Capitolo 18

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《Ti dispiace se prima accompagno Louis a casa?》mi chiede Harry ad un semaforo 《no, nessun problema 》durante il viaggio non riesco a smettere di pensare al peggio, sono molto agitata e credo lo noti anche il guidatore che mi lancia uno sguardo dispiaciuto.
Brutto stronzo è tutta colpa tua.

《Che ne dici di passare un po' di tempo in sieme? 》 abbiamo appena accompagnato Louis a casa sua e non credovo avesse una casa così grande anche in Italia, in realtà non credevo avesse una casa e basta.

《ok, dove vuoi andare?》chiedo un po' infastidita da quello che è successo prima

《credo che sia meglio andare in un posto isolato con la macchina, oggi abbiamo già rischiato abbastanza》《abbiamo?!》borbotto per non urlargli contro e fare la stronza.

Dopo venti minuti di viaggio arriviamo in una spiaggetta con al centro un laghetto《bello, non sapevo dell'esistenza di questo posto 》dico guardandomi in torno.

《già, l'ho scoperto per sbaglio, comunque non mi hai ancora salutato come si deve》si lamenta avvicinandosi pericolosamente a me.

《non te lo meriti》gli rinfaccio, ignora la mia affermazione e sfiora le sue labbra con le mie ma veniamo interrotti dal suono del suo telefono《pff》sbuffa allontanandosi per poi rispondere

《pronto? No...si....merda, no, ok arrivo》dice per poi mettere giù 《dobbiamo andare》dice per poi trascinarmi in macchina.

《cos'è successo?》chiedo allarmata 《ci hanno fatto delle foto e stanno ricattando Jeffrey》il mio cuore inizia a battere forte《cazzo, quanto vogliono?》chiedo, sono io che non voglio che si sappia, devo pagare io.

《non ci pensare neanche》mi rimprovera 《sono venuto io da te quando tu mi avevi chiesto di non farlo, è colpa mia》dice appoggiando la sua mano sulla mia gamba, a quel contatto per un'attimo smetto di pensare al casino in cui siamo, purtroppo è solo un secondo.

《Risolverò tutto, te lo prometto 》dice quando mi lascia sulla porta di casa per poi ripartire in tutta fretta.

Quando entro in casa sono tutti in salotto《Mattia ci ha chiamate, cos'è successo 》chiede k
Kristiana, così racconto.

Il giorno dopo a lavoro sono più tesa che mai, anche se Harry mi ha assicurato che la situazione è risolta ad ogni persona mi parla o mi si avvicina io sobbalzo e mi predo paura.

Aspetto l'inevitabile che arriva quando sono nella pausa caffè con Agata e Mattia《Sofia, potresti venire un'attimo nel mio ufficio》mi chiede il capo con tono neutro.

Mi sento sbiancare, guardo i miei amici e anche loro hanno la stessa espressione, sono licenziata, sono licenziata, oddio.

《Ti volevo parlare di una cosa》afferma appena entro, cazzo è infastidita, lo sa, sa tutto, sono finita《mi è toccato prendere una nuova stagista, l'università con cui collaboriamo non riusciva a mandarla da nessuna parte 》mi informa, ma questo non fa altro che confondermi.

《quindi la affido a te, falle fare tutto quello che tu non vuoi fare, non so, prenderti il caffè, rispondere al telefono, qualunque cosa tu voglia e se pensi che ti sia utile, potrai anche assumerla e ovviamente ora avrai un tuo ufficio》dice lasciandomi a bocca aperta, dopo di che tiro un sospiro di solievo il più silenziosamente possibile, credo che potrei lasciarmi cadere per terra dam quanto mi sento più leggera.

《Ok, va bene》dico molto più felice《l'ho mandata nel tuo ufficio ti aspetta li》《ok arrivederci 》dico per poi catapultarmi fuori dal suo ufficio, anche oggi ci siamo salvate il culo.

Quando arrivo vedo una ragazzina bassa bionda《ciao》la saluto《salve sono Lorenza》《ciao, io sono Sofia 》《è lei io mio capo?》chiede 《si, ma dammi pure del tu》le sorrido《ok cosa vuoi che faccia?》

《in realtà non lo so proprio 》non ho mai pensato di dividere i miei compiti, sono una persona che ama fare le cose da sola, dopotutto chi fa da se fa per tre, no?

《Ehm rispondi alle mie telefonate e...ehm il resto, ti dirò 》improvviso《ok》《oddio Sofia, te ne stai andando? Lei è la tua sostituta?!》chiede Mattia agitato con affianco Agata.

《no, lei è la mia assistente personale 》dico vantandomi《stronza》dice per poi abbracciarmi.

《ho veramente pensato che te ne saresti andata》dice sulla mia spalla《aww》dico accarezzandogli la schiena.

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