37|we're just friends|

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«Non so Jordan, mollagli uno schiaffo ma fa qualcosa!» Samantha.
Una mano pesante fa pressione sul mio volto, schiaffeggiando la mia guancia sinistra senza minimo di pudore.

Spalanco gli occhi dopo il forte impatto riprendendomi da quello stato di trance in cui mi trovavo.
Mi massaggio la testa, mettendo a fuoco la visuale intorno a me.

Sono sul mio letto con tre o quattro cuscini che mi sorreggono la testa e altri che mi tengono su le gambe.
Non sono mai stato così felice di sapere che era solo un brutto sogno.
Un capellone dai capelli biondi è chinato sulla mia faccia per controllare la situazione, Jordan.

«Sta riprendendo conoscenza.» Jordan mi afferra dai bicipiti tirandomi su contro lo schienale del letto.
«cazzo, la mia guancia.» mugolo soffrendo in silenzio.
Delle piccole mani delicate mi spostano i capelli dal viso accarezzandomi la guancia arrossata.

«Hai davvero esagerato Jordan, ha le cinque dita stampate in faccia!» ringhia Chloe in tono minaccioso studiandomi attentamente per osservare in che condizioni stessi.
Sposto le sue mani da me come se mi sentissi soffocare e potrei giurare di vedere il suo viso rattristirsi.

"Piccola, non volevo" le avrei voluto dire ma, in questo momento vedere Samantha con le lacrime agli occhi tra le braccia di Jordan mi incuriosisce facendomi riaffiorare il ricordo di quel piccolo dai capelli rossicci che non smetteva di piangere.

«Dov'è il bambino?» chiedo confuso nel momento in cui Jordan si allontana da lei.
«Vinnie mi hai fatto preoccupare così tanto!!»Piagnucola Samantha.
Si copre il viso pieno di trucco colato e si butta sulle mie labbra con tanto di lingua facendomi ammosciare il cazzo più di quanto già fosse.

Mi scanso da lei per incrociare gli occhi di Chloe che in questo momento è più impegnata ad ignorarci e a preparare un bicchiere di acqua e zucchero alla mia scrivania.
«Vinnie, tesoro, il bambino è qui.» sorride premurosamente toccandosi la pancia piatta che mi fa tanto schifo.

«Dammi la tua mano, il piccolo vuole conoscerti» stringe la mia mano nella sua e la porta sulla sua pancia ma il solo pensiero che lì dentro ci sia una piccola Samantha mi fa venire la nausea.

Ritraggo disgustato la mia mano da lei e bevo a piccoli sorsi il bicchiere d'acqua preparato da Chloe che non oso immaginare come si senta in questo momento.
Sono uno stronzo, lei non mi merita.

«È meglio che vada, non c'entro niente in questa storia.» mormora sentendosi di troppo.
«Chloe, aspetta ti prego.» le stringo il polso ma mollo la presa quando mi fulmina con lo sguardo.

«È meglio che vai, chiuderò un occhio per averti trovata in camera del mio ragazzo.»
le sorride falsamente mentre osservo la figura minuta della bionda che fa cenno a Jordan ed esce dalla stanza lasciandomi solo nel mio inferno quando ho più bisogno di lei.

«Hai già deciso come vorresti chiamarlo?»sorride.
«Domani andiamo ad abortire, non lo voglio.» sorrido a mia volta guardando le facce sorprese dei due.

«Come puoi dire una cosa del genere?! È tuo figlio Vinnie, frutto del nostro amore!» grida disperatamente mentre carica la mano per sferrarmi uno schiaffo. Come se non l'avessi già ricevuto poi.

Le blocco il polso con forza e la strattono in un angolo della stanza mentre il suo trucco cola sotto i suoi occhi.
«Credi che io possa amarti un giorno? Sei solo una puttana, non ci riuscirei neanche se mi pagassero.»
«Vinnie calmati, la risolveremo in un altro modo!» Jordan mi strattona dalle spalle cercando di fermarmi ma cazzo, quando è troppo è troppo!

«Come cazzo faccio a calmarmi? Non sei tu ad avere Samantha che ti ronza intorno da due cazzo di anni e che così, dal nulla, ti dice di essere incinta e che tu, un ragazzo che vuole solo vivere la sua vita come tutti i giovani, diventerà padre!
Quindi no Jordan, non mi calmo!»

Il mio angelo oscuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora