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SAWYER.

—Sono tornata!— esclamai per avvisare Ivy.

Posai le varie buste che avevo portato con me dal centro commerciale, tra cui quella per il regalo di Aaron che per fortuna ero riuscita a scegliere.

Ivy non mi rispose e facendo più attenzione ai rumori della casa mi resi conto che si trovava nella doccia.

—Ciao, Sawyer— sobbalzai quando vidi Lev arrivare dalla cucina —ciao, Lev. Che novità vederti qui— dissi con sarcasmo, ormai era un'abitudine averlo in giro per casa, come mai non lo avevo sentito nella cucina?

—Ero fuori a parlare con mia sorella, forse è per questo che non mi hai sentito— mi spiegò poi, come se mi avesse letto nel pensiero, annuì mentre mi mettevo le ciabatte.

—Tu e Ivy dovete uscire o dovete rimanere qui?— gli chiesi, ormai le cose tra quei due sembravano abbastanza serie, a me l'unica cosa che importava era che la mia migliore amica fosse felice e sembrava che Lev ci riuscisse, speravo solo che il fatto che fosse più piccolo di Ivy di due anni non creasse qualche problema, a livello di maturità. Non avevo pregiudizi a riguardo, anzi, Lev Smirnov sembrava un bravo ragazzo, intelligente e con la testa sulle spalle, ma di sicuro lo conoscevano meglio Wyn, essendo sua amica stretta, e ancora di più Ivy.

—Andiamo a fare un giro. Vuoi unirti a noi?— domandò, lo guardai —venire per fare il palo tra voi due che vi comportate come una coppietta adolescenziale? Anche no, ma grazie per l'offerta— dissi, sarei rimasta volentieri a casa a godermi uno dei pomeriggi in cui non dovevo lavorare.

Lui rise e in quel momento Ivy Meadows scese in tutto il suo splendore. Notai come gli occhi di Lev si illuminarono quando la vide e il modo in cui rimase a fissarla con un sorriso.

Si, non avevo assolutamente nulla di cui preoccuparmi.

Era una buona cosa, non volevo rovinarmi la vita con una condanna per omicidio.

—Sawyer, io e Lev usciamo. Credo che mi fermo da lui stasera, quindi non aspettarmi, ok? Qualsiasi cosa chiamami— mi disse e mi salutò, per poi uscire con il suo ormai nuovo ragazzo. Finalmente, non ne potevo più di vederla stare male per il suo ex e di vedere sconosciuti gironzolare per casa mia osservando la foto dei Måneskin che avevo appeso all'ingresso, per poi vedere le loro facce stranite perché non ne capivano il senso.

Insomma, non avevo di certo inventato io l'idea di avere dei quadri dei cantanti in giro per casa, non ero di certo la prima qui in America... Non volevo pensare che quelle facce fossero per i soggetti in questione.

Mi preparai un cappuccino per poi controllare che non avessi qualche cosa in arretrato da studiare, quando appurai di essere in perfetta sincronia con la mia tabella di marcia per lo studio, decisi di continuare Teen Wolf che stavo vedendo su Netflix. Dovevo ammettere che all'inizio la serie l'avevo iniziata solo perché sapevo che c'era Daniel Sharman e avevo quindi la necessità di arrivare alla terza stagione per vedere la mia "celebrity crush", ma una volta entrata nella storia, mi ero decisamente innamorata di essa e dei personaggi, arrivando a comprarmi la felpa di Scott e ovviamente di Isaac, il personaggio che interpretava Daniel.

Quando misi in pausa l'episodio per potermi andare a prendere dei biscotti da mettere nel cappuccino, sentì di nuovo il suono della batteria che da un paio di giorni accompagnava le ore che passavo a casa.

Chiunque la suonasse era davvero bravo e viveva anche non molto lontano da me, perché io lo sentivo perfettamente.

Non avevo la minima idea di chi potesse essere, perché nonostante fosse il terzo anno che vivevo in questa casa, non avevo stretto particolari legami con il vicinato, tranne con la casa degli Impostors, perché ci vivevano Wyn e Lena, ma non credevo che il batterista si trovasse lì.

Mossi i fianchi a ritmo di quella batteria misteriosa, mentre decidevo quali biscotti mangiare tra la varietà che grazie ad Ivy avevamo in casa. Quando finalmente scelsi un pacco, ritornai sul divano, anche se ero più interessata a quella batteria che a finire l'episodio che avevo iniziato.

Ma prima che potessi decidere sul da farsi, il mio cellulare squillò e lessi di nuovo il nome di mia madre.

Mi irrigidì, ricordando perfettamente il motivo per la quale questa volta la stavo ignorando, il solo pensarci mi faceva ribollire il sangue nelle vene, forse parlarle e urlarle contro avrebbe messo fine al turbine di emozioni negative che sentivo quando mi veniva menzionato qualsiasi cosa legato a lei.

Questa volta, quindi, decisi di rispondere.

—Finalmente ti degni di rispondermi, Sawyer— esclamò saccente l'attrice di successo internazionale Joanna Attanasio. Sospirai, facendo, come sempre, appello a tutto l'autocontrollo che avevo in corpo quando mi ritrovavo a dover affrontare una conversazione con questa donna.

—Ho delle buone ragioni se ti evito, mamma— risposi con il suo stesso tono. Lei mi aveva cresciuta con la speranza che fossi a sua immagine e somiglianza, peccato per lei che non era andata così e che avevo ereditato da lei le caratteristiche giuste per poterle tenere testa.

—E quali sarebbero questa volta? Per favore, Sawyer, illuminami.

—E perché tu continui a chiamarmi?

—Non ho diritto di telefonare a mia figlia?

—Sono tua figlia solamente a tratti, mamma, non è così?

—Ti sento particolarmente infastidita nei miei confronti, più del solito, si può sapere cosa è successo?

Sospirai infastidita, incredula che non le potesse passare neanche per l'anticamera del cervello che io avessi potuto scoprire qualcosa.

—É successo che ho scoperto della doppia vita che tuo marito sembrava avere quando era in vita. Ho scoperto che era una persona stupenda quanto terribile, ho scoperto che ha organizzato un piano per uccidere una persona, un piano che gli ha costato la vita e che ha strappato la mamma al ragazzo di una delle mie nuove amiche. Ecco cosa cazzo è successo, mamma e tu non avevi neanche mai pensato all'idea di dirmelo, non è così?

Calò un silenzio tombale dall'altro lato, esattamente come mi aspettavo che succedesse.

—Chi te lo ha detto?— fu tutto ciò che disse —Il figlio della donna uccisa, che lo ha scoperto anche lui da un paio di giorni. Non puoi neanche immaginare la vergogna e la rabbia che io abbia provato in quel momento— dissi.

Aspettai che dicesse qualcosa, qualsiasi cosa, ma mia madre non disse nulla e non ne rimasi né sorpresa né delusa, infondo sembrava che lo sapesse e che quindi, lo avesse sempre coperto, davvero mi aspettavo che mi dicesse qualcosa?

—Ho molte cose da fare, mamma, devo andare— inventai una scusa e chiusi la chiamata, cercando di riprendermi dallo stato di stanchezza in cui ogni telefonata con lei mi lasciava. Era impossibile avere una discussione pacifica con lei, c'era sempre qualcosa sulla quale dovevamo discutere, era sempre stato così, Joanna Attanasio non era sicuramente così tanto perfetta come i giornali si erano sempre divertiti tanto a descriverla.

Ma come ogni volta, posai il telefono, mi sistemai meglio sul divano, avvicinai la mia tazza di cappuccino prima che diventasse direttamente di ghiaccio e con essa i biscotti, presi il telecomando e portai tutta la mia concentrazione su Teen Wolf, cercando di rilassarmi.

Joanna Attanasio non avrebbe di certo distrutto il mio equilibrio.

My Unattainable DesireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora