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SAWYER.

—Come scusa?! Si può sapere perché lo tratti così male? E il concerto? Non ci vai più?— esclamò sconvolta Ivy, dopo aver finito di raccontarle gli avvenimenti della sera precedente.

Cazzo. Mi ero completamente dimenticata che aveva accettato impulsivamente di andare con lui a quel cavolo di concerto. Dovevo ancora andarci o dovevo ridargli il biglietto?

Ancora non potevo credere al fatto che mi avesse baciata e che io l'avessi corrisposto.

Che cosa mi passava per la testa?

—Allora? Hai intenzione di tirarti indietro?— mi domandò ancora Ivy, incitandomi a parlare, sapeva che non mi tiravo indietro facilmente davanti alle cose, ma sapeva anche che mi comportavo in modo strano quando si trattava di Cameron.

—Non sarò così ipocrita da ritornare sui miei passi— dissi, Ivy sospirò —gli hai letteralmente detto di starti lontana, di smetterla e di chiuderla lì. Però adesso mi dici che comunque andrai al concerto con lui? Cioè, ti senti, Sawyer?— mi disse e cazzo, sapeva che aveva completamente ragione, mi stavo comportando da incoerente, perché probabilmente non sapevo nemmeno io cosa volevo fare.

—Smettila di sottolineare l'evidente, Ivy— le dissi frustrata, passandomi le mani fra i capelli —é così difficile ammettere che non lo odi? Che forse sotto sotto ti piace anche solo un pochino? Cioè, ti occupi di pagare tutte le spese per i tuoi studi, ti dividi perfettamente tra lavoro e studio senza problemi e adesso, per colpa di un ragazzo, stai entrando completamente nel pallone? Di solito la mia migliore amica sa sempre cosa fare— aggiunse lei, avendo di nuovo ragione.

Ma nemmeno io riuscivo a comprendermi, sapevo solo che la mia vita sarebbe stata molto più facile se Cameron Morrison non ci fosse entrato. Avevo già i miei problemi con mia madre, ancora pensavo fin troppo a mio padre... Aggiungere del dramma inutile con un ragazzo era l'unica cosa della quale necessitavo.

—Piccolo promemoria sul fatto che non sono invincibile e impeccabile, Ivy—le dissi, guardandola negli occhi, lei sospirò, sapendo che certe volte ero davvero impossibile —sai una cosa? Forse hai ragione, non ha senso che io vada a quel concerto, tutta questa situazione non ha senso. Tra poco devo andare alla caffetteria, ci sono molte probabilità che uno dei ragazzi o Wyn e Lena vengano, lo darò ad uno di loro— dissi, prendendo il biglietto che avevo poggiato su un comodino vicino all'ingresso, per fare in modo che non me lo dimenticassi.

—Cavolo, Sawyer, non devi farlo per forza. Smettila di comportarti così male con lui e prova a dargli una possibilità. Ci sono ancora molte cose che non sapete l'uno dell'altro, forse è esattamente il ragazzo che cercavi— mi spronò Ivy, sull'orlo della disperazione —non mi risulta che io sia in cerca di un ragazzo— precisai. Ivy mi guardò male, segno che dovevo smetterla.

In passato era capitato che io mi comportassi in questo modo, quasi insopportabile (anzi, senza il quasi), avevo sempre pensato che fosse una parte del mio carattere, che comunque, rispetto a quando ero adolescente, era migliorata. Ciononostante, non riuscivo a togliermi la sensazione del disagio di dosso, perché sapevo che mi stavo comportando da immatura e da ragazzina capricciosa.

Lei non mi rispose, segno che si era stancata di mandare avanti una conversazione con me, che in quel momento, non avevo proprio voglia di collaborare. Dal canto mio, decisi di andare alla caffetteria, anche se sarei arrivata in estremo anticipo, ma era sempre meglio che arrivare in ritardo.

Diedi un rapido saluto ad Ivy e uscì di casa, prendendo finalmente la mia macchina, che ero riuscita a far aggiustare.

Cercai di spegnere la mia mente pensante, ma era difficile, molti pensieri la invadevano, impendendole di calmarsi.

My Unattainable DesireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora