« Io non mi perdo mai »
Pov's EvaEra una freddissima giornata di gennaio, più precisamente il 6, il giorno della befana, e mio cugino Giacomo mi aveva letteralmente minacciata obbligandomi ad accompagnarlo allo stadio per vedere la Juve sfidare il Verona. Non che mi dispiacesse, anzi, adoravo vedere la mia squadra giocare dal vivo. Amavo con tutto il cuore il calcio, le emozioni che mi trasmetteva erano uniche.
Avevo appena finito di farmi una doccia calda e — ancora con il turbante che raccoglieva i miei capelli bagnati — guardavo attentamente il reparto nel mio armadio dedicato alla squadra del mio cuore. Le magliette ed i pantaloncini erano tutti perfettamente stirati e piegati, tutti — stranamente — in perfetto ordine. Iniziai a cercare subito con lo sguardo la maglietta col numero 10 di Alessandro Del Piero, nonché il mio più grande idolo e calciatore preferito. Ero piena di sue magliette, probabilmente avrei potuto aprire un negozio interamente da sola.
« Dove cazzo è? — Borbottai assottigliando lo sguardo e tentai di mantenere la calma, ma fallii. — Mamma! »
« Che c'è? — Subentrò in stanza roteando gli occhie guardandomi come se sapesse già cosa stavo per chiederle. — Cos'è che non trovi stavolta? »
« La maglietta di Alex, me l'ha rubata papà sicuramente! L'ho visto la scorsa sera con le mani nei miei vestiti! »
« Eccola, tieni. » Mamma me la porse con nonchalance trovandola subito.
« Ma... Ma come diavolo hai fatto? »
« Eva, hai 21 anni. Le magliette potresti anche trovartele da sola. » Constatò sospirando e poi uscì lentamente dalla mia camera da letto lasciandomi da sola con la t-shirt tra le mani.
« Qualcuno si è svegliato con la luna storta. » Sussurrai provando a reprimere la rabbia causata dalle sue stupide affermazioni.
Odiavo quando in modo totalmente a caso una persona mi rispondeva male, soprattutto se quella persona era mia madre. Non riuscivo a comprendere perché tutta quella 'presa male' per una stupida maglietta.
Sbuffai scuotendo la testa provando a non pensarci e tornai in bagno per asciugarmi i capelli ancora bagnati e mi soffermai particolarmente sulla mia figura: avevo assolutamente bisogno di un restauro.
Guardai i trucchi pensando a come avrei potuto applicarli sul mio viso, preferivo rimanere sempre acqua e sapone, non ero mai stata molto brava col make-up.
Optai per del semplice mascara ed un po' di illuminante sul viso nei punti dove mi aveva suggerito la mia migliore amica, Alice. Lei si che ci sapeva fare con il trucco.
Non legai i capelli facendoli così ricadere sulle spalle in modo naturale e — per la scarsità di tempo — decisi di non piastrarli, lasciandoli mossi.
Guardai l'orologio e vidi che erano le 14:02, dovevo assolutamente sbrigarmi, il match alle 15:00 in punto sarebbe iniziato e sicuramente non aspettava mica me.Il mio telefono iniziò a squillare e non ci volle un genio per intuire che si trattasse di Giacomo.
« Sto scendendo, sono già in mezzo alle scale. » Parlai rispondendo alla telefonata.
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FINO ALLA FINE | LEONARDO BONUCCI
ФанфикEra il 6 gennaio 2016, si svolgeva la diciottesima giornata del campionato di serie A e la Juventus era impegnata in un match in casa contro l'Hellas Verona. La partita finì 3 a 0 per la Vecchia Signora, con gli incredibili gol di Dybala, Bonucci e...