53|Il male che mi fai|

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POV VINNIE
C'era qualcosa che non andava, il cellulare di Chloe risultava spento e non raggiungibile, e da ieri sera dopo la festa fino ad ora, che siamo da poco arrivati a casa, le avevo fatto all'incirca cento chiamate senza risposta.
Il che mi fece innervosire, era palesemente arrabbiata per qualcosa e probabilmente era la storia su Instagram che avevo postato la sera precedente con le due cheerleader.

Non ci vedevo nulla di malizioso in quella foto, eravamo solamente tutti emozionati per la vittoria ed era proprio per questo che non riuscivo a rispondere subito alla mia ragazza: stavamo celebrando la nostra invincibile squadra. Avevo bevuto, si, ma non mi ero assolutamente permesso di essere irrispettoso nei confronti di Chloe. A malapena ero stato accanto alle cheerleader e ci siamo scattati una foto per immortalare quel momento. Oltre a questo, niente più.

La prima cosa che feci, dopo la doccia, fu prendere la macchina, fermarmi al Mc Drive per prendere il suo menù preferito, e andai a casa della mia ragazza. Era appena l'ora di pranzo quindi probabilmente l'avrei trovata da sola a casa.

Parcheggiai nel vialetto e bussai insistentemente alla porta, fin quando una ragazzina buffa con una crocchia spettinata sulla testa e una maglietta larga, da cui si intravedevano le gambe, mi aprì.

La scrutai dalla testa ai piedi, era più bella del solito, soprattutto quando era struccata; quella maglietta le arrivava a metà coscia, ci avrei scommesso qualunque cosa che al di sotto non portasse nessun pantaloncino.
Quando mi vide, i suoi occhi si inumidirono, sembrava molto triste mentre io ero abbastanza eccitato nel vederla in quegli indumenti che, non lasciavano spazio all'immaginazione.

Se non fosse stata così infuriata con me, l'avrei scopara in camera sua, sotto gli occhi indiscreti dei suoi pupazzi di peluche.

«Piccola, mi sei mancata molto.» Sorrisi e mi avvicinai per darle un bacio sulle labbra ma si voltò di lato e le mie labbra finirono contro la sua guancia sinistra.

Non mi rispose, probabilmente era la fase del mutismo selettivo.
Era davvero arrabbiata.

«Ti ho portato il Crispy Mc Bacon, il tuo preferito.» non desistetti. Gli passai il sacchetto del fast food e lei lo prese, emettendo un "grazie" sottovoce che mi sembrò inesistente. Mi fece spazio per lasciarmi entrare in casa, e come avevo già previsto non c'era nessuno.

«Senti, oggi ti va di andare al centro commerciale?» domandai ancora.
Stavo cercando un modo per rompere il ghiaccio prima di passare all'argomento alquanto delicato.

Si sedette accanto all'isola della cucina ma stranamente mise il panino da parte e incrociò le braccia sotto il seno, dove ipotizzai che non avesse neanche il reggiseno.
Immediatamente mi tornò a mente la sua foto in vasca e mi venne voglia di baciarla, perché ero pazzo di lei e mi era mancata da morire.

Forse un minimo capivo la sua gelosia, perché io ero geloso tanto quanto lei o forse anche di più ma, finire una relazione per una stupida foto con due conoscenti era davvero troppo.

«Perché vuoi portarmi al centro commerciale?» chiese con sopracciglio alzato.
«Perché sei la mia ragazza e voglio che tu sia felice, poi vorrei passare un po' di tempo con te.» dissi la verità senza pensarci due volte.
«Ero la tua ragazza, non è stato chiaro il messaggio che ti ho inviato?» disse inferocita.

Chiusi i pugni fino a far diventare le nocche bianche e sentii un fastidio allo stomaco.
Era forse diventata pazza?

«No, non mi è chiaro. Eri palesemente arrabbiata e sei stata impulsiva.» rintoccai l'indice sul tavolo, dinnanzi a lei.
«Ci pensavi prima di comportarti da dongiovanni con tutte le ragazze che c'erano con voi!» disse acidamente.
Era così infuriata che non mi guardava neanche in faccia, il che mi fece perdere le staffe molto rapidamente.

Il mio angelo oscuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora