42|i wanna feel you close|

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Da Vinnie:
*tra poche ore sarò lì. Prepara le valigie che dobbiamo andare via, ti racconterò tutto al mio arrivo. Mi dispiace per aver rovinato il nostro fine settimana, Chloe.                                                            7:17 am

Entro ed esco dalla chat di Vinnie da circa due ore, non ha risposto ai miei messaggi da ieri e solo stamattina presto mi ha inviato questo, così ho preparato le nostre valigie e mi sono fatta una lunga doccia calda. Non vorrei che al suo arrivo mi trovasse ancora impreparata.

Sono molto preoccupata per quello che potrebbe succedere oggi, spero che sia di buon umore perché ieri pomeriggio mi è sembrato molto strano, qualcosa è successo e non è affatto una buona cosa.
Faccio un veloce giro per la baita per accertarmi di aver raccolto tutte le nostre cose e mi giro di scatto appena sento il rumore delle chiavi che girano nella serratura: Vinnie è tornato!

«Chloe?» mi chiama. La sua voce mi tranquillizza dalla solitudine con cui ho vissuto per questa notte.
«Vinnie sei tornato!» mi affretto a correre verso di lui per baciare quelle carnose labbra che non toccavo da tanto tempo; deglutisco per l'imbarazzo perché il mio bacio non è stato ricambiato.
Mi allontano da lui per osservare bene in che stato si trovasse: ha i vestiti sgualciti di ieri, i capelli arruffati e gli occhi gonfi e rossi dal pianto. «Vinnie, hai pianto?» domando come voce tremolante.

«no» ribatte secco mentre si stropiccia gli occhi, «perché cazzo sei vestita in questo modo?» stringe la mandibola. Giuro di non averlo mai visto in questo stato.
«in questo modo, come?» alzo un sopracciglio non capendo. Ho una tuta color rosa intenso e non si vede nessun centrimetro della mia pelle, ma forse non è questo il suo problema.
«tutto questo colore che hai addosso ti fa sembrare così felice e allegra, ma noi stiamo per andare ad un cazzo di funerale, Chloe!» mi grida contro alzando il tono della voce.

«Scusa Vinnie ma io che cazzo ne potevo sapere?» gli punto un dito contro «Ti devo ricordare che ieri pomeriggio sei scappato via e mi hai tenuta fuori da tutta la merda che è successa?» batto le mani sul suo petto per la rabbia per non scoppiare in lacrime.
«Volevo solo tenerti fuori dai miei cazzo di problemi, Cooper è morto!» stringe il mio polso con troppa forza tanto da sentire la mia pelle sgretolarsi sotto il suo tocco.

Resto ammutolita dopo le sue parole, non conoscevo bene il suo amico Cooper, la mia prima impressione di lui è stata negativa come quella di Vinnie d'altronde, ma la notizia che sia morto spiazza anche me, aveva solo diciannove anni.
«Prendi le valigie e andiamo, faremo una sosta dai miei e indosserai qualcosa di più adeguato.» ordina autoritario ed io senza esitare annuisco e lo seguo come un cagnolino fuori da quella baita.

«come è accaduto?» spezzo il silenzio che si era creato durante il tragitto in auto, ma forse dovevo semplicemente rimanere zitta perché Vinnie sembra essere stufo del mio parlare.
«droga, soffriva di dipendenza dall'età di nove anni» si libera della sua felpa scoprendo la vastità dei suoi tatuaggi attraverso la canottiera bianca che ha al di sotto.

Non mi degna di uno sguardo perché i suoi occhi color miele sono impegnati a tenere lo sguardo fisso sulla strada; è furioso e me ne sono accorta fin dal momento in cui è entrato in quella baita.
«ascolta, Vinnie» respiro profondamente prima di iniziare con il mio discorso «sei arrabbiato lo so, ma...»

stringe le mani sul volante facendo diventare le sue nocche bianche per il nervosismo e mi interrompe «non mi servono le tue prediche, ti prego sta zitta, ti avrei lasciato volentieri in quella baita da sola se avessi voluto ma la mia coscienza non me l'ha permesso.» finalmente mi degna di uno sguardo, mi sputa in faccia tutta la sua cattiveria con acidità, ma temevo che la ciliegina sulla torta non fosse ancora arrivata.

Il mio angelo oscuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora