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SAWYER.

Quella batteria.

L'avevo sentita di nuovo, ma quel suono era cessato subito.

Era strano. Di solito la persona che suonava la batteria andava avanti per un po', provando canzoni diverse. Dovevo ammettere che alcune volte avevo provato ad indovinare che canzoni fossero, quando proprio non avevo nulla da fare, ci ero riuscita qualche volta.

Guardai pensierosa nella direzione da dove sentivo provenire quel rumore. Ero fuori in giardino, con una tazza di cioccolata calda in mano, eravamo ai fini di gennaio ed io me ne stavo qui fuori come se non ci fossero otto gradi.

—Sawyer! Vuoi ammalarti per caso?— mi disse la mia migliore amica affacciandosi dalla veranda, risi, certe volte sembrava davvero una madre apprensiva —é arrivata Evelyn— mi informò poi e io mi maledissi per essermi dimenticata che la mia amica stava venendo da me perché doveva chiedermi un consiglio su una "questione urgente e importante", osavo solo immaginare a cosa facesse allusione.

Rientrai in casa e andai in salotto, dove Evelyn era seduta su una delle poltrone con un sorriso.

Sembrava che quel suo periodo no fosse finito. Solo che non sapevo se crederci o meno.

—É una cosa importante, altrimenti non sarei venuta qui— mi informò, mi stesi sul divano, continuando a bere la mia cioccolata, pronta a qualsiasi cosa stesse per dire.

—Sono tutta orecchie— le dissi, cercando di mostrarmi seria.

Evelyn prese una rivista dalla sua borsa, la aprì e me la piazzò davanti. Sulle pagine c'erano due vestiti: Uno lungo, di colore rosso, con delle bratelline sottili, una cintura dello stesso colore si trovava in vita, probabilmente per fare uno spacco tra il pezzo di sopra e la lunga gonna. Era semplice, ma elegante, provai a immaginarmi Evie con quello indosso e sicuramente le stava bene.

L'altro, invece, era bianco, la gonna arrivava alle ginocchia ed era a maniche corte, che erano in pizzo. Si vedeva che dietro portava una leggera scollatura sulla schiena. Anche questo era molto bello, Evie ci avrebbe fatto una bellissima figura, a mio parere, era una di quelle ragazze che stavano bene con qualsiasi cosa.

—Io e te abbiamo un concetto diverso di "questione urgente e importante", Evie. Davvero sei venuta qui per dei vestiti?— le dissi divertita —sono le due opzioni che mi sono rimaste per il vestito per la laurea di Eloise, è ovvio che è un qualcosa di importante— la guardai incredula —ma la laurea di tua sorella non è a maggio?— le chiesi, lei annuì —si, ma se rimando va a finire che arrivo la settimana prima senza vestito. Quindi mi organizzo già da adesso— mi spiegò con fare ovvio.

Sorrisi —sbaglio, o sei giusto un po' ansiosa?— domandai, lei mi guardò con fare infastidito —mi organizzo solo con largo anticipo. È un mio modo di fare con cui vivo alla grande— si difese —dai su, scegli un vestito— mi spronò poi. Riportai l'attenzione sulla rivista —perché stai lasciando la decisione finale a me?— domandai —ero molto indecisa e mi fido del tuo giudizio— disse semplicemente, sorrisi, ma alla fine optai per il vestito bianco, Evelyn sorrise e poi posò la rivista.

Poi, però, si girò di scatto verso di me —scusami, ma non devi laurearti anche tu quest'anno?— domandò, sorrisi —bé in realtà si, ma credo che farò altri due anni per la specializzazione in chimica, e poi, tua sorella è più grande di noi di me di due anni, non si laurea in seguito alla specializzazione?— le dissi, per farle capire che la laurea di adesso non era il mio obiettivo e che le era sfuggito qualche particolare, lei annuì ridendo, rendendosi conto dell'errore.

—Vieni alla gara di Lena?— mi chiese —una gara? Stasera?— chiesi a mia volta, non sapendo nulla, Evelyn annuì e per un momento, senza motivo, ripensai a quella fottuta partita di basket, da quando ero salita su quel maledetto autobus a quando mi ero ritrovata nella sua stanza.

My Unattainable DesireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora