CAMERON.
Dopo aver incontrato Sawyer al supermercato, essere stato quasi sul punto di raccontarle cose che ancora mi causavano dolore, tornai a casa, posai la spesa in cucina e mi rifugiai il più veloce possibile nella palestra, dove, infondo alla stanza, c'era la mia batteria.
Studiavo musicologia all'università, che era lo studio teorico della musica, in più, avevo dei corsi (prettamente pomeridiani) di batteria, che era lo strumento che suonavo da sempre. Anche se suonavo tutte le percussioni avevo dovuto scegliere un secondo strumento da suonare e così, avevo scelto la chitarra, anche se non la suonavo molto spesso.
Sognavo di entrare in un'orchestra di successo, importante, come lo aveva fatto mia madre.
Quando suonavo mi permettevo di non pensare a nient'altro, mi concentravo sulla batteria e basta, il mondo rimaneva al di fuori della porta, c'eravamo solo io e la musica.
Presi gli spartiti e li posizionai, nonostante quella canzone la conoscessi perfettamente, presi le bacchette e iniziai a suonare, sgomberando la mente dai pensieri, dal viso di Sawyer, da mia sorella, da mio padre, da tutti.
Chiusi gli occhi per sentire ancora di più la musica. Era come se mi scorresse nelle vene, non c'era nient'altro che volessi fare nella mia vita, il mio cuore batteva forte per l'adrenalina che il ritmo forte della batteria trasmetteva.
Sapevo di sentirmi da fuori, molti vicini sentivano la mia batteria, ma nessuno si era mai lamentato.
Chissà se Sawyer mi sente...
Iniziai a rallentare il ritmo, notando come quella ragazza stava di nuovo invadendo i miei pensieri.
'Credere nel destino, per me, è solo un altro modo inventato dall'essere umano per non prendersi le proprie responsabilità, o per credere che un suo fallimento sia dovuto da una forza epica e che quindi abbia un significato profondo.'
Quelle parole mi tornarono in mente, così come il suo sguardo spento, i suoi occhi marrone scuro in cui avevo letto un dolore silenzioso, inaccettabile per una ragazza di 21 anni proveniente da una famiglia di attori famosi e apprezzati.
Forse stava male per suo padre.
Michele Attanasio aveva causato molto dolore ad Emerson e suo padre, chissà a quanti altri, forse lei stava male per questo, forse lei aveva conosciuto suo padre in vesti diverse, forse...
—Posso vedere le rotelle del tuo cervello girare da qui— Emerson mi raggiunse, con le braccia incrociate al petto, si poggiò alla parete e mi osservò —per favore, non chiedermi anche tu come sto e cosa mi succede. Soprattutto, non chiedermi di Sawyer, sembra che non riusciate a parlare di altro con me, ultimamente— lo bloccai subito, il mio amico rise, ma poi mi mostrò una maglietta verde militare che aveva in mano, decisamente troppo piccola per lui —ero venuto a recuperare questa che Lenora aveva lasciato qui. E poi, a chiederti perché ti sei fermato, alla mia ragazza piace sentirti suonare, e anche a me, lo sai— mi disse, sorrisi, continuando a guardare quella maglietta.
—Mi sono un'attimo bloccato, niente di che. Ma dimmi, come mai Lenora aveva lasciato una sua maglietta qui? Non si sta allenando ultimamente— feci un sorrisetto, potendo provare ad immaginare il perché quella maglietta si trovasse qui, Emerson mi guardò, io lo guardai, sapeva che avevo capito.
—Non è come pensi.
Risi.
—Sul tavolo da biliardino? Bel posto per una prima volta.
Sgranò gli occhi.
—Cosa? No, non lo abbiamo fatto qui la prima volta— disse. Ah, quindi quella era stata la seconda? La terza?
STAI LEGGENDO
My Unattainable Desire
Romance"Quando la guardavo provavo mille sensazioni diverse. Con lei mi sentivo vivo, nonostante il mio fosse un desiderio irraggiungibile" (When The Night Comes Down series. Libro 3) Cameron Morrison ama girarmi intorno. Mi vede come una sfida, la ragazz...