Capitolo 13

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"Quando sentiamo il bisogno di un abbraccio, dobbiamo correre il rischio di chiederlo."
- Emily Dickinson.

Dakota Malfoy

Ero ancora tutta sudata, e feci molta fatica ad alzarmi dal letto.

Che buongiorno di merda.

Mi passai una mano sul viso e andai in bagno per farmi una bella doccia fredda. Però nemmeno l'acqua ghiacciata era riuscita a farmi dimenticare quello che avevo sognato.

Avevo gli occhi tutti rossi dal pianto quando mi guardai allo specchio. Odiavo sognare lui perché sapevo l'effetto che mi faceva.

«Cazzo» borbottai e appoggiai la fronte sul vetro.

Dopo essermi messa la divisa andai in Sala Grande e mi sedetti al solito tavolo dei serpeverde.

«Sorellina tutto okay?» mi chiese Draco non appena mi vide.

Io in risposta annuì solamente con lo sguardo basso sul piatto ancora vuoto.

«Daky che succede?» mi accarezzò il braccio.

«Draco non c'è niente» sbuffai e tolsi la sua mano dal braccio.

«Sono ancora gli incubi?» mi sussurrò vicino all'orecchio, per poco non tremai.

«No Draco» risposi non molto convinta e questo fece capire al biondo che aveva ragione.

«Sorellina ti prometto che si sistemerà tutto»

Perché mi devi dire bugie Draco.

Mi voltai sentendo uno strano sguardo addosso e vidi lui che mi guardava.

Per qualche secondo non riuscì a distogliere lo sguardo dal suo. Sembrava volermi parlare senza usare le parole, e sapevo benissimo cosa voleva dirmi.

Sospirai e mi alzai per andare un po' al Lago Nero prima dell'inizio della lezione.

Appena arrivati lì mi sedetti per terra e osservai l'acqua del lago che rifletteva il castello.

Mi scappò un piccolo sorriso. Forse qui ero al sicuro, ma per quanto tempo ancora lo sarei stata.

Volevo parlare con mio fratello ma non volevo ammettere di avere paura.

Ero così tanto presa dai miei pensieri che non mi accorsi di una persona vicino a me.

«Vattene» sussurrai.

«Perché hai quella faccia» mi disse con un sopracciglio alzato.

«È la mia faccia Riddle non vedo cosa ci sia di strano» sputai acida.

«Sembri sconvolta» si avvicinò un po' ma io mi allontanai.

«Ti sbagli Riddle» dissi sbrigativa e mi alzai ma venni bloccata dalla mano che si chiudeva attorno al mio polso.

Mi voltai verso di lui e i nostri visi per poco non si sfioravano.

«Che cosa vuoi?» gli chiesi.

«Voglio sapere a cosa stai pensando» mi disse lui.

«Non sono cose che ti riguardano Riddle» dissi marcando il suo cognome.

Sul suo volto comparì un ghigno e mi lasciò andare così mi girai e me ne andai senza voltarmi indietro a guardarlo.

Arrivai in classe in perfetto orario, però trovai posto solamente vicino a lui.

Fantastico ci mancava solo questo.

Moon |Mattheo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora