Capitolo 23 +Y

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Soobin torna dopo poco dalle cucine del ristorante, io mi ero appoggiato al muro nell'attesa del suo ritorno. Avevo accorciato i tempi mettendomi già addosso il cappotto e la sciarpa, anche se non era proprio quello il mio piano. Mi pentivo di aver detto a Soobin delle prove di ballo della mattina dopo, se non lo avesse saputo a quest'ora saremmo ancora al tavolo del ristorante a ridere e scherzare come prima. Invece mi ritrovo ad osservarlo tornare dalle cucine per andare via, non per chiacchierare e fare ora tarda come avevo sognato.

«Mi aiuti?» mi chiede quando esce dalla porta, indicando le candele accese appoggiate su ogni superfice. Annuisco e mi metto a soffiare sulle piccole fiamme che ci avevano accompagnato per tutta la sera, senza contare quella sul tavolo che avevamo già provveduto insieme a spengere quando c'eravamo alzati. Man mano che soffiamo su ogni candela però, io all'ingresso e Soobin per tutto il locale, il ristorante inizia a piombare in un buio profondo, complice anche l'ora tarda e le tende tirate delle finestre, senza far filtrare neanche quella poca luce pubblica della strada. Sento una mano stringermi dolcemente il polso nel buio e io sussulto, colpa anche della perdita della vista nella grande sala poco prima visibile. Poi Soobin apre la porta del ristorante e una luce sottile mi fa tornare a vedere, il lampione giusto fuori dal ristorante, mentre Soobin apre lentamente la porta, illumina poco a poco i nostri corpi e l'ingresso del locale.

Mi tiro su la mascherina e mi segue a ruota anche Soobin, per l'eventualità di un paparazzo nei paraggi o una fan che mi avesse seguito fin qui dall'agenzia. Mi lascia il polso, direttamente in contatto con la pelle, e io ne sento un po' la mancanza di quel tocco mentre usciamo dal locale. Lo aspetto sopra il marciapiede mentre lui chiude a chiave la porta del ristornate, sembrava che adesso nessuno dei due avesse davvero voglia di far conversazione. Forse complice l'amarezza del fine serata, forse l'ansia di esser seguiti. Non potevo fare una colpa a Soobin se fosse stato agitato per questo, aver la sensazione di essere perennemente osservati non era mai piacevole. Appena da una doppia mandata all'ingresso, si gira verso di me e mi fa un sorriso da sotto la mascherina. Riesco a percepire le sue fossette, anche se non le vedo...

«Dove hai parcheggiato?» scende dal piccolo scalino del ristorante e viene giù sul marciapiede, atterrandomi davanti e facendo notare ancora una volta la differenza di altezza tra noi due. «Poco lontano da qui.» gli rispondo, guardandomi attorno per la strada desolata cercando di ricordare dove l'avessi lasciata e se la vedessi per la via. «Mi accompagni?» chiedo esitante, tornando con gli occhi su di lui. So di star giocando sporco in questo momento, perché Soobin non mi lascerebbe mai fare una strada deserta e al buio da solo se gli chiedessi di accompagnarmi, ma avevo voglia di star ancora con lui e, anche se fossero stati solo una manciata di minuti scarsi da passare insieme, mi sarebbe andato bene.

«Certo.» mi tranquillizza, proprio come avevo pensato, e insieme ci avviamo lentamente verso dove io credevo di aver lasciato la macchina. Per un attimo mi viene in mente l'idea di sbagliare strada e aumentare quei pochi minuti a disposizione insieme, ma non voglio tirar troppo la corda e decido di andare verso la direzione giusta. Anche perché non stavamo parlando molto, la nostra breve passeggiata era fatta più di silenzi che battute o chiacchiere dolci. Soobin continuava a guardare in basso e rigirarsi gli anelli alle dita delle mani, io invece mi ritrovavo a osservarlo con la coda dell'occhio al buio della strada. Sembra davvero agitato, anche se non riesco a vedergli il volto per colpa della mascherina... che sia davvero per la questione dei paparazzi?

«È questa qui.» gli indico quando ci ritroviamo davanti alla macchina dell'agenzia, nera passava inosservata nel buio della strada. Mi affianco allo sportello del guidatore e Soobin mi segue, era difficile vederlo nella notte ma gli occhi ormai mi s'erano abituati al buio e riuscivo a distinguere i suoi bei occhi e la forma del suo volto. Sorrido di fronte al suo viso e mi appoggio allo sportello, tenendo la schiena sul finestrino e gli occhi su di lui. Sollevo le mani al suo silenzio e gli sistemo la sciarpa, mossa dal vento della camminata. Era davvero silenzioso, questo ragazzino. Gli accarezzo con le punta delle dita il tessuto morbido della sciarpa e lui tiene sempre il volto rivolto verso di me, posso vedere le sue orecchie tingersi di rosa ma non posso esserne sicuro, colpa del buio. 

Lovely Boy [ 𝗬𝗘𝗢𝗡𝗕𝗜𝗡 ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora