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« Cena in famiglia »Pov's Eva

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« Cena in famiglia »
Pov's Eva

Mi mossi più velocemente sul suo corpo appoggiandomi con le mani sul suo petto per non perdere l'equilibrio. Leo mi teneva saldamente per i fianchi mentre mi sussurrava quanto io fossi bella e brava nel muovermi su di lui. Poi capovolse la situazione e si posizionò sopra di me entrando velocemente. Mi bloccò le braccia sopra la mia testa e prese a baciarmi il collo muovendo le labbra lentamente.

« Guardami, Eva. » Mormorò Leo al mio orecchio per poi prendere il mio collo con una mano e fissando i miei occhi nei suoi.

« Non smettere, Dio mio... — Per poco non urlai quando le sue spinte iniziarono a farsi più lente e profonde. — L- Leo. »

« Dimmi. » Mi morse il labbro inferiore.

« Ti amo, cazzo. »

« Ti amo anche io, piccola. » Rispose affannato mentre continuava a spingere dentro di me.

Gemetti rumorosamente e lo baciai ancora con passione avvicinandolo più a me portando una mano dietro al suo collo. E proprio quando stavo raggiungendo l'apice del piacere sentimmo la porta di casa mia spalancarsi.

« Porca puttana! » Parlai sgranando gli occhi riconoscendo subito il rumore della porta d'ingresso dell'abitazione.

« Chi è? » Chiese Leo in preda al panico mentre si alzava dal mio corpo.

« Saranno i miei. » Mormorai alzandomi velocemente e prendendo la prima maglietta larga che vidi.

« I tuoi?! »

« Eva! Sei a casa? » Urlò mio papà dal piano di sotto.

« Si, papà! Arrivo. »

« Arrivo?! Ed io dove vado? Mi butto giù dalla finestra? Santo Dio. — Domandò il difensore preoccupato mentre si infilava i pantaloncini della Juve ed una maglietta nera. — A volte mi dimentico che non abiti da sola. »

Iniziai subito a pensare — freneticamente — a qualcosa, dove lo mettevo Leo? I miei sicuramente si sarebbero accorti della sua presenza, non sono stupidi. « Forse... Forse è arrivato il momento di conoscere la mia famiglia. » Dissi 'arrendendomi'.

« Santo Dio... — Sussurrò posizionandosi davanti allo specchio per vedersi. — Ho ancora il cazzo dur- » Parlò toccandoselo mentre un ghigno si faceva largo sul suo volto.

« Sh! Leo! » Gli tappai la bocca sorridendo sotto i baffi.

« Ma almeno sanno di noi? Sanno che hai un ragazzo? »

« No. Non parliamo mai di queste cose a tavola. »

Sospirò posandosi una mano nei capelli. « Ma tuo padre non è juventino? Magari ha letto qualche articolo... »

« Mio padre è appassionato della Juve, non delle fidanzate dei calciatori! Non mi ha mai detto nulla, quindi- »

« Eva, ho comprato le salsicce! » Urlò mia mamma dal piano di sotto interrompendo il mio discorso.

FINO ALLA FINE | LEONARDO BONUCCIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora