«Stasera non ci sono a cena.» informo mia madre dal piano di sopra, scendendo dalle scale che danno in salotto. Sul divano trovo entrambi i miei genitori che, quando arrivo io, creano un silenzio imbarazzante. La tensione si riesce a tagliare con il coltello mentre mi dirigo all'ingresso di casa, evitando il più possibile gli sguardi di entrambi che mi seguivano da quando avevo fatto l'ultimo scalino di casa. Ormai era passato un mese da quando ero stato licenziato dal bar e un mese da quando erano iniziate le discussioni in casa, mio padre era arrivato alla decisione di ricattarmi con un silenzio di tomba e non parlarmi più finché non fossi maturato. Questa sua minaccia sottointesa stava durando da una settimana ormai, proprio da quando io avevo iniziato a sentirmi con Yeonjun, quindi questo suo comportamento non mi stava pesando più di tanto.
Mi infilo le scarpe e il cappotto in quel silenzio pesante che caratterizzava casa mia da sette lunghi giorni, fortuna che c'erano mio fratello e mia sorella a spezzarlo ogni tanto. Gli saluto, anche se ricevo solo una risposta sottile da parte di mia madre, e mi sistemo lo zaino in spalla mentre prendo le chiavi della macchina dal mobile all'ingresso ed esco di casa. Fuori faceva talmente freddo che negli ultimi giorni si scivolava sul marciapiede per colpa del ghiaccio sul cemento, fortuna che questa mattina erano passati per le strade a spargere il sale. Forse un preambolo per una buona giornata? lancio lo zaino pesante nei sedili posteriori e mi siedo nel posto del guidatore, prima di mettere in moto.
Mi dirigo verso casa di Tae, non troppo distante dalla mia, e parcheggio vicino al suo vialetto. «Accomodati.» mi invita ad entrare lui appena gli suono il campanello, aveva aperto la porta d'ingresso dopo pochi secondi che avevo suonato, come se mi stesse aspettando li vicino. Dentro casa fa sicuramente più caldo che fuori, anche se il cambio di temperatura mi fa battere lievemente i denti quando mi tolgo la sciarpa e l'appoggio al divano. Saliamo le scale, conoscevo ormai questa casa come se fosse la mia e in qualche modo era più simile di quanto sembrasse. La frequentavo ormai da anni, era qui che io e Tae ci ritrovavamo per giocare ai videogiochi. E poi, essendo nati entrambi in famiglie benestanti, avevamo tutti e due una casa con due piani e un bel giardino dai caratteri familiari.
Mi spinge dentro camera sua appena ci ritroviamo nel corridoio del primo piano e chiude la porta alle sue spalle, girandosi verso di me con un sorrisetto beffardo in viso. «Ed ora... prepariamoci.» dichiara avvicinandosi allo zaino che avevo portato con me fin su dalle scale, quale avevo appoggiato sul letto appena entrato. Ci sbircia dentro, trovando tutto quello che mi aveva richiesto. Quella mattina mi aveva detto di passare da casa sua prima di andare all'appuntamento, sia per prendere le chiavi del ristorante chiuso che per aiutarmi a prepararmi. Mi aveva anche detto di portare con me tutti i vestiti migliori ed eleganti che avevo, facendomi svaligiare l'armadio che adesso è metà chiuso dentro uno zaino.
«Che ne dici se andiamo sul classico?» chiedo con esitazione mentre lui scruta tutti i vestiti che avevo schiacciato dentro la borsa da ormai cinque minuti di silenzio, seduto sul letto stava creando un accumulo di roba accanto a sé. «Qui decido io.» dice in tono autoritario, facendomi zittire all'istante mentre esamina una camicia nera che non mettevo dai tempi della scuola. Quando l'avevo vista nell'armadio l'avevo messa in borsa per scherzo, ricordo che l'avevo indossata ad un compleanno di un nostro compagno di scuola... ma il fatto che la stesse esaminando davvero con parsimonia mi metteva agitazione, facendomi chiedere se c'erano possibilità mi stesse ancora.
La lancia alla fine nella massa di vestiti creata sul letto, sbuffando indeciso su cosa farmi mettere. «Effettivamente stai molto bene con la camicia bianca.» sospira, sotto pressione. Si alza in fretta, facendomi sussultare da questo suo scatto improvviso, e lo osservo scendere dal letto per trovarsi di fronte al cumolo di vestiti da lui creato e smontarlo. Sospiro già eusasto quando lo osservo dall'altra parte della stanza lanciare di qua e di là pantaloni e camice, mettendo all'aria la camera da letto. Mi chiedo a chi toccherà dopo raccattare tutti quei vestiti e rimetterli a posto, speravo non a me onestamente.
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Lovely Boy [ 𝗬𝗘𝗢𝗡𝗕𝗜𝗡 ]
FanfictionSoobin fa il barista in uno dei tanti bar a Seoul, Yeonjun è un idol alle prese con la fama. Due mondi completamente diversi, legati solo da una serie di imprevisti che gli porterà ad un fatale colpo di fumine. E questo gli costringe ad inseguirsi f...