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SAWYER.

Anche l'ennesimo giorno di lavoro si era concluso.

Mi tolsi il grembiule e lo appesi sull'attaccapanni con il mio nome, presi la mia roba e uscì dalla caffetteria. Andai nel parcheggio dell'università e salì sulla mia amata macchina di vecchia data. La misi in moto e mi avviai verso casa, sperando di riuscire a finire velocemente il progetto che avrei dovuto consegnare fra due giorni. Si, avevo del tempo, ma il martedì era il giorno in cui non ero io a dover chiudere la caffetteria e, perciò, riuscivo a tornare a casa un po' prima e potevo finire di studiare quello che nel primo pomeriggio non riuscivo a terminare.

Odiavo dover lavorare, ma non avevo alternative se volevo laurearmi e riuscire a fare il lavoro dei miei sogni.

Era un po' stancante questo stile di vita, ma andavo avanti, sapevo che un giorno, mi sarei guardata indietro sorridendo alla me ventunenne, orgogliosa del fatto che non si era mai lasciata abbattere da nulla e che aveva deciso di prendere per mano tutti quegli sforzi per studiare quello che lei, e solamente lei, voleva per sé.

Arrivai quasi a casa mia quando la mia macchina si fermò dal nulla.

No, non era possibile.

Provai a rimetterla in moto, ma nulla.

Sul serio? Proprio adesso doveva succedere?

Sbuffai. Avevo bisogno di trovare rapidamente una soluzione. Come prima idea mi venne in mente di chiamare Ivy, la mia migliore amica e coinquilina, ma poi mi ricordai che era andata ad un'ennesima festa con Lev e quindi lasciai stare. Poi pensai di chiamare o Wyn o Lenora o Evelyn, ma appena presi il cellulare dalla borsa vidi la batteria scarica.

Era davvero incredibile come tutte le cose si allineassero contro di me avvolte.

—ehi, bellezza, qualche problema?— no, l'ultima cosa della quale avevo bisogno era lui. Chiusi gli occhi e sospirai, cercando di mantenere la calma e il controllo che sentivo, in quel momento, abbandonarmi lentamente.

Girai il capo e vidi Cameron Morrison osservarmi da fuori il finestrino, lo abbassai e lui vi poggiò le braccia —la macchina ti ha abbandonata? La cosa non mi sorprende considerato il modello— commentò osservandola come se fosse un grande esperto —adesso, tra i tuoi tanti talenti, risulta che te ne intendi anche di macchine?—  domandai ricordando quante volte fosse venuto in caffetteria ad infastidirmi, cercando di attirare la mia attenzione in tutti i modi.

Era così insistente ed irritante, cosa non avevo fatto per fargli capire che non ero interessata a lui? Eppure mi girava sempre intorno, lo mandavo via, ma tornava da me come un fottuto boomerang.

—dolcezza, mio padre è un meccanico, quindi penso di capirci qualcosa— mi spiegò con uno dei suoi soliti sorrisetti. Lo vidi scomparire, così scesi dalla macchina e lo vidi avvicinarsi alla sua e prendere qualcosa dal bagagliaio. In pochi minuti ritornò da me tenendo una... Cassetta degli attrezzi? Che cazzo andava facendo in giro con una cassetta degli attrezzi?

Si avvicinò alla mia macchina e aprì il cofano anteriore, senza che io gli avessi chiesto assolutamente nulla.

—che stai facendo?— domandai, sorrise ancora —cosa credi che stia facendo, bellezza? Cerco di capire che cos'ha la tua macchina, anche se credo che sarebbe il caso di cambiarla— mi disse.

Non ho i soldi per mangiare un altro po', vuoi che abbia i soldi per una macchina nuova?

Lo pensai, ma non lo dissi ad alta voce.

Rimasi lì impalata ad osservarlo, sentendomi inutile. I suoi capelli biondo oro gli stavano crescendo, non erano più alla militare come le prime volte che lo avevo visto, sembrava che ogni giorno diventasse più alto e che la sua corporatura si facesse sempre più robusta, come era possibile?

Il mio sguardo vagò sulle sue braccia, forti e grandi, con alcune vene in rilievo, ma lo distolsi subito, sentendo il rossore invadermi le guance —smettila di chiamarmi dolcezza, ho un nome— dissi infastidita guardandomi attorno, sentì le sue iridi castane puntate addosso —si hai ragione, scusami, Sawyer— sorrise ancora.

Non capì perché, ma il modo in cui disse il mio nome mi portò a guardarlo e ad incrociare il suo sguardo —cosa ci fai da queste parti? Adesso mi segui anche?— domandai, lui rise e lo guardai confusa —sei proprio divertente, dolcezza. Ti ricordo che vivo a pochi passi da casa tua, questo è anche il mio quartiere— disse e mi sentì stupida per essermene completamente dimenticata. Wyn mi aveva invitata anche più volte in quella casa visto che ci viveva anche lei.

Evitai di dare peso al fatto che mi avesse di nuovo chiamato dolcezza, altrimenti avrei davvero perso la poca pazienza che mi era rimasta quella sera.

Rimanemmo in silenzio per un po', fino a quando chiuse il cofano della macchina e mi guardò.

—dovresti riuscire ad arrivare a casa tua. Ma ti conviene farla controllare domani. Se hai bisogno di un'autista sai chi chiamare— disse sempre con quel cazzo di sorrisino —saresti l'ultima persona che chiamerei, Cameron— affermai, scosse la testa divertito —quanto cazzo mi piaci quando fai così?— domandò, sicuramente a sé stesso.

Sbuffai scuotendo la testa, quel ragazzo era impossibile. Non c'era nulla di quello che dicessi o facessi che riuscisse a demoralizzarlo, non me ne sarei mai liberata.

—buonanotte, Sawyer.

Mi girai verso di lui.

—buonanotte, Cameron.

Avviai il motore, felice di poter tornare finalmente a casa.
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Salve lettori! Ecco qui il primo capitolo della nuova storia, spero tanto che vi piaccia e che possiate entrare in sintonia anche con Cam & Sawyer ❤️.  Vi adoro ❤️.

My Unattainable DesireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora