« Tequila per Barza »
Pov's LeonardoCon le lacrime agli occhi faccio un altro sorso della bottiglia di tequila che tengo tra le mani.
Siamo usciti dagli europei ai rigori. 6 a 5 per la Germania.
Ed uno di questi l'ho sbagliato anche io, l'avevo mandato dritto sui cartelloni pubblicitari alla sinistra della rete. Ero stato superficiale e diedi per scontato di segnarlo dopo aver fatto quello del 1 ad 1 nel corso dei 90 minuti.
Me ne stavo in balcone della mia stanza d'hotel da solo, avevo mandato via persino Giorgio.
E come se non bastasse vidi anche Eva, non sapevo che fosse venuta a guardarci. Dopo aver segnato i nostri sguardi si incrociarono e per qualche istante fui felice, pensai che veramente tutto potesse tornare al proprio posto. Lei era lì ed avevo appena segnato, sembrava un sogno.
I miei pensieri vennero interrotti da qualcuno che bussava alla mia porta. Sbuffai e controvoglia andai ad aprire: Giorgio.
« Giorgio, davvero io- »
« Vai giù nella Hall, c'è una cosa per te. » Mi interruppe.
« Voglio stare da solo, prenderò quella cosa domani mattina prima di partire. »
« Leo, hai rotto il cazzo. — Sgranai immediatamente gli occhi alla sua affermazione. — Vai giù e basta. — Mi fulminò con lo sguardo e mi diede le spalle per tornare in camera sua. — E posa quella dannata bottiglia! » Sbuffai e lo guardai allontanarsi.
Cosa ci doveva mai essere giù? Un pacco regalo dai tedeschi come presa in giro per aver perso per un rigore?
Ascoltai il mio migliore amico, feci un ultimo sorso della bottiglia di tequila, l'appoggiai sul mio comodino, presi le chiavi della stanza e chiamai l'ascensore per scendere al piano terra. Ne approfittai per guardarmi anche allo specchio: ero uno straccio. I miei occhi erano rossi, gonfi e lucidi e puzzavo di alcol e di sigaretta.
Appena le porte si spalancarono deglutii rumorosamente: Eva era lì. Era seduta su un divanetto della hall mentre si guardava le mani pensierosamente.
Mi avvicinai a lei tentennando e feci due finti colpi di tosse per farle alzare lo sguardo. Appena i nostri occhi si incatenarono mi sorride quasi in un modo impercettibile.« Leo... » Quasi sussurrò alzandosi e posizionandosi di fronte a me.
Io rimasi zitto a scrutarla provando a capire per quale motivo fosse lì dinanzi a me.
« Come stai? »
« Come dovrei stare? » Risposi con voce debole e provai con tutto me stesso a non scoppiare a piangere di nuovo. Non potevo crollare di nuovo così, non volevo mostrarmi così debole davanti a lei...
Stavolta fu lei a rimanere muta come un pesce e mi abbracciò, senza alcun preavviso. Avvolse le sue braccia attorno al mio corpo come per confortarmi e tranquillizzarmi, percepiva il mio vero stato d'animo e voleva aiutarmi.
All'inizio rimasi fermo, poi mi sciolsi e ricambiai il suo gesto, una mano andò dietro la sua schiena e l'altra nei capelli. Ne approfittai anche per respirare il suo profumo che mi fece sentire subito ed incredibilmente bene.
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FINO ALLA FINE | LEONARDO BONUCCI
FanfictionEra il 6 gennaio 2016, si svolgeva la diciottesima giornata del campionato di serie A e la Juventus era impegnata in un match in casa contro l'Hellas Verona. La partita finì 3 a 0 per la Vecchia Signora, con gli incredibili gol di Dybala, Bonucci e...