Capitolo 17 +Y

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La luce della finestra mi abbaglia la vista quando apro controvoglia gli occhi, non ho idea di che ore sono ma vorrei solo dormire un altro po'. Per colpa dell'ora tarda che avevo fatto ieri sera, mi pareva quasi di non aver affatto dormito. Mi rigiro dall'altra parte, evitando di fronteggiare proprio quella luce che mi ha accecato qualche secondo prima. Ma ormai sono sveglio e la luce del sole filtra da ogni angolo, maledicendo chiunque avesse deciso di aprire le tende della mia stanza. Avevo chiesto al nostro agente esplicitamente un dormitorio dove io potessi avere la mia camera ed i miei spazi, e questa richiesta era stata accontentata. Ma a quale scopo, se i più piccoli del gruppo si sentivano liberi di entrare quando gli pareva e far come se fosse la loro camera? Qualcuno mi piomba addosso, cascandomi accanto sul materasso grande e rimbalzando dolcemente sulle coperte morbide del letto.

«Hyung~» qualcuno mi chiama in tono lamentoso, parlandomi all'orecchio con fare appiccicoso. Riconosco la voce del più piccolo del gruppo, così dolce ma in questo momento estremamente fastidiosa e fuori luogo. Vorrei dormire, è troppo difficile? A quanto pare si, perché lui continua a chiamarmi accanto a me, come se io non avessi orecchie per sentire. «Che vuoi?» la voce mi esce roca e bassa dalle labbra, ho la bocca asciutta per colpa di tutto l'alcol che avevo ingurgitato la sera prima e parlare mi sembra faticoso, estremamente doloroso.

«Sono le una e mezza, il pranzo è in tavola.» mi informa, adesso facendomi oscillare da una parte all'altra del letto. Le una? Mi sollevo di scatto, aiutandomi con le mani sul letto che vanno come ad infossarsi nel morbido. Sul volto percepisco il segno del cuscino, me lo sento bruciare sulla guancia. «Le prove di ballo...» dico io, colto dal terrore. Posso già sentire nelle mie orecchie i rimproveri del mio agente, del coreografo, del maestro di ballo, del manager. Doppi, visto che ero il leader del gruppo e quello che sicuramente dovrebbe essere più responsabile di tutti. Invece eccomi qui, ancora sbronzo dalla sera prima con nemmeno due ore di sonno in corpo.

«Calmati Hyung!» mi afferra per la mano Kai, ributtandomi su quel materasso da cui mi ero alzato un secondo prima. Ed io, da bravo bastardo quale ero, non oppongo resistenza al letto morbido e ancora caldo dal mio corpo. «Il manager ha sposto tutte le prove a oggi pomeriggio e stasera.» mi annuncia Kai, in un sorriso che riesco a vedere nonostante la luce in faccia che mi abbaglia e gli occhi gonfi dalla stanchezza del sonno mancato di stanotte. Un sospiro di sollievo mi esce dalle labbra involontario, ringraziando mentalmente il nostro manager e chiunque gli avesse fatto venire in mente di cambiare l'orario delle prove di oggi. Kai ride accanto a me, colpa della mia faccia sollevata o del mio volto tumefatto dalla serata trascorsa. Poco importa, questo voleva dire che dopo pranzo sarei potuto tornare a letto se avessi voluto.

«Vatti a preparate, noi ti aspettiamo in sala.» mi spintona Kai fuori dal letto, lo stesso che mi aveva tirato per il polso sulle coperte qualche minuto prima. Sbuffo controvoglia mentre mi infilo le ciabatte lasciate per qualche miracolo ai piedi del letto e vado verso il bagno, giusto fuori dal corridoio del dormitorio. Allo specchio sembra di avere un mostro riflesso, di certo questo non sono io o l'idol che tutte le nostre fan ammirano. Cerco di svegliarmi lavandomi il viso con l'acqua di rubinetto gelida, ma oltre a far male non risolve un bel niente. Se la natura non può aiutarmi, sono sicuro che un po' di trucco sarebbe riuscito a far miracoli sul mio viso. Mi copro le occhiaie e i segni sulla faccia con del fondotinta e del correttore, lo avevo visto solo fare alle truccatrici durante uno shooting o un videoclip ma non ero un maestro con i prodotti di bellezza.

Eppure il risultato non sembra disastroso quando esco dal bagno, o almeno non sento molti commenti dispregiativi da parte di Gyu quando mi siedo al tavolo di cucina. I soliti voglio dire, ma quelli ormai erano quotidiani. Stacco il telefono dal caricabatterie in salotto, con quale furbizia la seria prima ero riuscito ad attaccarlo non me lo ricordo. Se potessi dare qualche pacca sulla spalla allo Yeonjun passato, lo farei sicuramente. Giusto qualche messaggio da parte dei miei amici, chiedendomi se fossi ancora vivo dopo la serata. E poi... un messaggio da parte di Soobin. Gli occhi mi si illuminano, al ricordo della serata passata. Non avevo ancora avuto il tempo di analizzare con lucidità la nostra lunga chiacchierata, solo ora mi tornava in mente quel suo sorriso da coniglietto e le sue orecchie rosse al chiaro di luna.

Lovely Boy [ 𝗬𝗘𝗢𝗡𝗕𝗜𝗡 ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora