Epilogo

2K 44 5
                                    

Quella mattina preparai un vassoio con della cioccolata calda e dei biscotti, salii le scale e andai in camera sua perché sapevo che stava aspettando la colazione a letto.

Fortunatamente non era in condizioni gravi e man mano si sarebbe ripreso.

«Vin, ti ho portato qualcosa di buono.» dissi facendo irruzione nella stanza.

Accanto a lui c'erano Maria, Nate, Reggie, Jordan, Jett, Jack, e perfino la mia migliore amica Nailea.

«Grazie piccola.» rispose, quando mi sedetti accanto a lui sul letto.

«Vi lasciamo soli.» disse Maria, «soli.» sottolineò ancora, attirando l'attenzione dei ragazzi che coccolavano la gatta, loro annuirono e la seguirono.

«Nai.» la fermai, stringendo il suo polso.
Lei sorrise. «Chloe.»
L'abbracciai. «Grazie per essermi stata vicina in questo periodo.»
«Sei la mia migliore amica, ti voglio bene.» disse, e poi uscì dalla stanza.

La verità è che senza di lei non c'è l'avrei fatta. I giorni successivi a quella sera erano stati infernali, piangevo molto e avevo costantemente paura di perdere Vinnie.

Sistemai il vassoio sulle ginocchia del mio ragazzo, lui sorrise e si sistemò con la schiena contro la testiera del letto.

«No, non muoverti Vin, ti aiuto io.» ordinai.
«Piccola, adesso sto bene.» sorrise, afferrando un biscotto dal piatto.
«Il medico ha detto che devi riposare, ti stai già sforzando troppo!» lo rimproverai, «Devi fare molta attenzione ai punti che ti hanno messo!» continuai.

Sistemai il cuscino alle sue spalle e gli baciai la guancia in un gesto amorevole.
Lui scosse la testa divertito dal mio atteggiamento.

«Sai cosa mi farebbe stare davvero bene adesso?» ammiccò, allontanando il vassoio.

Mi guardò con il suo sguardo seducente da capogiro.

«Cosa?» domandai allusiva.

Mi fece sedere sulle sue gambe e trasalii quando gemette per il dolore a causa di un movimento brusco.

«Un tuo bacio.» rispose insolente.
Sorrisi «Ti accontenterò sicuramente.»

Toccai le sue guance morbide e attirai la sua bocca calda sulla mia, sapeva di cioccolato e i suoi capelli più ricci del solito mi solleticavano la fronte. Mi accarezzò i fianchi, la sua lingua entrò in contatto con la mia e mi baciò con amore, come quando avevo rivisto i suoi occhi aprirsi dopo aver sperato che si riprendesse.

Non lo avevo lasciato solo neanche un minuto, gli ero stata accanto giorno e notte, facendo a turno con i suoi genitori e suo fratello per le nottate in cui non potevamo dormire.

Una settimana dopo era stato dimesso dall'ospedale, la ferita al fianco si stava lentamente risanando e i punti gli facevano un po' male.

«Ti amo.» disse staccandosi.

Le mie guance andarono in fiamme.
«Ti amo anch'io.»

Avevo denunciato il mio ex ragazzo, finalmente.

Era stato accusato di tentato omicidio e stalking nei miei confronti, e condannato a diciotto anni di reclusione.
Inoltre, la sua fedina penale era già sporca, per guida ad alta velocità in stato di ebrezza.

Nate Crosiar, invece, aveva collaborato con la polizia e confessato di essere stato complice, ottenendo da scontare un minor numero di anni.

Avevo assistito all'arresto dalla finestra della stanza di Vinnie, a braccia conserte. I suoi genitori erano sconvolti mentre giustizia era stata fatta.

Il mio angelo oscuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora