Dire che ero agitato, qui in mezzo al traffico di Seoul con fiumi di gente che mi passa accanto di fretta e il chiasso di mezza giornata, sarebbe stata una bugia. Ero nervoso, ansioso; non solo agitato. È passato un po' di tempo dall'ultima volta in cui mi sono trovato in mezzo a una folla, piccola o grande che sia. Mi sono abituato al clima famigliare e piccolo delle uscite con gli altri in luoghi chiusi e privati, come il dormitorio e casa, che trovarmi qui al momento mi metteva a disagio.
Un treno strida nella stazione e il suono rimbomba nelle pareti in un gran fracasso, ma nessuno sembra accorgersene. Una voce elettronica negli altoparlanti, una giovane coppia che sembra discutere su chi dei due avesse sbagliato a digitare l'orario del treno prenotato online, una bambina che piange perché il gelato appena comprato gli è cascato sbadatamente a terra e la madre la rimprovera per la sua goffaggine; nonostante non uscissi da un po', sembrava che non fosse cambiato nulla nel mentre che non c'ero.
Il telefono mi vibra tra le mani e controllo le ultime notifiche, aspettandomi un messaggio di Arin per dirmi dove fosse o se arrivasse per caso in ritardo. Ma è Yeonjun e ridacchio mentre ascolto l'audio che mi ha appena inviato, litigando in sottofondo per la maggior parte del tempo con uno Wooyoung che pare abbia voglia di raccontare un aneddoto sul migliore amico alquanto imbarazzante riguardo ad Arin... come se non me lo avesse già spifferato almeno quattro volte ormai, per il semplice gusto di riportarmi alla mente l'episodio passato e far arrossire spudoratamente Yeonjun tra le sue risate e le mie.
Negli ultimi secondi, Yeonjun sembra proporre, nel mezzo della confusione tra lui e Wooyoung, di fare una serata cinema sabato sera con gli altri. Wooyoung propone in un urlo di guardarsi Shrek, ma l'audio si interrompe con un suo urlo di dolore e un commento di rimprovero dal mio ragazzo a denti stretti.
«L'amore ti dona, Choi Soobin.» alzo lo sguardo dallo schermo del telefono e Arin, in piedi davanti a me con le mani sui fianchi e un vestitino a fiori rosa, mi sorride con occhi a forma di mezzaluna. Non mi ero accorto fosse arrivata finché non ha parlato, accerchiato dal rumore della stazione e distratto dalla chat con Yeonjun, ma le sorrido di rimando con lo stesso calore. «Potrei dire lo stesso di te, Choi Arin.» le rinfaccio mentre metto il telefono in tasca, prendendola a braccetto subito dopo e andando insieme verso il bar più vicino alla stazione.
«Come ti va l'università? Tra quanto dovresti finire?» mi giro verso di lei in coda alla cassa, distogliendo lo sguardo dalla lista di bevande elencate sulla parete dietro il bancone dopo aver deciso cosa prendere, e la sorprendo mentre si morde distrattamente una pellicina delle unghie ben curate, in un turchese lucido appena messo. «Devo dare in teoria i miei ultimi due esami e poi ho finito.»
«In teoria?» ridacchio mentre andiamo avanti di un passo nella lunga fila, osservando distrattamente la coppia di amici che si allontanano sorridenti con i loro té e cioccolate calde, nonostante l'inizio imminente dell'estate e il caldo afoso ormai da settimane che impestava la città. Certo però non potevo esattamente giudicare, considerando che a capodanno avevo obbligato Tae a mangiare un barattolo intero di gelato per consolarmi in qualche modo della mia enorme e lontana cotta.
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Lovely Boy [ 𝗬𝗘𝗢𝗡𝗕𝗜𝗡 ]
FanfictionSoobin fa il barista in uno dei tanti bar a Seoul, Yeonjun è un idol alle prese con la fama. Due mondi completamente diversi, legati solo da una serie di imprevisti che gli porterà ad un fatale colpo di fumine. E questo gli costringe ad inseguirsi f...