Capitolo 32 +Y

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Questa mattina mi sono svegliato ancor prima che la sveglia emettesse un qualsiasi suono, accolto dai colori sfumati dell'alba che filtra dalla finestra e il leggero ronzio del computer che mi ero dimenticato acceso la sera prima. Mi stiracchio sul letto con lamenti sconnessi, girandomi a guardare il telefono in carica sul comodino per vedere l'ora. Amavo svegliarmi nel cuore della notte e scoprire di avere ancora qualche minuto in più per me, ma questa volta non è purtroppo il caso.

Tra meno di dieci minuti sarebbe comunque suonata la sveglia, quindi faccio prima a non richiudere occhio e alzarmi. Conoscendomi, se anche socchiudessi le palpebre per cinque secondi, finirei per crollare sul letto. Non ho idea di come io sia riuscito a svegliarmi prima onestamente, considerando la giornata piena che avevo avuto e l'ora tarda che avevo fatto al telefono con Soobin, ma a quando pare il mio inconscio non vedeva l'ora di esser sveglio. Mi chiedo perché...

Dev'essere stata una sorpresa anche per i membri del mio gruppo, quando mi hanno trovato a far colazione prima di loro o chiunque altro. Beomgyu è talmente stupito che quasi casca a terra dallo spavento quando mi scorge al tavolo, il telefono in una mano e l'altra che cerca di prendere la mira della bocca senza guardare esattamente dove le bacchette stessero andando.

Sposto lo sguardo giusto in tempo per riuscire a vedere la sua faccia sconvolta, talmente drammatico alle sei di mattina da farmi alzare gli occhi al cielo. «Hyung...» inizia, il tono della voce come se avesse appena perso il respiro dalla sorpresa. Mugugno in risposta mentre Hueningkai mi si siede accanto con la sua ciotola di cereali, non avendo propriamente voglia di aprir bocca. Anche perché, se lo facessi, non pronuncerei comunque parole dolci nei suoi confronti. «Stai per caso... per morire?» chiede, con una perfetta recitazione da attore di drama scadenti.

«Se non chiudi la bocca entro cinque secondi e non vieni subito a far colazione, ti posso assicurare che quel-» non faccio in tempo neanche a finire la frase che Beomgyu inizia a correre al tavolo per sedersi, preso dallo spavento nella mia voce e lo sguardo assonnato che gli riservo. Kai ridacchia alla scena ancora insonnolito mentre io riprendo a mangiare, soddisfatto dell'improvviso silenzio mattutino.

Neanche dieci minuti dopo esserci finiti di preparare, lo staff viene a suonarci alla porta con insistenza e ci ritroviamo tutti a correre in fretta nel furgone. L'isola di Sokcho dista da Seoul solo qualche ora e il regista del nostro video musicare era piuttosto fiscale quando si trattava di arte, desideroso di immortalare in camera tutti i membri in una determinata tonalità del cielo e sfumatura del sole... se qualcuno riusciva a capire cosa volesse intendere.

«Dove vogliamo andare a mangiare per pranzo?» sbadiglia Kai dopo essersi svegliato dal suo sonnellino in macchina, rompendo quel silenzio formato nel furgone durante il viaggio. Eravamo quasi arrivati in realtà, mancavano solo venti minuti e ci saremmo trovati davanti alla spiaggia, o almeno così diceva Google Maps. Gyu si sfila una cuffietta quando sente muoversi il più piccolo sulla sua spalla e mugugna mentre inizia a riflettere a cosa avrà voglia di mangiare tra qualche ora, passandosi il pollice e l'indice sul mento e puntando lo sguardo in alto.

«Non contate su di me.» rispondo io mentre torno con lo sguardo sul telefono, tornando con lo sguardo sul finestrino oscurato del furgone. «Perché-» inizia Gyu, interrotto però da Hueningkai che si fa spuntare un sorrisetto malizioso sulle labbra di riflesso. «Ah vero, viene a trovarti quel tuo vecchio compagno di classe...» inizia, scambiando lo sguardo da me al nostro manager seduto al mio fianco, intento a scrivere sul suo portatile senza prestarci alcuna attenzione.

«Ma che stai dicen-» Kai interrompe per la seconda volta Beomgyu, dandoli un colpo di gomito sulle costole e facendolo tossicare dal dolore. Ridacchio alla scena davanti a me, divertito dal modo offeso in cui Gyu ora sta fissando Hueningkai. La macchina si ferma, proprio mentre Gyu stava per picchiare Kai senza vergogna e ci vengono ad aprire lo sportello del furgone, invitandoci a uscire. Sorrido al membro dello staff mentre mi infilo la mascherina e scendo dalla macchina, accolto dal vento fresco e leggero del mare.

Lovely Boy [ 𝗬𝗘𝗢𝗡𝗕𝗜𝗡 ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora