Capitolo 22 +S

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Appena Yeonjun entra le ristorante, chiudo la porta d'ingresso alle sue spalle e la tenda che copre il vetro oscilla quando la muovo. Le dita mi sudano dal nervoso e la maniglia è scivolosa nel palmo della mano, le asciugo di nascosto nei pantaloni di seta prima di girarmi verso Yeonjun. Lui nel mentre si sfila il cappotto dalle spalle e lo mette nell'attaccapanni vicino a noi, ma gli scivola di mano prima che riesca ad appenderlo. È imbarazzato anche lui allora, coperto da una finta sicurezza sul volto e nei movimenti.

Nelle nostre conversazioni al telefono era sempre parso ai miei occhi sfacciato e istintivo, dalla battuta sempre pronta e i commenti audaci. Il fatto che ancora non avesse detto una parola da quando era entrato se non «Permesso.» a voce sottile, mi tranquillizzava in qualche modo. In realtà, se dovessi essere onesto al momento, pagherei per una delle sue uscite imbarazzanti, una sua stupida osservazione o un'occhiata sfacciata, per rompere quel silenzio imbarazzante che ci circondava. «Carino qui.» riesce a dire alla fine quando riesce finalmente a mettere il cappotto nell'attaccapanni, sfilandosi poi la sciarpa mentre si guarda attorno nel locale. 

Doveva aver notato la luce soffusa dalle candele, anche perché si notava bene la mancanza di corrente e la presenza della luce calda nella stanza. Le mie guance si tingono di un leggero rosa dalla vergogna, sperando che Yeonjun non si giri verso di me prima che non mi fosse passato quel rossore sul viso. «Probabilmente sei abituato ad altri tipi di ristoranti.» commento io mentre appende la sciarpa insieme al giubbotto, adesso libero di tutto quell'abbigliamento pesante per colpa del freddo fuori. «Non sono abituato ai ristoranti in generale.» dice girandosi verso di me, il volto ombreggiato dalla luce del fuoco sottile ma ben visibile. 

Aggrotto le sopracciglia e lui sorride alla mia confusione, «Con tutto il lavoro e il poco tempo per uscire, capita che non riesca ad entrare in un ristorante per interi mesi.» Confessa, osservando il piccolo locale davanti a noi. Si vedeva oggettivamente poco per colpa della luce, cerco con lo sguardo l'interruttore della corrente e lo scorgo vicino all'attaccapanni a cui siamo accanto, nascosto dalle nostre giacche lunghe. Mi allungo e accendo la luce, illuminando di più la stanza grande. Yeonjun si gira di scatto verso di me, sorpreso del cambio repentino di atmosfera. «No, spengi.» si lamenta, spostando le mie dita dall'interruttore per spengere le lampadine appese sopra di noi. «Mi piace così.» confessa, sorridendomi quando si allontana dal mio corpo a cui si era avvicinato per premere l'interruttore vicino a me.

«Vogliamo...» la voce mi si rompe dall'imbarazzo del momento e tossisco per sbloccare la voce, Yeonjun che sorride di più al mio volto paonazzo dalla vergogna, «Vogliamo sederci?» riesco finalmente a dire. Annuisce e mi osserva da dietro le spalle mentre gli faccio strada, indicandogli il nostro tavolo ovvio nel ristorante, nonché l'unico apparecchiato. Per un attimo sono indeciso se spostargli la sedia e farlo accomodare al tavolo come un gentiluomo, ma Yeonjun si siede da solo prima che io possa decidermi se farlo oppure no. Mi vado a sedere anch'io allora, lui sembra più sciolto adesso al tavolo mentre io continuavo ad essere ingessato sotto il suo sguardo. Una candela in mezzo a noi illumina bene i nostri visi l'uno davanti a l'altro e, mi rendo conto solo ora, che questa era la prima vera volta che potevo vedere bene il suo viso dal vivo. A parte dalle foto che Yeonjun mi mandava ogni tanto in chat o il nostro primo incontro frettoloso e al buio, solo in questo momento me lo trovo davanti limpido ai miei occhi.

«Vado a prendere da mangiare.» dico, alzandomi quasi subito dal tavolo, senza riuscire davvero a reggere quello sguardo che Yeonjun continuava a rivolgermi, persistente. Lo lascio solo a sedere mentre prendo da sotto il portavivande in cucina l'antipasto che la madre di Tae aveva preparato, il buio e il silenzio che regnava anche qui dentro. Prendo un gran respiro prima di uscire di nuovo dalla cucina, vedendo da lontano un Yeonjun impegnato a guardarsi attorno. Sembra incantato dal posto, vestito tutto di scuro stava davvero bene. Se avessi trovato il coraggio durante la serata, forse sarei riuscito a dirglielo prima di andare via. Di come stava bene stasera.

Lovely Boy [ 𝗬𝗘𝗢𝗡𝗕𝗜𝗡 ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora