che sghignazzava sotto ai denti mentre spingeva la sorella minore tra le sue braccia.

Tra le braccia di uno sconosciuto, di un vampiro che avrebbe potuto torturarla, stuprarla, ucciderla.

Ma che invece si era innamorato di lei al primo sguardo, quando gli occhi tristi e truccati di Nari si alzarono da terra, incrociando i suoi in un'espressione sottomessa. Le sue braccia erano allacciata tra loro e le mani si stringevano l'una con l'altra talmente forte che le sue nocche sbiancavano.

Era stato lì che si era innamorato di Nari e che aveva capito che l'avrebbe amata, protetta e cullata ogni giorno.

Non era stato facile farsi accettare da lei ma, nel giro di tre mesi, era riuscita a conquistarla pian piano, a fare cadere le sue difese. Jimin non sapeva se era riuscito anche ad entrare nel suo cuore ma poco importava perché le sarebbe rimasto accanto comunque e, magari, alla fine lo avrebbe amato un briciolo di come lui la amava.

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