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SAWYER.

Mi guardai ancora una volta allo specchio, assicurandomi di essere apposto e pronta per la serata.

Il concerto della madre di Cameron sarebbe iniziato tra poco, lui sarebbe passato a prendermi fra qualche minuto e io sentivo migliaia di sensazioni dentro di me. Ero elettrizzata, ma anche un po' nervosa per quello che sarebbe potuto succedere stasera, non sapevo cosa aspettarmi.

—Sei incantevole, Sawyer— mi complimentò Ivy, entrando nella mia stanza. Per la serata avevo optato per un vestito aderente, color marrone, con le spalline e che mi arrivava sopra alle ginocchia. Avevo indossato le calze e delle ballerine, poi avevo preso una giacca per coprirmi le spalle. I miei capelli li avevo legati in una coda bassa e avevo deciso di non esagerare con il trucco.

—Grazie— le dissi con un sorriso genuino. Non capivo neanche perché ero così tanto felice, era perché avrei passato la serata con Cameron?

—Diamine, guarda come stai sorridendo, sembri una bambina alla quale le hanno appena regalato il giocattolo dei desideri. E hai avuto il coraggio di dirmi che non ti piaceva neanche un po'?— mi disse la mia migliore amica, risi, sapendo che avvolte la portavo all'esasperazione.

—Sarà meglio che vada, non voglio farlo aspettare— le dissi, prendendo la borsa, il cellulare e, soprattutto, il biglietto.

—Divertiti!— mi disse Ivy mentre scendevo le scale, uscì di casa nell'esatto momento in cui Cameron mi avvisò di essere davanti casa mia.

Vidi la sua macchina fuori il cancello e potei scorgere la sua figura al posto di guida, mi affrettai a raggiungerlo e a salire.

Lui posò i suoi occhi nocciola su di me, mi sorrise —ciao— mi salutò, spostando i suoi occhi sul mio vestito —sei bellissima— si complimentò, sorrisi come una ragazzina —anche tu non sei male— dissi, guardando la sua figura avvolta in un completo elegante che gli stava una meraviglia.

Sorrise e decise di partire, altrimenti non saremmo arrivati in orario. Non parlammo molto durante il viaggio, ma il nostro non fu un silenzio imbarazzante, era addirittura piacevole stare semplicemente nello stesso spazio con lui, senza dire una parola.

Ogni tanto però, sentivo i suoi occhi addosso, anch'io avrei voluto guardarlo, ma non volevo farmi beccare, rimanevo sempre una ragazza abbastanza legata al proprio orgoglio.

Dopo un po' di minuti, Cameron parcheggiò l'auto nel parcheggio del 'Richmond Centerstage', che era già abbastanza affollato. Scendemmo e camminammo uno di fianco all'altro mentre ci dirigevamo all'ingresso.

Lo sentì sospirare, così voltai la mia testa verso di lui —sei per caso agitato?— gli chiesi, lui girò il capo —lo so che sembra stupido, ma ogni volta che devo vedere mia madre suonare, sento l'agitazione e l'emozione come se dovessi salirci io sul palco— disse con l'emozione nella voce, gli accarezzai un braccio —non è stupido, è bellissimo, Cam— gli dissi.

Si bloccò improvvisamente, mettendo un braccio davanti al mio stomaco costringendomi a bloccarmi a mia volta.

—Che succede?— gli chiesi, mai poi guardai davanti a noi e vidi la schiera di giornalisti appostati davanti all'ingresso, in attesa di persone che sfilassero sul tappeto.

Cavolo, mi ero dimenticata che più un evento era importante e più personaggi famosi ci sarebbero stati, quest'orchestra era riconosciuta a livello internazionale.

Guardai Cameron colta un po' dalla paura, non volevo farmi fotografare, altrimenti quello che avevo temuto per tutto questo tempo si sarebbe realizzato in due secondi.

E se... E se ci fosse stata mia madre? Lei conosceva Felicity.

D'istinto, strinsi la mano di Cameron, così forte che sentì le dita farmi male. Era come se fosse il mio unico pilastro in quel momento.

My Unattainable DesireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora