SAWYER.
Perché mi sentivo così male stasera?
Avevo un mal di testa assurdo e mi sentivo stanca come se avessi appena finito di scalare una montagna.
Perché?
Chiusi gli occhi, sentendomi così esausta da non riuscire neanche a tenerli aperti. Ivy mi aveva fatto misurare diverse volte la febbre, ma non avevo nulla, Lev, invece, cercava di fare conversazione con me così dal non fissarmi sul dolore e di mantenermi sveglia, ma non riuscivo a prestargli attenzione come avrei voluto.
Mi ero presa un'aspirina per il dolore, ma ancora non aveva iniziato a fare effetto. Non vedevo l'ora che lo facesse, non sopportavo più il pulsare delle mie tempie.
Controllare il cellulare ogni due minuti non mi aiutava nemmeno, ma Cameron era così premuroso da scrivermi per assicurarsi che non fossi morta, che non potevo ignorarlo. Non volevo che si preoccupasse, era il compleanno di Julián e volevo che godesse della compagnia dei suoi amici senza doversi preoccupare per me. Infondo, Ivy e Lev stavano facendo un bel lavoro nel prendersi cura di me.
—Non capisco perché ti sia venuto questo forte mal di testa improvviso— commentò Ivy, sedendosi sulle gambe del suo ragazzo —credimi, vorrei saperlo anche io— commentai, in risposta alla mia migliore amica —ha fatto effetto l'aspirina?— chiese invece Lev, scossi leggermente la testa, non sentendomi neanche nelle forze di poter parlare.
Volevo andarmi a mettere nel letto e riposarmi, così avrei lasciato in pace i due piccioncini, ma il solo mettermi seduta sul divano, mi faceva venire voglia di vomitare quel poco che ero riuscita a mangiare.
Probabilmente avrei dormito qui stanotte.
—Ehi, non c'è bisogno che rimaniate lì a fissarmi, andate a fare qualcosa, so prendermi cura di me stessa. Vi ringrazio per l'immenso aiuto, ma non voglio rovinarvi la serata— dissi con la voce un po' biascicante, sentì la risata di Ivy —stavi per sbattere contro il muro tanto che ti faceva male la testa, non voglio mica che tu ti uccida, chi glielo spiega poi a Cameron?— disse e sorrisi.
Cameron...
Era così bello.... E, soprattutto, l'unico uomo, dopo mio padre, a essersi preoccupato così tanto per me.
Stavo delirando, come se fossi ubriaca.
—Credimi, non ho intenzione di alzarmi da qui— commentai, non mi odiavo ancora così tanto da volermi infliggere un dolore simile.
—Ripeto, se vuoi posso prenderti in braccio e portarti in camera tua— si propose di nuovo Lev. Si, sapevo che avrebbe potuto farlo, ma mi sembrava strano lasciarmi portare in braccio dal fidanzato della mia migliore amica, ero consapevole che in quel momento non c'era nulla di male, ma il cervello funzionava in maniera particolare.
—Amore, devi farlo e basta, lei continuerà a dirti di no— commentò Ivy divertita, feci un piccolo sorriso, perché in effetti non aveva tutti i torti.
Così, pochi secondi dopo, sentì le braccia forti di Lev prendermi delicatamente in braccio, per non farmi sballare troppo. Chiusi gli occhi e mi appoggiai al suo petto, lasciandomi portare come se fossi una bambina.
Lev salí le scale e mi portò in camera mia, mi adagiò lentamente sul mio letto e mi coprì con una coperta che avevo poggiato sulla sedia.
—Grazie, Lev— gli dissi, lo vidi sorridere —non c'è di che, Sawyer, rimettiti presto— con questo, se ne andò, lasciandomi sola nel mio dolore.
Perché diamine la mia testa doveva pulsare così tanto?
Chiusi gli occhi, inondando la mia faccia nel cuscino, speravo solo che al mio risveglio fosse tutto passato.
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My Unattainable Desire
Romance"Quando la guardavo provavo mille sensazioni diverse. Con lei mi sentivo vivo, nonostante il mio fosse un desiderio irraggiungibile" (When The Night Comes Down series. Libro 3) Cameron Morrison ama girarmi intorno. Mi vede come una sfida, la ragazz...