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CAMERON.

—Cameron, sei pronto?— mi domandò Aaron, entrando nella mia stanza mentre io mi aggiustavo il colletto della camicia.

Annuì, continuando a guardarmi allo specchio. Mi passai una mano fra i miei capelli color oro, leggermente più lunghi rispetto al taglio alla militare con la quale ero arrivato a settembre.

Mi misi la giacca e controllai di aver chiuso la tapparella della mia stanza.

—Stai bene?— mi domandò il mio migliore amico mentre io lo sorpassavo e andavo al piano di sotto.

Ci stavamo preparando per il compleanno di Evelyn, che era oggi, 23 febbraio.

Erano passati un paio di giorni dall'ultima volta che avevo parlato con Sawyer, qui in questa casa, quando lei aveva veramente messo un punto al nostro sottospecie di rapporto.

Da allora non mi ero azzardato più ad andare in caffetteria, l'avevo evitata e mi aveva dato fastidio rendermi conto che in realtà era molto facile farlo, considerato che oltre alla caffetteria non ci vedevamo da nessun'altra parte.

Non aveva cercato di contattarmi in nessun modo, era come se fosse scomparita dalla mia vita, come se non fosse mai esistita. Ma invece era esistita eccome, marchiandosi quasi sotto pelle. Riuscivo ancora a ricordare il sapore delle sue labbra sulle mie, come il suo corpo aderisse perfettamente al mio, il suo profumo che mi inondava le narici...

Era strano non parlarle più. Era strano non infastidirla più, era strano non sentire i suoi occhi marrone scuro puntati addosso con fastidio, mentre cercava di allontanarsi da me e io invece continuavo a starle attorno.

Era strano pensare che lei non facesse più parte della mia vita.

In più, quella sera l'avrei vista alla festa. Avrei dovuto ignorarla? Lei lo avrebbe fatto?

—Non capisco perché dobbiamo andare al compleanno di quella ragazza— si lamentò Sebastián con fare annoiato —perché è amica delle ragazze e ha invitato tutti noi— gli rispose Aaron —si, ma noi non siamo costretti ad andarci— replicò lui.

—É possibile che tu devi lamentarti per qualsiasi cosa?— domandò esasperato Jordan —si, è nel mio DNA— rispose soddisfatto il messicano.

Scossi la testa divertito, ed io che avevo pensato che le piacesse...

—Il regalo è stato fatto, si?— domandò Julián —ci hanno pensato Wyn e Lena— rispose Emerson —non è che ci presentavamo senza regalo— commentai io.

Julián avvolte era fin troppo perfezionista.

—Dove sono le ragazze? Perché sono dovute partire prima?— domandò Jordan —perché dovevano arrivare per prime con Evelyn, volevano stare un po' per fatti loro— spiegò Aaron.

—Ci sarà anche Sawyer?— domandai senza pensarci, Sebastián sospirò —ancora le stai dietro?— chiese. Decisi di ignorarlo, cosa ne poteva sapere lui se non si era mai sentito attratto da nessuna?

—Eh si, lei ed Evelyn sono molto amiche— mi disse Aaron, annuì, non sapevo nemmeno perché lo avevo chiesto, era abbastanza ovvio che lei ci sarebbe stata.

Salimmo nelle macchine: io, Aaron ed Emerson in una, Sebastián, Julián e Jordan in un'altra.

Aaron accese la radio, così la musica poteva riempire i miei pensieri e farmi evitare di pensare troppo a Sawyer.

Non capivo nemmeno perché ci stessi pensando così tanto. Che cos'aveva di così diverso dalle altre che non riuscivo a togliermela dalla testa?

Nessuno dei tre disse nulla durante tutto il tragitto e arrivammo poco dopo al locale dove si trovava la festa.

My Unattainable DesireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora